Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

problemi estetici, storici, tecnici sull'opera

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Re: Sposa dello Zar alla Scala

Messaggioda teo.emme » mar 18 mar 2014, 1:03

beckmesser ha scritto:Anche su Mozart ti chiedi:

teo.emme ha scritto:Parli di Gardiner, ma negli anni '80 quale grande teatro affidava a Gardiner Mozart?


rispondo semplicemente: Parma.

Ma come ci arrivò Gardiner? Con che orchestra? Se non sbaglio era "in turné" con la sua...ora ti domando: è ipotizzabile - anche oggi - che alla Scala si appaltino opere ad altre orchestre...? E negli anni '80?
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Re: Sposa dello Zar alla Scala

Messaggioda mattioli » mar 18 mar 2014, 9:04

io sono un puro figlio del “ventennio”


L'analisi del balilla Beck è semplicemente perfetta.
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Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda DottorMalatesta » mar 18 mar 2014, 9:37

beckmesser ha scritto:Resta poi la domanda più inquietante di tutte: cosa ci fa questa serie di lenzuolate su Muti in un thread dedicato a Una sposa per lo Zar di Rimsky?


Perché è primavera, e la pigrizia del moderatore si fa sentire :oops:

Comunque, come hai visto, ho aperto un nuovo thread.

: Thumbup :

Ciao!
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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda Maugham » mar 18 mar 2014, 10:48

mattioli ha scritto:3) ancora sui direttori. Se c'è qualcosa di cui la Scala di Lissner può andare orgogliosa è quella di avere un panel di direttori che nessun teatro d'opera del mondo ha. Ti segnalo che in questa stagione ha inaugurato Gatti, poi abbiamo avuto Barenboim e adesso aspettiamo Pappano e Salonen (tutta gente che notoriamente PRIMA veniva invitata spesso).


Sai che di solito concordo su tutto (com'è intelligente il Mattioli! : Love : ) ma questa storia dei direttori dell'era Lissner che tu da tempo sostieni mi convince fino a un certo punto.

Se non sbaglio:
Salonen è venuto una volta sola in dieci anni e torna adesso.
Pappano arriverà adesso con I troiani, prima andava a far le opere a Santa Cecilia.
Gatti quattro volte in dieci anni
Harding come Gatti.
Gardiner una volta sola.
Così Jurowski.

Minkovski , Rattle, Christie, Harnoncourt, Thielemann, Nagano e nemmeno vecchi volponi del podio (non poi così diversi da Barenboim) come Mehta e Maazel hanno mai messo piede alla Scala nel decennio Lissner.
Tutti direttori che invece ho visto e sentito in altri teatri europei.
Anche in periferia.
Stando ai giovani Currentzis (che è già Currentzis da cinque anni) l'ho sentito a Parigi e a Zurigo. Alla Scala mai.
Per sentire Petrenko devo andare a Monaco mentre alla Scala Wagner lo dirige Barenboim o Haenchen :lol:
Non parliamo poi degli specialisti/e del barocco che sono completamente sconosciuti/e.
Forse mi è sfuggito qualcosa, ma come bilancio direttoriale di una decennio di lavoro non mi sembra poi così esaltante.

Cmq il Mattioli è intelligente per definizione e se ha detto così è così. : CoolGun :

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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda mattioli » mar 18 mar 2014, 11:18

Cmq il Mattioli è intelligente per definizione e se ha detto così è così. : CoolGun :


Ecco, bravo.
Tanto più che io non ho detto che alla Scala ci siano tutti i direttori che contano e nemmeno che ci siano tutti quelli che vorremmo che ci fossero e neanche che non ci sono quelli che non vorremmo che ci fossero.
Ho solo detto che nessuna grande opera house del mondo ne ha tanti.
Per limitarci a questa stagione: Gatti, Harding, Bimbumbàm, Pappano, Salonen nell'opera, Pretre, Harding, Malkki, Bimbumbàm, Pappano, Salonen, Boulez, Jordan, Chailly nei concerti, Gatti, Chung, Luisi, Gergiev nelle ospitate.
Poi anch'io vorrei che Mozart lo facesse Jacobs (soprattutto perché non piace a teo.emme) e che non ci fossero nuove produzioni affidate a Morandi. Però è innegabile che il panel dei direttori della Scala sia più largo di quello di tutti gli altri grandi teatri...
Cmq il Divino è divino per definizione e se non è d'accordo ha ragione lui : CoolGun :

