Don Pasquale (Donizetti)

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Don Pasquale (Donizetti)

Messaggioda Tucidide » dom 14 giu 2009, 22:48

BOLOGNA 14-06-2009
L'ultimo spettacolo della travagliata stagione 2008-09 del Comunale di Bologna presentava come motivo principale di interesse il debutto di Michele Pertusi nel ruolo del titolo, attorniato da due giovani (Arianna Ballotta e Davide Bartolucci) e da Francesco Meli (solo per due recite, però).
La regia di Antoniozzi ha per mio gusto pregi e difetti: fra i primi, il gusto per la narrazione vivace e per le trovate divertenti, nonché un discreto lavoro sulla recitazione dei personaggi; fra i secondi, una certa tendenza alla gag da avanspettacolo, e la sensazione che manchi una vera impronta personale. Malatesta, oltre che medico, è un sacerdote, guida spirituale di un bigottissimo Pasquale da Corneto, che addirittura tiene la bandiera della Città del Vaticano in casa. Quindi, tutta la vicenda è uno scherzo da prete. :D Ernesto è un ragazzo moderno (bamboccione, ha suggerito un mio amico), che veste tute e jeans e ama giocare alla Playstation, Norina una ragazza del pari moderna, che amam fare shopping e si presenta assai poco vestita nell'aria di sortita (con conseguente soddisfazione visiva del pubblico maschile etero :mrgreen: ) e quando comincia ad imperversare in casa di Don Pasquale, la prima cosa che fa è togliere la bandiera.
Ripeto, niente di straordinario, ma Don Pasquale è un'opera buffa, e deve far ridere: missione compiuta, e tanto basta.
Del cast, Pertusi mi è piaciuto moltissimo. Io stimo questo cantante, e trovo che il suo gusto per la sottolineatura puntigliosa e per il calligrafismo sortisca risultati migliori alle prese con personaggi da opera buffa o semiseria. Il suo Don Pasquale è stato giovanile, energico, privo di buffonerie, molto ben cantato tranne che nel sillabato del duetto con Malatesta, un po' confuso e poco scandito.
Davide Bartolucci, Malatesta, pare che sia il fidanzato nella vita reale della Ballotta. Devo dunque fargli i complimenti per l'ottimo gusto in campo femminile, :mrgreen: e nel complesso anche per la pulizia del canto, che però è stato molto anonimo e di limitata autorevolezza, sia vocale sia interpretativa. Malatesta è il vero artefice dell'imbroglio, e nella visione registica di Antoniozzi riveste un ruolo ancora più importante del solito: affidarlo ad un ragazzo così giovane è stato un rischio. La voce è comunque interessante, leggera e molto chiara, e non sembra patire le alte tessiture (anche se qualche acuto nella sortita non sfogava perfettamente).
La Ballotta non mi ha convinto granché, devo dire: in scena ci stava bene, visto che è molto carina e spigliata, ma il canto è stato piuttosto asprigno nei centri, e guadagnava volume e penetrazione solo negli acuti: discreta ma pallidina nell'aria di sortita, a disagio nel duetto con Malatesta, si è districata bene nelle variazioni del rondò finale, intelligentemente scritte per far risaltare le zone privilegiate della voce. Si è astenuta, e ha fatto bene, da smancerie e mossette da soubrette, che con un timbro così sarebbero sonate fatalmente gnegnerose ma ugualmente mi è parsa piuttosto generica nell'interpretazione, che definirei un po' monocromatica.
Francesco Meli. Questo tenore sta vivendo un periodo di boom, guadagnando fragorosi consensi in ogni teatro ed in qualunque ruolo in cui si esibisca. La voce è davvero molto bella e generosa quanto a decibel, e non si può dire che il cantante sia generico, visto che tenta spesso assottigliamenti e variazioni dinamiche. Però il porgere è quello del tenore da loggione.
Ho riletto la recensione di Pietro della Sonnambula con la Dessay: su Meli dice:
nessuno può dire male del canto di Meli, uno dei più interessanti tenori dell’ultima generazione, dotato di canto timbrato e squillante: però comunica poco. Il problema, probabilmente, sta nel fatto che ha di fronte un tale mostro di bravura che è oggettivamente più avanti di lui nel distillare emozioni; ma il confronto ogni tanto ci sembra proprio stridente.

