Martedì, 08 Ottobre 2024

Backstage: Par une telle nuit - di Adriana Guglielmini

Aggiunto il 03 Maggio, 2009

La serata in questione è anche quella del 26 giugno 1892 e il suo luogo il palco della contessa Elizabeth de Greffulhe nel Théatre Opera-Comique ora Théatre de la Ville, collocato in Place du Chatelet di fronte al teatro omonimo. Lo spettacolo è Les Troyens di Berlioz, messo in scena con il sostegno finanziario determinante della Société des Grandes Auditions de France della quale la contessa era fondatrice e presidente. La società aveva esordito due anni prima con la rappresentazione all’Odéon di Béatrice et Bènédict - tra le sue benemerenze c’è la prima francese di Tristan und Isolde nell’ottobre 1899 e in seguito l’arrivo dei Balletti Russi di Diaghilev. Questa sera quasi trenta anni dopo il loro esordio non del tutto felice, Les Troyens vengono finalmente ripresi.
Gli ospiti della contessa, non meno degni di nota di lei, sono: suo cugino conte Robert de Montesquiou-Fésénzac con il suo compagno Yturri, un pittore americano che purtroppo la mia fonte non specifica se fosse Sargent o Whistler (lo hanno frequentato e conosciuto bene entrambi, poi Whistler gli ha anche fatto un ritratto attualmente conservato nella Frick Collection) e un provinciale in arrivo da Nancy: Emile Gallé.
Uomo di raffinata cultura letteraria e musicale, durante gli anni di formazione trascorsi a Weimar (1865-1866) Gallé aveva studiato piano con Anna e Hélène Stahr allieve di Liszt e avuto l’occasione di conoscere e apprezzare la musica di Wagner.
“Vi riverisco e vi benedico, non solo perché vi devo la realizzazione di tutta la mia vita: ascoltare Les Troyens di Berlioz ma soprattutto perché questa opera cosmica, affascinante, che rapisce l’anima col prestigio delle idee, delle parole e delle risonanze fino al limite di ciò che si può ascoltare quaggiù, mi sembra che abbia finalmente, grazie al vostro generoso entusiasmo, conquistato i tiepidi come gli ardenti… Avete dunque evocato Berlioz, il gigante murato vivo nella più stupida delle tombe: non appena le ombre

epiche si spandono, la terra trema, dai cieli scendono palpiti immensi di luminosità e di notte.” (Lettera di Emile Gallé datata sabato sera 26 giugno 1892 “dopo la rappresentazione de Les Troyens “ alla contessa di Greffulhe.)
La coppa che poi ha realizzato porta inciso sul piede “Par une telle nuit” e “Berlioz” e non è tanto ispirata dai precedenti mitici evocati nel duetto di Didone ed Enea, quanto dal desiderio di rendere la bellezza perfetta di una notte serena e armoniosa, come viene descritta dalla partitura.
Questo pezzo è stato esposto al Salon du Champ de Mars del 1895, dove è stato acquistato dalla Stato francese per il Musée du Luxembourg e attualmente si trova al Musée d’Orsay insieme con altre opere di Gallè nella sezione dedicata agli artisti del vetro. In questo museo non ci sono solo Impressionisti…

Ma come era arrivato Galllé nel palco più importante della serata? Bisogna tenere presente che la contessa de Greffulhe apparteneva al vertice di quella aristocrazia che costituiva il Tout Paris e che con i suoi salons faceva la fortuna mondana e, quando aveva interessi di questo tipo, anche artistica dei fortunati selezionatissimi ammessi a frequentarli. Chi ha ripensato ai salotti della Recerche du temps perdu , non avrebbe potuto fare un’associazione più azzeccata, perché Proust ha modellato il personaggio della duchessa di Guermantes prevalentemente, sebbene non solo, proprio su Elizabeth de Greffulhe. Ebbene, Gallé doveva il suo invito al conte di Montesquiou.
Arbiter elegantiarum e despota amato e odiato dell’ambiente mondano più esclusivo della Parigi fin de siècle, questo esteta e narciso super raffinato non si negava niente quanto a pose, eccentricità e aperte stravaganze. Forse non ha inventato lui il ruolo del dandy, ma ne è stato l’esponente più di spicco, tanto da ricevere l’omaggio di una mostra su di lui al Musée d’Orsay ( 12 ottobre 1999-23 gennaio 2000 robert de Montesquiou ou l’art deparaitre). Autore di numerose raccolte di versi, svariati saggi di estetica – più di uno sull’arte della caricatura – e di un libro di memorie all’acido solforico, in letteratura è ricordato meno per ciò che ha scritto che per quello che altri hanno scritto su di lui. Tra la pletora di personaggi che ha ispirato i più noti sono il des Esseintes di Joris-Karl Huysmans e il barone di Charlus di Proust.
Aveva un vero talento nello scoprire artisti di ben altra levatura che la sua e nel legare il suo nome alla loro opera con la seduzione e la dispensazione di favori. Insomma, il nano che si attacca alle falde della giacchetta del gigante. “Robert de Montesquiou… ha molto cortesemente accettato il compito sommamente ingrato e difficile di scrivere su questa musica, che è già completata, parole che rendano questa Pavane adatta ad essere sia cantata che danzata.” Lettera del 29 settembre 1887 di Fauré a Elizabeth de Greffulhe nella quale le chiede il permesso di dedicarle la Pavane op. 50. Povero Fauré.
Ed era andata così anche con Gallé. Montesquiou lo aveva già notato e preso sotto la sua ala protettrice/guinzaglio, quando proprio quest’anno aveva pubblicato una raccolta di versi Les Hortensia Bleu. Gallé era stato invitato a partecipare al Salon du Champ de Mars in maggio e vi aveva esposto una Commode aux Hortensia indicando come coautore l’ineffabile conte. Con un favore così, Gallé aveva meritato un vero segno di amicizia, per l’appunto un invito all’opera tanto speciale. Purtroppo questa amicizia era destinata a finire bruscamente pochi anni dopo, forse per una delle collere furiose cui andava soggetto il conte e che Proust ha descritto meticolosamente quando Charlus scaccia per sempre il Narratore con una scenata furibonda e inspiegabile mentre lui rimane basito a domandarsi invano il perché.
Quella sera nel palco mancava solo lui, il ‘piccolo Marcel’, ma era un’assenza giustificata perché Montesquiou gli presenterà la cuguna Elizabeth soloun anno dopo a un balla dalla principessa di Wagram –come non ricordare il personaggio della principessa di Borodino nella Recherche?- e Proust ne farà un personaggio immortale

Adriana Guglielmini

Categoria: Backstage

 

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