Mercoledì, 03 Luglio 2024

Iolanta

Aggiunto il 12 Marzo, 2015


Piotr Ilyic CIAIKOVSKY
IOLANTA

• Iolanta ANNA NETREBKO
• Vaudémont SERGEY SKOROKHODOV
• Robert ALEXEY MARKOV
• Il Re Renè VITALIJ KOWALJOW
• Betrand LUKA DEBEVEC MAYER
• Almeric JUNHO YOU
• Il medico Ibn-Hakia LUCAS MEACHEM
• Martha MONIKA BOHINEC
• Brigitta THERESA PLUT
• Laura NUSKA ROJCO

Slovenian Chamber Choir
Slovenian Philharmonic Orchestra
EMMANUEL VILLAUME
Luogo e data di registrazione: registrazione “live” – Essen novembre 2012
Ed. discografica: DEUTSCHE GRAMMOPHON – 2CD
Note tecniche sulla registrazione: suono orchestrale un po’ inscatolato
Pregi: Anna Netrebko da antologia
Difetti: un direttore un po’ troppo bucolico
Valutazione finale: images/giudizi/eccezionale.png


Iolanta è l'ultima opera composta da Ciaikovsky nel 1891 su libretto del fratello Modest basato sul dramma “Kong Renés Datter” di Henrik Hertz. Ambientata nella Francia del XV secolo racchiude atmosfere delicate e profumate raccontando una trama piuttosto inverosimile di una fanciulla, Iolanta, che non sa di essere cieca (!) e non sa nemmeno che suo padre è il re di Provenza (!!). Grazie alle cure di un medico moro e all’amore di Vaudemont, Iolanta tornerà a vedere riempendo di gioia la sua vita, la sua famiglia e la corte tutta…. Una trama come si vede non troppo avvincente ma intorno alla quale Ciaikovsky ha costruito una musica bellissima e seducente. E sono sicuro che, in fase di composizione, ha immaginato che la parte di Iolanta non poteva che essere affidata ad Anna Netrebko, protagonista di questa incisione.

Nel booklet di accompagnamento al cd, la Netrebko racconta di aver voluto portare in tour quest’opera (accolta trionfalmente) e di averla voluta incidere per far conoscere un piccolo capolavoro anche in occidente (in Russia è molto amata e molto rappresentata). E la tenacia del soprano nell’azione di diffusione dell’opera è stata ripagata dalle recenti recite anche al Metropolitan di New York.

Mai come in questa occasione la bella cantante si avvicina alla perfezione assoluta, sia vocalmente che interpretativamente. E lo fa con un mezzo sontuoso, morbido, sicuro, svettante, ai limiti dell’insolenza vocale! Un mezzo che si piega a finezze incredibili ma che è in grado di sedurre anche nei momenti più drammatici e “caldi” dell’opera.

Gia nell’arioso della I scena “perché prima non conoscevo né malinconia, ne dolore né lacrime”, la Netrebko ci porta in quel mondo fatato, fatto di fiori, musica, profumi, ma inesorabilmente in bianco e nero. La voce si dispiega delicata e sottile ma percorsa da brividi di inquietudine nella frase “perché mai il freddo e il silenzio della notte mi sono più cari”. I sentimenti di sofferenza e infelicità sono pudicamente trattenuti fino al grande duetto con il tenore dove esplode la sensualità, la presa di coscienza che esistono i colori, esiste l’amore, esiste un mondo che ancora è sconosciuto. Qui la Netrebko è semplicemente storica, perché non si limita a cantare il duetto divinamente, con una voce piena, cremosa dai centri vellutati e dagli acuti penetranti. Qui la Netrebko si impossessa prepotentemente di un personaggio e lo fa suo identificandosi completamente nella parte. Mai la bella Anna ha mostrato una tale aderenza ad un ruolo ponendo in maniera indelebile un marchio di proprietà: difficilmente tale ruolo potrà essere separato dal suo nome. Come esempi paradigmatici: l’incertezza di Iolanta nel cogliere le rose non distinguendone il reale colore, la paura nel credere che Vaudemont l’abbia lasciata sola, fino allo straordinario finale del duetto “`Etot pervenec tvoren'ja pervyj miru dar Tvorca, slavy Bozhej projavlen'je luchshij perl Ego venca!” . Perle vocali, perle interpretative, vera trasposizione di profumo nel colore e finalmente nella luce. Semplicemente straordinaria! Nettamente superiore a tutte le altre cantanti che hanno lasciato testimonianza dell’infelice principessa, dalla Gorchakova alla Vishneskaya, dalla Kalinina alla Scherbachenko.

Il resto del cast – pur ottimo – si attesta su un livello necessariamente inferiore. Bravissimo Lucas Meachem nella parte del medico moro – forse il vero “deus ex machina” della debole trama. La sua aria “Dva mira: plotskij i dukhovnyj” racconta l’esistenza di due mondi, corpo e spirito, inscindibili tra loro, in modo ironico, dolce e particolarmente malinconico, grazie ad una bella voce solida, robusta e ben governata in mille inflessioni. La parte di Vaudemont è cantata dal tenore Skorokhodov che fa decisamente rimpiangere quel Gegam Grigoriam invero straordinario della precedente edizione Philips. La voce comunque è di buona qualità, capace di discrete raffinatezza nonostante una grana un po’ ruvida e un modo di cantare un po’ rozzo. L’aver sostenuto il duetto con una tale incredibile Iolanta senza esserne schiacciato è un merito non da poco. Il vocione di Vitalij Kowaljov (sempre più Wotan in ogni cosa che canta) delinea un Re molto più cattivo di quanto il ruolo richieda. Gli acuti però ci sono e sono voluminosi così come le note gravi, sonore e imponenti, anche se non sempre pulitissime. Senza infamia e senza lode il resto del cast.

La delusione principale però è la direzione di Emanuel Villaume. Preciso, ordinato, pulitissimo, capace tra l’altro di ottenere un bel suono compatto dalla Filarmonica Slovena. Manca però di una delineata personalità che non riesce a far percepire i fremiti di Iolanta, la sua sofferenza, la sua trasformazione.
Rende benissimo il clima iniziale, l’orchestrazione è perfetta nel suo richiamare il bel giardino dalla vegetazione lussureggiante. Purtroppo però rimane ancorato a questa visione durante tutta l’opera. La linfa vitale di Iolanta non scorre in orchestra tanto quanto scorre nell’interpretazione della Netrebko che troverà suo partner ideale in quel Gergiev straordinario nelle recite al Met dove i fremiti di una innocente fanciulla che scopre la vita, l’amore, la passione verranno svelati in tutta la loro potenza.
Villaume purtroppo si limita a pattinare delicatamente su questi mutamenti, fondamentali però nella comprensione dell’opera.
In conclusione una registrazione imperdibile per conoscere un’opera deliziosa e soprattutto per sentire una delle più belle voci del mondo al suo clamoroso apice.
Marco Delfini Strozzi (Flipperino)

Categoria: Dischi

 

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