Domenica, 06 Ottobre 2024

Editoriale: Otto anni di Operadisc - di Pietro Bagnoli

Aggiunto il 02 Giugno, 2014

Sono passati già otto anni: 3 giugno 2006, quando pubblicai il primo editoriale, quello che dava il via a Operadisc.
Ogni tanto mi viene da pensare che quell’idea di ormai otto anni fa fu veramente un’idea vincente, perché andava a colmare un vuoto istituzionale.
Eravamo pieni di letteratura e di siti che ci spiegavano come una cosa dovesse essere fatta, per lo più paragonandola a come era fatta (meglio) in passato; mancava un posto che raccontasse – partendo da dati oggettivi – perché una cosa oggi viene invece fatta diversamente dal passato, senza connotazione di “meglio” o “peggio”, e con che percorso siamo arrivati.
Oggi posso dire che – anche se non ci siamo ancora completamente riusciti – siamo comunque sulla buona strada.

Sì, lo so, questo è il solito articolo dell’anniversario; è l’articolo che regolarmente scrivo tutte le volte che ci avviciniamo ai primi di giugno, ma posso assicurarvi che non è un “copia e incolla”, perché mi viene sempre da pensare con nostalgia e emozione all’entusiasmo con cui avevo affrontato – affiancato da Matteo – il progetto Operadisc.
Da allora molta acqua è passata sotto ai punti, e possiamo dire senza grossi problemi che sicuramente è cambiato il pubblico di questo sito negli effettivi, ma non nella mentalità: chi si rivolge a questo sito lo fa per cercare determinati spunti, idee, iniziative, riflessioni. Del gruppo iniziale siamo sicuramente rimasti in pochi, ma questo non vuol dire che sia cambiato lo spirito di questo sito che continua a dire cose diverse, problematiche, talvolta complesse che non puntano al facile effettismo.
Un esempio? Siamo stati i primi, in Italia, a vedere nell’opera quello che realmente è: non una palestra di funambolismi per voci che corrono – anzi: galleggiano – sul fiato (nella ricerca di iperboli demenziali, il melomane non è secondo a nessuno), ma uno spettacolo teatrale. E da questa banale considerazione è nato il doveroso rilievo al ruolodel regista, alla drammaturgia come aspetto fondamentale e paritetico a quello musicale che, peraltro, non è la sola enfatizzazione della vocalità.
Ma Operadisc non è solo la vetrina dei registi; siamo sempre stati molto attenti all’aspetto musicale, ove si considerino alcuni aspetti da noi sempre enfatizzati, come:
- Il canto NON è UNO, ma un termine quanto mai generico con cui si intendono esperienze diverse a seconda dell’epoca e delle aree geografiche
- Le scuole di canto sono molteplici, e hanno prodotto frutti diversi, ancora una volta a seconda del periodo storico e delle zone (si consideri – ai primi del Novecento – le difficoltà negli spostamenti sia per Artisti che per spettatori; sono stati proprio i dischi a omogenizzare la materia agevolando gli scambi culturali)
- Le categorie in cui cerchiamo di inquadrare gli esecutori: vocalisti, coloristi, declamatori sono termini ormai familiari al nostro pubblico, e senza nessuna pretesa di superiorità degli uni sugli altri
- La filologia come recupero delle fonti, della tipologia per cui un ruolo fu inizialmente pensato: si pensi a tutti i dibattiti sulla vocalità di Otello, o sulla necessità del recupero di una vocalità di tipo Nourrit

Sono molto contento anche delle due interviste che abbiamo pubblicato recentemente.
Quella con Luciano Rebeggiani ci ha permesso di fare il punto sulla situazione del mercato discografico, vista dall’osservatorio di un addetto ai lavori.
Quella con Federico Maria Sardelli – direttore, compositore, musicista completo, uno dei massimi studiosi di Vivaldi, personalità felicemente importuna nel nostro panorama culturale – ci ha aperto uno spiraglio sulle variegate istanze dell’irrequieto mondo del repertorio barocco.

