Mercoledì, 03 Luglio 2024

Gotterdammerung

Aggiunto il 23 Ottobre, 2009


RICHARD WAGNER
GOTTEDAMMERUNG

CAST :

 Siegfried RENE’ KOLLO
 Gunther HANS GUNTHER NOCKER
 Alberich SIEGMUND NIMSGERN
 Hagen MATTI SALMINEN
 Brunnhilde JEANNINE ALTMEYER
 Gutrune NORMA SHARP
 Waltraute ORTRUN WENKEL
 Erste Norn ANNE GJEVANG
 Zweite Norn DAPHNE EVANGELATOS
 DritteNorn RUTH FALCON
 Woglinde LUCIA POPP
 Wellgunde UTA PRIEW
 Flosshilde HANNA SCHWARZ

Staatskapelle Dresden
MAREK JANOWSKI

Luogo e data di registrazione: Lukaskirche Dresden, gennaio, febbraio e marzo 1983.
Edizione discografica : BMG

Note tecniche: una registrazione di ottima qualità

Pregi : la Brunhilde "umana", voluttuosa della Altmeyer e la direzione di Janowski

Difetti : voci maschili, Salminen non ancora al top delle sue performances, osceno Gunter Nocker

Giudizio complessivo : images/giudizi/sufficiente.png


Ed eccoci all’epilogo finale del Ring "janowskiano. Opera storicamente affidata a voci gloriose, di tonnellaggio consistente atte a supportare il magma sonoro che Wagner affibbia ai poveri cantanti ... Purtroppo, e l’avevo già scritto nei precedendi articoli riguardanti, negli anni ’80 si stava attuando la cosiddetta rivoluzione intimista dell’interpretazione wagneriana, un evento che di fatto accantonava le “vecchie gloriose canne" dei bei tempi che furono e che tuttora alcuni rimpiangono con amarezza. In questa incisione le voci sembrano soffrire terribilmente l’imponente edificio istituito dal "sadico" Wagner, e gli innumerevoli artifici costruti dal direttore ben poco riescono a supportare l’evidente difficoltà del cast a reggere tale parte. Ecco allora che in questi frangenti, più che il tonnellaggio vocale, entra in azione l’intelligenza del fraseggio ed una dizione prettamente declamatoria che sappia "colorire" la frase. Vantaggio? Svantaggio? Difficile da dire: se c’è un argomento che si presta a mille interpretazioni possibili è proprio questo, ampiamente dominato dai gusti dell’ascoltatore: per qualcuno il lavorio sulla parola è irrinunciabile, per qualcun altro farà sempre premio il monumento vocale, ma resta il dato storico: negli Anni Ottanta del secolo testè concluso questo era il risultato di un’evoluzione che era iniziata molti anni prima, e sempre in terra tedesca. È un argomento sul quale, ovviamente, non ci ripeteremo ulteriormente sulle pagine di questo sito.
Detto questo, se sul versante femminile non mancano soddisfazioni, su quello maschile è più o meno tabula rasa. Partiamo dal meno peggio, ovverossia Kollo, all’epoca quarantaseienne e nel pieno della maturità artistica e vocale. Voce squillante, chiara ne fa un Siegfried baldanzoso, ribaldo, audace, sfrontato, più per la peculiarità dell’emissione che per costruzione della frase musicale. Anzi, diciamola tutta: un fraseggio così inerte e sciatto, ad onor del vero, difficilmente mi si era capitato di sentorlo.
Discorso che si può rigirare pari pari su Salminen, cui viene affidato il ruolo di Hagen, a dire il vero in un’età forse ancora poco matura per un personaggio di questo genere: il risultato è che lo affronta con una "nonchalance" disarmante, sminuendone in misura grossolana i tratti caratteristici che altri interpreti anche assai meno dotati hanno fatto emergere meglio. Un vero peccato per un materiale vocale che dimostrerà successivamente ben altre qualità ma qui, rimarchiamolo, sembra pagare lo scotto della relativa scarsa maturazione di un ruolo così complesso.
E che dire dell’orrido Hans Gunther Nocker, capace di ridurre una parte così splendida a semplice macchietta, con l’aggravante del colore anonimo ed insignificante.
Dalle note dolenti, passiamo finalmente a quelle liete: a partire, ad esempio, della Brunhilde di Altmeyer. Resto convinto che la sua scelta, in un certo senso suicida per il suo tipo di vocalità, abbia invece ridato vigore, splendore, spruzzato di novità su un ruolo che sembrava oramai a stilemi assai più volitivi. Con lei riscopriamo la femminilità, la fragilità di essere donna. La scena dell’Immolazione, resa con partecipa commozione ed intatto coraggio dalla Altmeyer, è un alto esempio di vero teatro musicale.
Gli fa da ottimo contrasto la Waltraute sicura, affidabile della Wenkel, così come più che buona è la perfomance della Gutrune della Sharp, che sembra quasi volersi scusare con l’ascoltatore di avere un fratello sciagurato come Nocker. Sugli scudi le tre Norne, ma in misura ancor maggiore le tre lussuosissime Ondine (Popp, Priew e Schwarz!!!).
Per ultimo ho lasciato il direttore. Se dovessi scegliere la sua migliore perfomance nell’arco dell’intero Ring, opterei senza ombra di dubbio perquesta. Ha saputo rendere i non pochi "grandi momenti" con sagacia e bravura. Oltre all’ottima "scena dell’Immolazione", da menzionare la "marcia funebre", spesso eseguita come pezzo a se’ stante, ma che il direttore ha saputo rendere con continuità, senza spezzare il senso del dramma e senza cedere alla tentazione del grande momento solistico. Un 2 stelle finale forse un po’ severo come giudizio, ma "Gotterdammerung" non è solo Brunnhilde ...

Vittorio Viganò

Categoria: Dischi

 

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