Miao
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PS: compiti a casa. Fate un cast per Ermione. Servono un soprano-Colbran furibondo, un mezzocontralto dolente-dignitoso, un Nozzari, un David, un altro tenore decente. Più direttore e regista.
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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda Maugham » mar 18 mar 2014, 12:00

mattioli ha scritto:
Cmq il Mattioli è intelligente per definizione e se ha detto così è così. : CoolGun :


Ecco, bravo.
Tanto più che io non ho detto che alla Scala ci siano tutti i direttori che contano e nemmeno che ci siano tutti quelli che vorremmo che ci fossero e neanche che non ci sono quelli che non vorremmo che ci fossero.
Ho solo detto che nessuna grande opera house del mondo ne ha tanti.


E io ti ho dimostrato che non è vero. :mrgreen:
In dieci anni Lissner ha ospitato nè più nè meno grandi direttori come Berlino, Londra e Parigi e Zurigo.
Parlo di Opera.
Quest'anno ha comprato due pacchetti pronti che comprendevano Pappano e Salonen. Bene, anzi benissimo! Ma non puoi considerarla una costante. Cioè, puoi considerarla come ti pare, anche perchè con le nostre chiacchiere non cambiamo niente ed è giusto che sia così.
Ti ricordo però che la stagione scorsa più in là di Barenbùm e Harding non siamo andati.
Ed era il bicentenario giustogiusto di due sconosciuti.
E l'anno prima ci si leccava i baffi per Ticciati e Noseda.

Se poi tiri fuori la sinfonica (di cui non mi sembra si stesse parlando) non ti seguo più perchè la Filarmonica della Scala non mi interessa.

PS: compiti a casa. Fate un cast per Ermione. Servono un soprano-Colbran furibondo, un mezzocontralto dolente-dignitoso, un Nozzari, un David, un altro tenore decente. Più direttore e regista.


Per Ermione ci vogliono le VOCI, che sappiano fare le NOTE. Che adesso non ci sono più. Neanche le note. A morte l'Eurosbobba e i Feti d'agenzia.

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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda mattioli » mar 18 mar 2014, 12:13

Certo che sei più ostinato di un mulo... : WallBash :
Vabbé, limitiamoci all'opera (per la Scala consideravo però solo la stagione del teatro, non quella della Fisarmonica).

Allora, primi programmi che ho sottomano:
- Monaco, oltre a Petrenko un Nagano. Stop.
- Zurigo, oltre a Luisi, Belohlavek e Ticciati.
- Parigi, oltre a Jordan, Minkowski, Malkki, Rousset. E Oren in tutte le salse.
E poi Pappano e Salonen non sono pacchetti di giro, sono coproduzioni.

Per Ermione ci vogliono le VOCI, che sappiano fare le NOTE. Che adesso non ci sono più. Neanche le note. A morte l'Eurosbobba e i Feti d'agenzia.


Ah, qui sono d'accordo. E' tutto uno schifo o un complotto. Meglio: uno schifoso complotto. Molto meglio starsene a casa a sentire un bel 78 giri. Ma... a 78 giri di Ermione non c'è nulla! : Hurted : Che cosa faccio?
Facile cavarsela così: io non gioco più...
: CoolGun :

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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda DottorMalatesta » mar 18 mar 2014, 13:05

[quote="mattioli]PS: compiti a casa. Fate un cast per Ermione. Servono un soprano-Colbran furibondo, un mezzocontralto dolente-dignitoso, un Nozzari, un David, un altro tenore decente. Più direttore e regista.[/quote]

Ma come, Alberto!!!!!
Io mi prendo le parole da Beck perché lascio andare la discussione alla deriva, impiego mezz´ora della mia mattina a a risistemare i vari thread... e tu te ne esci con questi palese invito all´OT????
: Andry : : Andry : : Andry :
Dietro la lavagna, in punizione. SOFORT!!!!
:P

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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda mattioli » mar 18 mar 2014, 13:28

Vabbé...
:oops:
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Re: Sposa dello Zar alla Scala

Messaggioda DottorMalatesta » mar 18 mar 2014, 13:29

pbagnoli ha scritto:
flipperinodoc ha scritto:vi prego, amici.....
potete evitare di scrivere cose così intelligenti concentrate in così pochi post??
non sono sicuro che il mio piccolo cervello li possa recepire tutti.....

