Venerdì, 22 Novembre 2024

Editoriale: Il forum e la riforma di Otello

Aggiunto il 05 Aprile, 2007

Ecco.
Oggi inizia ufficialmente l’attività del forum di Operadisc.
Giusto per capire e…“per vedere di nascosto l’effetto che fa”, per adesso c’è a disposizione degli utenti una sola stanza di conversazione. Si inizierà – credo – con ben poche persone che se la conteranno su, per cui non c’è ragione di fare come Opèra Data Base che ha una stanza per ogni singolo argomento di conversazione. Meglio volar basso inizialmente, piuttosto che farsi ridere dietro dalla comunità informatica. Per cui, incominciamo con un salotto – anzi, uno sgabuzzino, uno stanzino delle scope – dove pochi carbonari si troveranno a raccontare un diverso modo di concepire l’opera lirica. Credo di essermi già dilungato a sufficienza su quello che mi aspetto dai partecipanti del forum per continuare a mantenere questa pagina, per cui non aggiungerò altro. Va da sé, ovviamente, che l’iniziativa rimarrà attiva se ci saranno persone volonterose che terranno acceso il fuoco del camino; altrimenti, pace, rinunceremo. E continueremo per le strade già percorse.
Ho visto che qualcuno ha già curiosato. È normale. Mi farebbe piacere se, oltre che curiosare, quel “qualcuno” lasciasse anche traccia del proprio passaggio, raccontando agli altri le proprie emozioni.
Naturalmente, questa prova di interattività servirà anche per stimolare i più intraprendenti a raccontarci i “propri” dischi del cuore, quelli di cui vorrebbe che fosse mantenuta traccia imperitura; a tutti costoro confermo che Operadisc lascia porta la porta della collaborazione. Volete vedere pubblicata una recensione discografica? Fatelo. Speditecela. La leggeremo e, se possibile, la pubblicheremo. Partecipate anche voi al progetto Operadisc. L’importante è l’originalità dei contributi, la presa di distanza intellettuale non meno che fattiva da qualunque posizione già precedentemente espressa in altre recensioni. In altre parole: non vogliamo vedere riciclaggi di idee già espresse da altri recensori, vogliamo vederele “vostre” idee. E se vi riconoscete in quello che questo sito ha già dimostrato di esprimere; se pensate che sia ora di finirla con i provincialismi da quattro soldi; se anche voi ne avete piene le tasche di suoni dolci e cremosi e di passaggi di registro perfettamente appoggiati sul fiato, ma cercate invece l’emozione di una voce magari anche squinternata ma che sia stilisticamente ben inquadrata nel periodo che rappresenta e che abbia veramente voglia di emozionare e di sbancare il tavolo, be’, siete nel posto giusto.
L’abbiamo già detto e lo ripetiamo: questo non è il sito del ritrovo degli “anticellettiani” o degli “antigiudicismi”. Abbiamo troppo rispetto per le esperienze di questi illustri personaggi e di quello che hanno rappresentato nella storia della critica musicale italiana per pensare di poter anche solo pareggiare i conti. Ma la voglia di misurarci con qualcosa di così immensamente grande come la storia dell’interpretazione del teatro d’opera e di provare a dire la nostra, cercando di rielaborare la materia da un altro punto di vista, in modo da poter portare un contributo finalmente originale, quella non ci manca. E se ci siete anche voi, e se aumentate ogni giorno – come sembra evidente a giudicare dalle statistiche – vuol dire che anche voi condividete questo nostro desiderio.

Intanto, se volete, un piccolo spunto di discussione che nasce dalla cronaca e che, se volete, potrà essere sviluppato sul forum.
In questi giorni a Parma si è dato un “Otello” che, crediamo, dovrebbe essere finalmente il punto più basso di un’involuzione di un ruolo che invece, come ben ha dimostrato Matteo nel profilo che ha magistralmente tratteggiato su Tamagno (primo creatore del ruolo), dovrebbe essere affidato a cantanti di ben altra estrazione.
Il Regio ci ha proposto l’ennesimo Galouzine, sempre più terrificante in un’emissione trucibalda, non più baritonaleggiante bensì quasi da tieferbass.
Dove vogliamo andare aparare?
Ci interessano veramente siffatti Otelli?
O non è arrivato il momento che qualcuno si faccia carico di proposte autorevoli che finalmente rivoluzionino il modo di interpretare questo personaggio così ingombrante?
Se anche voi condividete questo punto di vista, adesso sapete che c’è il Forum per esprimere il vostro pensiero, per proporre alternative, per dire cosa desiderereste per riformare finalmente un ruolo che è stato terra di conquista di personaggi troppo legati alla sola imitazione di modelli troppo peculiari per essere veramente affidabili e che adesso soffre di una tragica staticità che autorizza i peggiori scempi in campo interpretativo.
Otello dovrebbe essere l’erede dei grandi ruoli Tamberlick e fu cantato all’inizio da un tenore che aveva in repertorio Raoul e Guglielmo Tell; oggi abbiamo Galouzine.
Dov’è l’errore?
Possiamo accontentarci?
Lascerei a questo punto la parola a voi, se ne avete voglia.
Troverete uno spunto sul forum.
Provate a scrivere.
Sempre… “per vedere di nascosto l’effetto che fa”

Categoria: Editoriale

 

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Questo sito si propone l'ambizioso e difficile compito di catalogare le registrazioni operistiche ufficiali integrali disponibili sul mercato, di studio o dal vivo, cercando di analizzarle e di fornirne un giudizio critico utile ad una comprensione non sempre agevole.