Io credo che non sia il contrasto con la Dessay a frenare la prova di Meli in quell'incisione. Meli canta proprio così. Io, forse sarò cattivo, lo trovo in questo un po' simile ad Alvarez. Canto generoso. Anche troppo. Non è stato malvagio nella sortita, ma ha cantato proprio male l'aria "Cercherò lontana terra" con relativa cabaletta, dove è arrivato alla fine spossato e quasi afono. Non ce n'era bisogno. Se spingesse la metà di quello che fa, si sentirebbe benissimo lo stesso, e l'effetto sarebbe tutto più tranquillo e rilassato. Nell'ultimo quadro, è stato bravo nella serenata (e il teatro è scoppiato in un'ovazione) ma non è riuscito a ripetersi nel duettino con Norina, risolvendolo con falsettini e poco legato.
Quello che manca a questo tenore è soprattutto la capacità di gestire le proprie risorse vocali e tecniche. Non è obbligatorio saper fare le mezzevoci di Schipa o gli acuti di Kraus, ma ci sono stati fior di tenori che hanno cantato per anni ed anni senza avere una tecnica precisissima. Il punto è riuscire a non far avvertire le manchevolezze al pubblico. Meli, ogni volta che fa un falsetto, fa avvertire la difficoltà, e l'appressarsi dell'acuto gli rende la voce rigida, sebbene conservi uno squillo invidiabile. Questo penalizza il risultato, anche se il pubblico pare gradire, visto che mi sembra abbia avuto quasi più applausi di quelli, meritatissimi, a Pertusi.
Il direttore Vordoni non ha ricavato dall'Orchestra del Comunale un suono molto pulito, ma ha cercato per lo meno di non coprire le voci.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Messaggioda DottorMalatesta » gio 12 lug 2012, 17:09

Don Pasquale alla Scala ovvero... l'ennesimo capolavoro travisato!
Che Don Pasquale di Donizetti rappresenti un unicum in tutto il teatro musicale non è affatto scontato. La sua comicità risiede lontano assai dalla geometrica, surreale, coloratissima farsa rossiniana (non solo per criteri cronologici, ma anche e soprattutto per motivi stilistici), essendo piuttosto commedia di caratteri, dramma comico o commedia drammatica (mi passate l'ossimoro?), dove il sorriso si stempera nella malinconia, dove agiscono uomini e donne in carne ed ossa, non semplici maschere, e dove dietro ad ogni melodia c'è un cuore che batte, un cuore che soffre, un cuore che ama, un cuore che invecchia. Di tradizionale in questa commedia c'è solo l'impianto, tutto il resto è aria nuova (è forse l'unica (l’ultima?) vera "commedia romantica").
Dirigere quest'opera come fosse una farsa del primo Rossini (cosa che ahimè capita 9 volte su 10) significa non aver capito niente.

Peccato quindi che alla Scala un capolavoro di modernità assoluta come il Don Pasquale sia stato sminuito a commedia da teatro delle maschere tipo Arlecchino, Pulcinella e Pantalone. La responsabilità è in buona parte da attribuirsi al direttore, quell'Enrique Mazzola che aveva diretto un Don Pasquale altrettanto "sbagliato" a Parigi qualche mese fa (Corbelli e Rancatore nel cast) e che, recidivo, imposta la sua lettura alternando ritmi serratissimi a sdilinquimenti melodici che sanno tremendamente di falso (mentre l'aria di Ernesto dovrebbe bruciare di verità!), in una direzione schizofrenica, pesante e chiassona, nella quale annegano le straordinarie novità timbriche e melodiche dell'orchestra di Donizetti.

Il canto, purtroppo, si adegua a tale interpretazione. Sono cantanti per buona parte giovanissimi, gli allievi dell'Accademia del Teatro alla Scala, e quindi si possono perdonare gli acuti caprini di Leonardo Cortellazzi (Ernesto) (certo che l’acuto urlacchiato e striminzito al termine della cabaletta, non gliel’ha mica prescritto il Dottor Malatesta!), o le intemperanze vocali di Ludmilla Bauerfeldt (Norina) e Filippo Polinelli (Malatesta), ma un'interpretazione talmente sopra le righe, talmente caricaturale da risultare gelida nella sua programmatic assenza di ogni reale sentimento, è difficile da sopportare. Perché si ride, certo che si ride in Don Pasquale!, ma non si ride quasi mai a crepapelle, il riso si mescola al rimpianto e alla lacrima (non siamo poi così lontani dlla "furtiva lagrima" dell'altro capolavoro comico-sentimentale del bergamasco). Bravo Alaimo, bella voce, attore spigliato, ottima linea di canto, nel complesso quasi sobrio, forse l'unico a sottrarsi ad un'interpretazione macchiettistica dell’opera.