Va capito.
E' un anestesista


Riceviamo e volentieri pubblichiamo : Chessygrin :

papà, cosa fa un anestesista? previene i danni del chirurgo!
papà ma se il chirurgo i danni li fa lo stesso? allora ci pensa il rianimatore......
papà ma anestesista e rianimatore sono la stessa persona..... APPUNTO!

:lol:

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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda flipperinodoc » mar 18 mar 2014, 13:31

aaarghh!!! francesco noooo, verrò bannato a vita dal nostro illustre chirurgo 8) 8)
non respira! .... sarà all'ottavo piano!
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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda mattioli » mar 18 mar 2014, 13:32

Ah, poi io sarei quello che va OT...
Ma va, va, VA!
:evil:

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PS: apostrofavo ovviamente il Moderatore, non il vecchio Flipp...
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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda beckmesser » mar 18 mar 2014, 17:20

teo.emme ha scritto:Ma come ci arrivò Gardiner? Con che orchestra? Se non sbaglio era "in turné" con la sua...ora ti domando: è ipotizzabile - anche oggi - che alla Scala si appaltino opere ad altre orchestre...? E negli anni '80?


E perché no? Le ospitate di istituzioni musicali le hanno sempre fatte alla Scala. Così come invitavano Gergev con tutta la truppa del Marinsky per allestire una (brutta) Forza del Destino, potevano invitare Gardiner e i suoi a presentare Don Giovanni. E comunque, a fine anni ’90, Gardiner aveva già iniziato a dirigere anche allestimenti con orchestre stabili. Del resto, resta il fatto che, nella primissima stagione post-Muti, Gardiner a dirigere alla Scala c’è venuto: mi sembra dura pensare ad una mera coincidenza.

Sia ben chiaro: non sto dicendo che Muti era cattivo perché non invitava Gardiner; fatti suoi, ne aveva tutto il diritto se non gli piaceva. Ma veramente mi sembra eccessivo parlare di valorizzazione dei grandi direttori dell’epoca solo perché d’ogni tanto si dava uno sgangherato Stiffelio all’ottuagenario Gavazzeni. Anche da spettatori, siamo onesti, si notava un evidente differenza di impegno e di risorse negli allestimenti di Muti rispetto a quelli assegnati ad altri…

Quanto alla situazione attuale, nello scontro fra cotanti duellanti, devo dire che vedo elementi di ragione da parte di entrambi. Sicuramente alla Scala ci sono, numericamente, meno “grandi” direttori che a Zurigo, ma è anche vero che alla Scala c’è una decina di allestimenti, mentre a Zurigo molti ma molti di più. Quello che appare veramente incomprensibile, come già detto, è che, sistematicamente, tutti i grandi direttori vengano messi sul repertorio straniero, e tutti i battisolfa su quello italiano (opera inaugurale a parte). Ma che gli ha fatto Donizetti a Lissner?

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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda teo.emme » mar 18 mar 2014, 18:06

beckmesser ha scritto:E perché no? Le ospitate di istituzioni musicali le hanno sempre fatte alla Scala. Così come invitavano Gergev con tutta la truppa del Marinsky per allestire una (brutta) Forza del Destino, potevano invitare Gardiner e i suoi a presentare Don Giovanni. E comunque, a fine anni ’90, Gardiner aveva già iniziato a dirigere anche allestimenti con orchestre stabili. Del resto, resta il fatto che, nella primissima stagione post-Muti, Gardiner a dirigere alla Scala c’è venuto: mi sembra dura pensare ad una mera coincidenza.