Personalmente, mi fa molto piacere vedere il ricambio generazionale. Intendiamoci: continuo a essere profondamente addolorato per la perdita di alcuni elementi, Matteo in primis, che non solohanno costruito sotto la storia di questo sito, ma lo hanno segnato profondamente con un rapporto pressoché simbiotico.
Ma mi fa parimenti piacere vedere che ci sono molte persone che condividono la nostra passione per l’opera, e soprattutto il modo in cui questa passione viene sviluppata sulle pagine di Operadisc. Per questo motivo, se da un lato sono felice del fatto che – cito ad esempio – Luca Di Girolamo continui a raccontarci i dischi che ama, con la passione la competenza che gli sono propri, d’altra parte sono particolarmente orgoglioso del lavoro che il grandissimo Francesco Brigo, che non ha iniziato questa avventura con noi, sta facendo nelle vesti di moderatore-amministratore, completamente calato nella “mission” che non ha inizialmente sottoscritto, ma che ha condiviso in ogni aspetto.
Cito proprio questi due personaggi per il loro aspetto per me paradigmatico, ma nessuno si senta escluso, per piacere: ringrazio davvero di cuore tutti coloro che animano queste pagine: il mio sodale, il grande Maugham perennemente assente, il parimenti assente ma entusiasmante Alberto Mattioli, il buon vecchio Vittorio Viganò e le sue passioni viscerali, Marika, l’adorabile e sorridente Valentina, sempre curiosa e entusiasta di quello che vede e ascolta, Vittorio Mascherpa con la sua cultura enciclopedica, il dottor Marco Delfini (alias Flipperino) che minaccia sempre di portarmi urgenze da operare, il vulcanico Marco Vizzardelli, il mio vecchio “nemico” teo emme (in ambito operistico siamo agli antipodi), Michele Cesareo, Filippo Antichi (alias Reysfilip) e tutti gli altri di cui adesso non riesco a citare i nomi, come esempio e paradigma della popolazione in perenne divenire che vive, discute e si accapiglia amichevolmente sulle pagine di questo sito.
Questo volevamo essere, questo siamo.

In questo momento, abbiamo tante idee per la testa per cercare di essere sempre di più presenti in modo costruttivo nella realtà che ci circonda;ma un conto è avere le idee, un conto è realizzarle. Purtroppo non è sempre facile: il tempo, ahimè, è sempre tiranno per chi ha famiglia, deve lavorare per vivere, ha mille impegni imposti dalla quotidianità.
Ma comunque, noi proviamo sempre a rinnovarci. Quest’anno, oltre alle interviste – la cui organizzazione non è stata per niente facile – abbiamo anche inaugurato una rubrica nuova, quella dei Grandi Classici (un’idea di Maugham), che ci obbliga a riconsiderare interpretazioni che davamo per scontate, contestualizzandole ma, nel contempo, filtrandole con la nostra sensibilità odierna. L’approccio – in pieno stile Operadisc – è molto impegnativo (come sempre allorquando si procede seguendo il fil rouge della Storia e non quello delle predilezioni personali o dei dogmi preconcetti), ma è anche divertente e abbastanza sorprendente nei risultati.
In fondo, per gente come noi, l’opera in tutte le sue declinazioni è un hobby: piacevole, divertente, spunto di riflessione, appiglio con la quotidianità, paradigma di riflessione su come evolve il mondo che ci circonda, ma pur sempre hobby. Io stesso gli ultimi mesi sono stato costretto diverse volte a dover contingentare la mia presenza sul sito a causa di una miriade di impegni non procrastinabili.
Non vogliamo fare promesse che poi non saremo in grado di mantenere; sarebbe spiacevole, così come è sicuramente lontano dalla nostra mentalità riempire le pagine con contenuti di bassa qualità tanto per mettere on-line qualcosa. Non c’interessa. Cercheremo di fare il possibile per mantenere sempre alta l’attenzione di chi ci legge.
Insomma, noi ci si prova.
Continuate a seguirci!
Pietro Bagnoli

Categoria: Editoriale

 

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Questo sito si propone l'ambizioso e difficile compito di catalogare le registrazioni operistiche ufficiali integrali disponibili sul mercato, di studio o dal vivo, cercando di analizzarle e di fornirne un giudizio critico utile ad una comprensione non sempre agevole.