Martedì, 26 Novembre 2024

Editoriale: Commiato da stupenda, di Alberto Mattioli

Aggiunto il 11 Ottobre, 2010

Ricordo una sera in cui si facevano i soliti giochini stupidi di cui ci dilettiamo noi drogati d’opera.
Si trattava di scegliere, per ogni celebrità, l’aria da portarsi sulla solita isola deserta (in realtà affollatissima, data la frequenza con la quale viene evocata).
Bene: per la Stupenda non riuscimmo a scegliere.
Perché si era quasi tutti d’accordo su “O beau pays de la Touraine”, ma poi saltava su uno e proponeva “Tornami a vagheggiar”.
E “Non han calma le mie pene”?
E “Casta diva” in tono (vabbé, cantata in una lingua che poteva anche essere il cinese, ma cantata così bene...)?
E il valzer del Robinson Crusoé di Offenbach?
E “Salut à la France”?
E i duetti della Semiramide o della Norma con la Horne?
E la cabaletta dei Masnadieri?
E tutto il disco delle “Command performance”? Eccetera...

Ieri Dame Joan Sutherland, OM, AC, DBE, è morta a 83 anni.
Poi ci sarà tempo e voglia di inquadrarla storicamente, di scannarci su vizi e virtù, di raccontarci aneddoti e ascolti mitici, di sottolinearne prodigi e debolezze.
Adesso non c'è tempo e, francamente, nemmeno voglia. Adesso è il momento dell’emozione fortissima che si prova quando una voce che è stata una colonna sonora della tua vita tace per sempre.
È banale, non è da critico, non è nemmeno professionale, forse è anche retorico, ma adesso l’unica cosa che mi viene da dire su Dame Joan è: grazie.

Alberto Mattioli

Categoria: Editoriale

 

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