Anche l’impianto dello spettacolo (regia di Jonathan Miller) tende di per sé ad un “sopra le righe” che porta a snaturare il senso comico di quest’opera. Ambientare la vicenda in una “casa di bambola” (Ibsen, sia ben chiaro, non c’entra nulla. Qui purtroppo si tratta proprio di bambole di porcellana!) significa trattare i personaggi come pupattoli, non come esseri in carne ed ossa che vivono sulla loro carne ansie, paure, illusioni e disillusioni. La scenografia appare comunque estremamente funzionale, le controscene vivaci ma non distraenti, e la conduzione della vicenda viene narrata con estremamente efficacia e coerenza narrativa.
Successo di pubblico e grasse risate. Risus abundat in ore stultorum.

Francesco

P.S. Tornato a casa mi sono voluto rifare con qualche Don Pasquale autentico (non made in China né tantomeno made by Dozinetti). Per cui mi sono visto il Don Pasquale diretto da Erede (con Italo Tajo, Cesare Valletti, Alda Noni e l’insuperabile Sesto Bruscantini come Malatesta), riascoltato per la milionesima volta l’interpretazione del “Maestro” (forse una delle sue meglio riuscite) con uno splendido cast (Freni, Bruscantini, Nucci), e l’evergreen anni ’50 (Bruscantini, Valletti, Noni, Borriello). In più oggi, 12 luglio, mio compleanno (31 anni, sigh!), il dottor Malatesta, che poi sarei sempre io (dottore in Medicina e presto Neurologo fatto), mi ha regalato un altro Don Pasquale che sulla carta dovrebbe essere vincente: Dara, Serra e Corbelli (direttore Bruno Campanella). Dozzinale Donizetti? Ma quando mai!!!
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Re: Don Pasquale (Donizetti)

Messaggioda DottorMalatesta » gio 12 lug 2012, 23:23

Ciao "Tucidide",
non sapevo che Pertusi avesse debuttato da poco nel Don Pasquale. Il suo Falstaff ascoltato qualche anno fa al Filarmonico di Verona è stata una delle più belle interpretazioni teatrali mai ascoltate dal vivo. L'anno scorso come Mustafà nell'Italiana in Algeri alla scala mim è sembrato un po' sottotono, ma sono contento di leggere che a Bologna è stato apprezzato. Mi spiace un po' non averlo sentito alla Scala (Alaimo è stato bravo, ma la curiosità di ascoltare Pertusi mi è rimasta), anche perché tra gli italiani è un grande artista, oltre che un ottimo cantante!
Riguardo a Francesco Meli, sono in parte d'accordo con te. Tende un po' al canto spiegato, generoso, da "cuore in mano" (un po' alla Villazon, speriamo non lo rovini!), ma al bisogno sa anche sfumare e addolcire la frase. La voce è bella (ancorché un po' acidula come timbro. In definitiva preferisco il timbro di un Florez), molto ben appoggiata e proiettata. Ti assicuro che come Almaviva/Lindoro all'Arena di Verona la voce corre e corre assai, il che è molto, considerando che l'Arena è uno spazio molto poco favorevole alla musica (e ancor meno al teatro). Di questi tempi poi avere un cantante come Meli è una grazia (certo, Kraus è su un altro pianeta, ma basta rimpiangere les neiges d'antan!). Avercene di più di cantanti così!

Ciao,
Francesco

P.S.: non condivido del tutto il commento su Alvarez che, quando vuole, sa addolcire. Il suo Rodolfo nella Luisa Miller (con Nucci e la Cedolins) era particolarmente ricco di sfumature, apice un "quando le sere al placido" da antologia.
Ultima modifica di DottorMalatesta il gio 12 lug 2012, 23:33, modificato 1 volta in totale.
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Re: Don Pasquale (Donizetti)

