Lunedì, 07 Ottobre 2024

Werther

Aggiunto il 12 Luglio, 2013


Jules MASSENET
WERTHER

• Werther GEORGES THILL
• Charlotte NINON VALLIN
• Sophie GERMAINE FÉRALDI
• Albert MARCEL ROCQUE
• Le bailli ARMAND NARÇON
• Johann LOUIS GUÉNOT
• Schmidt HENRI NIEL


Children's Chorus of the Cantoria
Chorus and Orchestra of the Paris Opera

Direzione: ELIE COHEN

Luogo e data di registrazione: Parigi, gennaio 1931
Ed. discografica: Naxos Historical 8.110061-62 (2 CD); la registrazione è disponibile anche in altre etichette

Note tecniche sulla registrazione: nonostante l´etá è un disco perfettamente godibile dal punto di vista del sonoro.
Pregi: il Werther di Georges Thill e la Charlotte della Vallin, interpreti tuttora di riferimento.
Difetti: i tagli, copiosi, ma perfettamente comprensibili considerato l´anno di incisione.

Valutazione finale: images/giudizi/eccezionale.png


Ha 82 anni, questa distinta signora, ma non li dimostra: a tutt´oggi la prima incisione in studio dell´opera di Massenet continua a collocarsi saldamente in cima ad una discografia tutt´altro che esigua.
Qualche ruga la si avverte, all´ascolto, ma è ben poca cosa: l´audio monofonico, la secchezza dell´orchestra, i tagli, il vibrato del canto... tutti elementi che accrescono il valore di questo Werther, documento straordinario dal punto di vista della storia dell´interpretazione e punto di riferimento tuttora attualissimo per l´adesione allo spirito musicale e l´idiomaticitá del canto.
L’amico Mattioli a proposito di quest’opera scrive “ Come al solito, tutto all’opera dipende da come lo si fa”. Certo, Werther è (potenzialmente) un capolavoro. E abituati a decenni di interpretazioni mielose o turgori romantici, basta ascoltare pochi minuti di questa incisione per rendersene davvero conto.
Commercializzata come quindici dischi 78 giri sotto l’etichetta Columbia, questa edizione venne realizzata a neanche vent’anni dalla morte del compositore, e riunisce un cast praticamente perfetto.
Il protagonista, innanzitutto. Georges Thill riesce come forse nessun´altro a trasmettere il carattere giovanile, ardente e al contempo malinconico, di questo poeta sognatore, capace di commuovere tanto nell´invocazione alla Natura (che nella freschezza del canto diventa preghiera che sale spontanea al labbro, anziché professorale lezione di filosofia) quanto nei momenti di più accesa disperazione. Persino la crepa che per un attimo sembra offuscare il bagliore dell’acuto che conclude l’aria di Ossian contribuisce a fare di questo Werther un adolescente per la cui fragilità è difficile non provare autentica compassione e simpatia. Il che, sia detto per inciso, non è poi così scontato, considerando la sfilza di tenori piagnucolosi che hanno affrontato successivamente questo ruolo.
Il fatto che a distanza di così tanti decenni il Werther di Georges Thill sia ancora imprescindibile punto di riferimento la dice lunga sulla statura immensa di questo interprete, e induce ad un notevole, malinconico, ridimensionamento di molti suoi successori.
In una prospettiva storica non si può prescindere dall´interpretazione di Thill per valutare i successivi approcci al ruolo di Werther, siano essi stati di continuità o di rottura rispetto a tale modello di riferimento. Il saccente, noiosissimo Kraus – impeccabile eppur stucchevole professore di canto – è, al confronto, interprete alquanto invecchiato, e molto lontano dalla sensibilità odierna. Lo stesso Alagna non dice nulla di nuovo, di fatto ponendosi sulla stessa linea vocale ed interpretativa di Thill, di cui può essere considerato un epigono. A dispetto delle precoci falle vocali, Villazón per primo ha tentato di prestare al personaggio accenti nuovi, facendo di Werther un nostro contemporaneo, lacerato tra contrasti estremi, lampi di esaltazione e abissi di disperazione. Solo Kaufmann, però, è riuscito a rendere appieno la cupa, disperata nevrosi del personaggio, recuperando in questo i tratti dell’originale goethiano. Ma questa, si sa, è un´altra storia.
Accanto al trentacinquenne Thill troviamo la splendida Charlotte di Ninon Vallin: linea impeccabile, voce d´argento (come la definì lo stesso Claude Debussy che scelse la cantante per la prima esecuzione de Le Martyre de saint Sébastien), interpretazione intensa e sobria al contempo, prodiga di colori e sfumature mai esibite, ma che dal canto nascono e nel canto trovano la loro ragione d’essere, lontana mille miglia dalle leziosità e dai manierismi di molte cantanti successive.
Del pari eccellenti l´Albert di Marcel Roquel e la Sophie di Germaine Féraldy. Direzione estremamente lineare e composta di Elie Cohen e parti di fianco ottime.
A proposito di questa incisione lo scrittore francese Henri Béraud scrisse: “Mai prima d’ora, l’ago furtivo e seducente del mio grammofono aveva intessuto tela più perfetta. Questa partitura del Werther, sepolta al mio sguardo dalla polvere dei più remoti ricordi, la riscopro ora nella sua grazia originaria”. E’ davvero così.
Francesco Brigo, AKA Dr. Malatesta

 

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