PQYD ha scritto:Fra le altre cose, il servizio illustra le idee registiche della Nemirova (notevole la somiglianza con Amélie Nothomb - vedi sotto -), che ha trasportato l'azione nella Pietroburgo degli squali post-comunisti per dimostrare che, al giorno d'oggi, sei quello che possiedi. Originalissima, come concezione.
No, hai ragione... non è originale e secondo me nemmeno troppo intelligente (come idea).
Però è da molto tempo ormai che ho smesso di giudicare i registi in base alle loro "concezioni". In fondo non è quello che si richiede loro.
Almeno io non mi aspetto che un regista o un direttore mi "insegnino" qualcosa del mondo! anzi!
Da un regista mi aspetto invece (quali che siano le sue concezioni) che sia in grado di tenere in piedi un'architettura operistica, di narrarla col solo supporto delle immagini, di far interagire le immagini con gli infiniti stimoli provenienti dalla musica.
E in questo senso le poche immagini che ho visto e i tanti commenti che ho sentito mi hanno dato l'idea di un bel lavoro registico.
Ad esempio l'effettone di cui tutti hanno parlato (ossia di far accennare alla Silja patetici passi di minuetto nel rievocare il suo lontanissimo trapassato) mi pare - in teoria - stupendo e perfettamente icastico in rapporto alla musica di Gretry.
Anche l'effetto della sua apparizione come spettro dicono che sia stato clamoroso (ma qui meglio non svelare il coup de theatre... per rispetto di chi dovrà andare a vedere lo spettacolo)
Quello che mi lascia un po' perplesso, come al solito, è Shicoff, per quel poco che si può giudicare da queste immagini.
Quello stile di recitazione perennemente agitato e infantile, da nevrotico anni '70, si è già visto un po' troppo spesso nei suoi personaggi... e poi, Dio mio, quei capelli tinti e stratinti!
Invece concordo con Teo sulla bella impressione che fa la Serafin: pare una considerevole personalità.
Be'... vedremo.
Certo, piaccia o non piaccia, è uno di quegli spettacoli "grandi", forieri di dibattiti e discussioni, ricchi di forti personalità, che animano e arricchiscono il nostro caro mondo dell'opera.
Salutoni
Matteo