Messaggioda DottorMalatesta » ven 13 lug 2012, 9:20

Mi è capitato più volte di interrogarmi sulla caratterizzazione data da Donizetti ai personaggi del suo Don Paquale. È indubbio che, almeno nella prima parte dell’opera, le simpatie dello spettatore/ascoltatore vadano al trio Norina/Ernesto/Malatesta. Al vecchio Pasquale si guarda invece con un sorriso che è al contempo derisione e commiserazione. No, un vecchiaccio così, che si oppone all’amore del giovane tenorino per la sua bella davvero non merita alcuna pietà. È come nella commedia dell’arte: tutti fanno il tifo per il giovane e sfortunato Arlecchino, nessuno per l’avaro e bisbetico Pantalone, ed è giusto che sia così.
Eppure nel corso dell’opera si verifica, quasi in maniera impercettibile, un completo “rovesciamento etico” dei personaggi. Lo spettatore è sempre più a disagio nell’assistere alla burla crudele cui viene sottoposto il povero vecchio. Ed ecco, la commiserazione per Pasquale comincia a mescolarsi alla pietà, apice la scena dello schiaffo, dove all’ “è finita, don Pasquale”, siamo tutti con lui. Di fatto, a ben pensarci, Norina ha nel cuore un’ombra di crudeltà. E immagino che il ménage coniugale con Ernesto non sarà tutto rosa e fiori: prevedo già liti a non finire sulla gestione della casa, con lei che rimprovera lui perché se ne sta in panciolle tutto il giorno, di lavorare non se ne parla proprio, e se anche ha scialacquato da un pezzo tutta l’eredità di don Pasquale pazienza, si chiederà qualche prestito… Ho dei dubbi che quel bamboccione di Ernesto sappia trasformarsi in uomo maturo e responsabile, degno marito e buon padre! Non parliamo poi di Malatesta che, pur essendone il medico, è causa prima dello scadimento fisico-psichico del Pasquale, e che, ne sono convinto, provocando un aggravamento della di lui angina pectoris, ha sicuramente condotto il vecchio burlato ad una morte precoce. Qualcosa mi dice che il buon medico il giuramento di Ippocrate avrebbe dovuto leggerselo almeno una volta…
Il rimescolamento continuo della caratterizzazione etica dei personaggi ha un chiaro scopo: dimostrare che, a differenza della farsa rossiniana, il bene è contaminato dal male, ed il male è in parte redento dal bene. Nessuno è completamente buono, nessuno è pienamente malvagio. Ecco perché il Don Pasquale non è una farsa, ma una commedia che parla di noi. L’ambiguità è l’essenza dell’essere umano. Era la grande lezione del Così fan tutte e delle Nozze di Figaro. In questo, Donizetti non è secondo al genio di Salisbugo.

Francesco
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Re: Don Pasquale (Donizetti)

Messaggioda Luca » mar 17 lug 2012, 21:16

Tutto giusto quello che dici DottorMalatesta, ma il Don Pasquale è soltanto apparentemente un opera comica: è amara, perché oltre alla trama e ai personaggi che tu hai analizzato, la musica di Donizetti sottolinea fortemente questo sfondo drammatico. Basta pensare al frennetico concertato finale del II atto: si ride ed è coinvolgente l'ascolto, ma la musica escogitata da Donizetti è un rullo compressore che tende ad affossare non solo Don Pasquale, ma i rapporti umani in generale. Inoltre nella scena dello schiaffo ascolta il commento alla frase "E' finita Don Pasquale". Anche la stessa morale finale cantata da Norina, mi chiedo, è giustificata, oppure è un passaporto per il povero Pasquale per una vicina casa di riposo ? Mi sono sempre molto divertito nell'assistere a quest'opera, ma non si può fare a meno di fare simili considerazioni! In sostanza: si ride (come del resto in Falstaff e Gianni Schicchi) sulle disgrazie degli altri.....

Saluti, Luca.
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Re: Don Pasquale (Donizetti)

Messaggioda DottorMalatesta » mar 17 lug 2012, 21:47

Luca ha scritto:Tutto giusto quello che dici DottorMalatesta, ma il Don Pasquale è soltanto apparentemente un opera comica: è amara, perché oltre alla trama e ai personaggi che tu hai analizzato, la musica di Donizetti sottolinea fortemente questo sfondo drammatico.

Inoltre nella scena dello schiaffo ascolta il commento alla frase "E' finita Don Pasquale". Anche la stessa morale finale cantata da Norina, mi chiedo, è giustificata, oppure è un passaporto per il povero Pasquale per una vicina casa di riposo ?



