Lunedì, 07 Ottobre 2024

Tabarro

Aggiunto il 04 Dicembre, 2010


GIACOMO PUCCINI
IL TABARRO

• Michele INGVAR WIXELL
• Giorgetta RENATA SCOTTO
• Luigi PLACIDO DOMINGO
• Il Tinca MICHEL SENECHAL
• Il Talpa DENIS WICKS
• La Frugola GILLIAN KNIGHT
• Un venditore di canzonette JOHN TRELEAVEN
• Due amanti YVONNE KENNY, PETER JEFFES

London Symphony Orchestra
LORIN MAAZEL

Luogo e data di registrazione: Emi Abbey Road Studios 1976
Ed. discografica: Sony, 3 CD economici (Trittico completo)

Note tecniche sulla registrazione: suono di ottima presenza

Pregi: Wixell

Difetti: Domingo; la suddivisione in tracks

Valutazione finale: images/giudizi/mediocre-sufficiente.png

Come per le altre componenti di questo “Trittico”, premettiamo il nostro profondo biasimo per l’assemblaggio e la rimasterizzazione che prevede un solo track: siamo nel 2010 e queste cose non sono proprio più ammissibili nemmeno per una registrazione casalinga di quelle che si condividono su OperaShare, figuriamoci per un’edizione Sony. Pessima scelta, quindi, che penalizza ulteriormente un prodotto che già di per se stesso non si segnala per virtù particolari.
Poi passiamo alle curiosità.
Elemento numero uno: scoprire in un ruolo assolutamente secondario un futuro interprete wagneriano di rilievo, e ci riferiamo ovviamente a John Treleaven, qui un non memorabile venditore di canzonette.
Elemento numero due: scoprire nei panni dell’innamorata nientemeno che Yvonne Kenny, all’epoca alle soglie di una celebrità mai veramente compiuta.
Si potrebbe malignamente dire che qui finiscono gli aspetti veramente interessanti di quest’edizione che, se non finisce veramente per dispiacere, è tuttavia un’incompiuta, figlia di un modo di “registrare musica” proprio dell’epoca. E difatti le componenti ci sono tutte.
C’è Domingo, che assicura la vendibilità al prodotto.
C’è la Scotto che, come Juliette Grèco, dà una patina di intellettuale esistenzialismo a un personaggio che di tutto ha bisogno fuorché di questo.
C’è un baritono all’epoca ancora poco conosciuto in Italia ma che, per come sono messe le forze in campo, alla fine è il migliore della compagnia.
E le cose, tutto sommato, potrebbero finire qui, ma questo finirebbe per essere un torto per una cantante che, in un modo o nell’altro, ha fatto la Storia del canto d’opera: ci riferiamo ovviamente proprio a Renata Scotto, che nobilita questa registrazione con la sua presenza.
Non sapremmo cosa dirvi: non si può dire che non si dia da fare; la professionalità è quella di sempre e il piglio aggressivo è pur sempre quello della Primadonna di rango. Ma, ahimè, proprio non ci siamo: questa grande, grandissima cantante è falsa, artificiosa, artefatta nella parte di una provinciale, una che Jacques Brel avrebbe definito una “fausse blonde”. Non le si può credere nemmeno un attimo quando canta “E’ ben altro il mio sogno”; e, oltre a tutto, è in percettibile difficoltà nella partitura. È una Grande che si atteggia a disperata, e questa diminutio non viene mai bene a quelle che Primedonne lo sono per rango, e non per artifizio. Quindi una prova che resta a metà del guado: ricca di personalità come tutte le performance di Renata Scotto, ma mai veramente credibile.
Molto meglio di lei Wixell. Magari non personalissimo, ma vocalmente corretto, esente da gigionate e ricco di dolente umanità. Canto non sempre perfetto né irreprensibile, è vero, ma alla fine funziona ed è commovente.
Domingo è un disastro, come spesso gli capitava in quel periodo: fa le lotte con gli acuti di Luigi e finisce sconfitto. Inoltre è terribilmente generico nell’espressione e falsamente muscolare ed ipertrofico.
Così così i comprimari: interessante il Tinca di Sénéchal, ma il resto è ordinaria amministrazione, al di là dei “futures” rappresentati dai nomi all’epoca non ancora così celebri

Categoria: Dischi

 

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