Backstage: La Forza del Destino a Piacenza
Aggiunto il 24 Gennaio, 2019
LA FORZA DEL DESTINO
Melodramma in quattro atti su libretto di Francesco Maria Piave e Antonio Ghislanzoni tratto da Alvaro o la forza del destino di Ángel de Saavedra
Musica di Giuseppe Verdi
Personaggi e interpreti
Il marchese di Calatrava MATTIA DENTI
Donna Leonora ANNA PIROZZI
Don Carlo di Vargas KIRIL MANOLOV
Don Alvaro LUCIANO GANCI
Il Padre Guardiano MARKO MIMICA
Fra Melitone MARCO FILIPPO ROMANO
Preziosilla JUDIT KUTASI
Curra CINZIA CHIARINI
Mastro Trabuco MARCELLO NARDIS
Un alcade, un chirurgo JULIUSZ LORANZI
Direttore Francesco Ivan Ciampa
Regia Italo Nunziata
Scenografie Emanuele Sinisi
Dipinti Hannu Palosuo
Light design Fiammetta Baldiserri
Costumi Simona Morresi
Orchestra Regionale dell’Emilia-Romagna
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
Per la terza volta consecutiva esco dal Municipale di Piacenza estremamente soddisfatto e felice della piccola trasferta. Dopo Wally e Gioconda, La Forza del Destino – opera che fregandomene altamente della scaramanzia nomino senza paura e che adoro in ogni sua parta dalla più elevata (penso alla musica scritta per Leonora e il Padre Guardiano) alla più modesta e a volte sconclusionata.
Grande successo di pubblico grazie a un versante musicale di alto (in un caso altissimo livello) ma anche ad una messa in scena che seppur non rivoluzionaria ci accompagna con idee ben realizzate durante tutto lo sviluppo della complicata e ben poco credibile serie di eventi.
Iniziamo proprio dal team responsabile della messa in scena, un vero team guidato dal regista Italo Nunziata che ha concepito uno spazio atemporale con una grande cornice, all’interno della quale i protagonisti vanno a posizionare il proprio destino. Le luci di Fiammetta Baldiserri, le scene di Emanuele Sinisi e i dipinti di Hannu
Palosuo sono un unicum inscindibile mentre i costumi di Simona Morresi sono l’unico elemento a darci una caratteristica di temporalità.
Passando alle voci, grande prova di Anna Pirozzi che di Donna Leonora coglie l’aspetto tragico ma anche quello “mistico” favorita da un mezzo vocale sicuro e sempre perfettamente emesso. Brava nei momenti più famosi della parte (e giustamente premiata dal pubblico) ma ancor più brava in quei momenti dove davvero la domanda vocale è altamente superiore all’effetto (penso all’attacco di “Son giunta…” o al “Più tranquilla l’alma sento” nel grande duetto con il Padre Guardiano). Non si contano le meraviglie vocali disseminate qua e là con forcelle dinamiche continue, meraviglie non fini a sé stesse ma parte integrante di una interpretazione maiuscola. Risalta anche la recitazione, più misurata del solito e perfettamente in linea con le impostazioni registiche.
Brava Cinzia Chiarini nel ruolo della sua cameriera Curra.
Luciano Ganci – che avevo apprezzato alla Scala come eccellente Malatestino nella Francesca da Rimini - è un buon Don Alvaro, sempre ben sostenuto da discreti mezzi vocali. Le incertezze della grande aria non inficiano una prestazione di livello anche se forse questi ruoli altamente drammatici dovrebbero essere centellinati con maggiore attenzione, viste alcune palesi difficoltà in zona acuta.
Bravo, secondo me senza alcuna riserva invece, il baritono bulgaro Kiril Manolov che di Carlo coglie anche l’aspetto giovanile e non solo quello vendicativo, realizzando quindi una ballata del II atto leggerissima e ironica. La voce risponde sempre bene alle richieste della parte con acuti sonori e una linea di canto elegante ed emozionante.
Preziosilla (parte davvero antipatica sia vocalmente sia scenicamente per il suo rischiare di diventare una macchietta) ha la voce dell’ottima Judit Kutasi, già Madelon alla Scala e la Cieca a Berlino dotata di mezzi importanti e di buona qualità davero mezzosoprano. Impeccabile per musicalità e souplesse ritmica nel tanto vituperato e spesso massacrato “Rataplan”.
Bravi sia Mattia Denti (Marchese acclamato dal pubblico come beniamino di casa) sia Marco Filippo Romano, Melitone simpatico ma mai sguaiato. Bene tutte le altre parti.
Ho lasciato volutamente per ultimo il Padre Guardiano del croato Marko Mimica che nonostante la giovane età realizza un ruolo di quelli concepiti da Verdi in modo da richiedere il massimo in fatto di espressività e di potenza vocale. Ottimo il duetto con Leonora ma soprattutto il finale così solenne e austero ma allo stesso tempo rassicurante e morbido nel suo perdono: un “non imprecare umiliati” indimenticabile. Sicuramente una voce da tenere in considerazione perché per lui a breve si schiuderanno le porte di teatri più celebri. Complimenti al circuito per averlo scelto in un ruolo da far tremare i polsi.
Francesco Ivan Ciampa, alla guida di un’Orchestra Regionale concentratissima e in ottima forma chiede e ottiene suoni nitidi e precisi puntando su un andamento per lo più spedito ma soffermandosi spesso su piccoli particolari e piccole gemme disseminate qua e là nella partitura. In evidenza in particolare alcuni momenti del II atto e del IV con intense sottolineature dei momenti intimistici dell’opera. Qualche sporadica confusione e scollamento tra archi e fiati e tra orchestra e palco in alcuni momenti più concitati, probabilmente già rimediabili nelle prossime recite.
Buona la prova del Coro, diretto da Corrado Casati.
Successo oserei dire sontuoso! Pubblico felice, attento, partecipe, festante. In barba a coloro i quali ancora si ostinano a definire la potenza del fato come un’opera non compiuta. Tutti noi invece sappiamo quanto la Forza del Destino lo sia.
Prossime repliche nel circuito a Reggio Emilia e a Modena. Chi può non perda questa occasione.
Flipperinodoc
Foto: ©Gianni Cravedi