Ciao Luca,
piacere di conoscerti e grazie per il tuo commento.
Sono d'accordo con te: don Pasquale è un'opera impregnata di un riso amaro, certo non è un'opera buffa.
In effetti, come fai giustamente notare tu, il protagonista alla frase "E' finita Don Pasquale" rinuncia al canto, rifugiandosi in una sola nota, rifugio dalla grettezza e dalla volgarità di quelle "belle persone" che lo circondano pronte (come suggerisci tu) a spedirlo alla vicina casa di riposo. Ce ne sarebbero di riflessioni da fare...
Ciao,
Francesco

P.S.: non possiedo l'edizione diretta da Roberto Abbado con Bruson, Allen, la Mei e Lopardo. Il Giudici la stronca come "lo svolgimento puntiglioso d'una tesi dal titolo "Il Don Pasquale come opera seria travestita da comica"". Ad occhio e croce (e anche andando alla memoria al peraltro splendido Falstaff di Bruson) probabilmente Giudici ha ragioni. Tuttavia mi piacerebbe ascoltare con le mie orecchie...
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Re: Don Pasquale (Donizetti)

Messaggioda Luca » mer 18 lug 2012, 19:39

Del Don Pasquale conosco la somma interpretazione di Bruscantini che ha potuto incidere 2 volte l'opera a distanza di 30 anni (CETRA ed EMI, non so poi i live)! E' il più grande 8) : gli altri, a mio avviso, gli reggono lo strascico ed alcuni nemmeno quello. Quanto a Bruson grandissimo artista non l'ho sentita neppur io la sua interpretazione, ma mal mi rassegno a credere che un tipo tanto austero interpretativamente possa calarsi anche nella brillantezza che Donizetti, dopo tutto, dona all'arzillo vecchietto romano! Gli altri: Lopardo e la Mei, mah.... mah.... :roll:

Saluti cordiali, Luca.
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Re: Don Pasquale (Donizetti)

Messaggioda DottorMalatesta » gio 19 lug 2012, 20:31

Ciao Luca,
se ami Bruscantini ti consiglio vivamente di vedere il DVD con il Don Pasquale diretto da Erede (Italo Tajo, Cesare Valletti, Alda Noni e l’insuperabile Sesto Bruscantini come uno dei migliori Malatesta, forse il migliore in assoluto!).
Ciao,
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Re: Don Pasquale (Donizetti)

Messaggioda Enrico » dom 05 ago 2012, 2:00

Luca ha scritto:Del Don Pasquale conosco la somma interpretazione di Bruscantini che ha potuto incidere 2 volte l'opera a distanza di 30 anni (CETRA ed EMI, non so poi i live)! E' il più grande 8) : gli altri, a mio avviso, gli reggono lo strascico ed alcuni nemmeno quello.


Il "mio" Don Pasquale è quello di Enzo Dara, visto dal vivo anni fa in un allestimento del quale era anche regista. Ma non ho visto né sentito Bruscantini.
Il più simpatico l'ho visto a Nichelino: mi ricordava tantissimo mio nonno, anche lui (ri)ammogliatosi in tarda età.
Enrico B.
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Re: Don Pasquale (Donizetti)

Messaggioda Luca » dom 05 ago 2012, 12:47

DottorMalatesta ha scritto:Ciao Luca,
se ami Bruscantini ti consiglio vivamente di vedere il DVD con il Don Pasquale diretto da Erede (Italo Tajo, Cesare Valletti, Alda Noni e l’insuperabile Sesto Bruscantini come uno dei migliori Malatesta, forse il migliore in assoluto!).
Ciao,
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Vedo solo ora, Francesco.
Quel video ce l'ho! Tra l'altro regalatomi da un caro amico di Operadisc.
Saluti, Luca.
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Re: Don Pasquale (Donizetti)

Messaggioda Leporello » sab 25 ago 2012, 23:47

Luca ha scritto:
DottorMalatesta ha scritto:Ciao Luca,
se ami Bruscantini ti consiglio vivamente di vedere il DVD con il Don Pasquale diretto da Erede (Italo Tajo, Cesare Valletti, Alda Noni e l’insuperabile Sesto Bruscantini come uno dei migliori Malatesta, forse il migliore in assoluto!).
Ciao,
Francesco

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Vedo solo ora, Francesco.
Quel video ce l'ho! Tra l'altro regalatomi da un caro amico di Operadisc.
Saluti, Luca.

: Thumbup :

Grazie, Luca, per il "caro amico", che ricambio affettuosamente....
Cmq., quell'edizione del Don Pasquale adesso è godibile anche su youtube.... eccovi i link:

http://www.youtube.com/watch?v=4jgKfaOTR2k

http://www.youtube.com/watch?v=xJ8Uy18pV7A

http://www.youtube.com/watch?v=N_yKbm4cpjA

http://www.youtube.com/watch?v=MeylfMFQLAs

Buona visione a tutti! : Chessygrin :
Sicilides musae paulo majora canamus
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Re: Don Pasquale (Donizetti)

Messaggioda VGobbi » dom 26 ago 2012, 0:52

Grazie mille per la segnalazione, Leporello! : Love :
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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