Ma è venuto a dirigere Janaceck...non Mozart. E ci è arrivato dopo aver vistosamente mutato il suo repertorio (non più dedicato quasi unicamente al barocco). Le ospitate a cui ti riferisci erano inserite in quelle "tourné" che ogni tanto i grandi teatri fanno in giro per il mondo (lo fa anche la Scala in Giappone): prima del Mariinsky c'era stato (almeno tre volte) il Bolshoi... Il caso di Gardiner è differente: non sarebbe stata l'ospitata di un teatro, ma di un direttore con la sua orchestra di specialisti di un certo repertorio. Fosse per me un teatro dovrebbe anche dare spazio alla circolazione di orchestre e direttori di consolidata affinità (non solo limitarsi a noleggiare gli allestimenti), ed evitare l'imbarazzante situazione di un Gergiev che arriva a Milano il giorno precedente la prima di Turandot (senza poter contare su una base di solida preparazione) rinunciando di fatto ad una vera "interpretazione"...forse sarebbe meglio far venire Gergiev con i professionisti che conosce...ma è fantalirica.

beckmesser ha scritto:Sia ben chiaro: non sto dicendo che Muti era cattivo perché non invitava Gardiner; fatti suoi, ne aveva tutto il diritto se non gli piaceva. Ma veramente mi sembra eccessivo parlare di valorizzazione dei grandi direttori dell’epoca solo perché d’ogni tanto si dava uno sgangherato Stiffelio all’ottuagenario Gavazzeni. Anche da spettatori, siamo onesti, si notava un evidente differenza di impegno e di risorse negli allestimenti di Muti rispetto a quelli assegnati ad altri…


Non so se sono io ad avere avuto abbagli, ma io non ho visto solo l'ottuagenario Gavazzeni nei pochi spazi lasciati liberi da Muti...ho visto Sinopoli (a dirigere Strauss e Puccini in allestimenti impegnativi), ho visto Chung, ho visto Davis, ho visto Chailly (puoi dire tutto di quell'Angelo di Fuoco, ma non che fosse un allestimento "tirato via"). Oggi l'orizzonte qual'è? D'accordo: ora vengono Salonen e Pappano (ma siamo nel 2014 e Muti se n'è andato più di 10 anni fa) e poi? Luisotti, Morandi, Luisi, Rustioni, Roberto Abbado, Fogliani...si annuncia Nello Santi. Manca solo Oren... Questo non per dire che all'epoca c'era un via vai di direttorissimi, ma che allora non c'era quella chiusura che spesso viene descritta. Poi i punti di criticità rimangono.

beckmesser ha scritto:Quello che appare veramente incomprensibile, come già detto, è che, sistematicamente, tutti i grandi direttori vengano messi sul repertorio straniero, e tutti i battisolfa su quello italiano (opera inaugurale a parte). Ma che gli ha fatto Donizetti a Lissner?


Appunto...ma anche Wagner non è messo meglio perché se è vero che Muti - vivente Sinopoli - poteva evitarsi/ci il Ring, è altrettanto vero che lo stesso poteva fare Barenboim (con Thielemann in circolazione, se proprio si vuole restare ad un approccio classico)... Secondo me l'unica vera grande novità della gestione Lissner (oltre ai finalmente arrivati Salonen e Pappano) è il ciclo Monteverdi affidato ad Alessandrini con i suoi solisti, anche se mortificato dai non allestimenti di Wilson (che a me pare solo un Pizzi in versione più chic)...
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Re: Teatro alla Scala tra passato, presente e futuro

Messaggioda DottorMalatesta » mar 18 mar 2014, 18:32

teo.emme][quote="beckmesser ha scritto:Quello che appare veramente incomprensibile, come già detto, è che, sistematicamente, tutti i grandi direttori vengano messi sul repertorio straniero, e tutti i battisolfa su quello italiano (opera inaugurale a parte). Ma che gli ha fatto Donizetti a Lissner?


Appunto...ma anche Wagner non è messo meglio perché se è vero che Muti - vivente Sinopoli - poteva evitarsi/ci il Ring, è altrettanto vero che lo stesso poteva fare Barenboim (con Thielemann in circolazione, se proprio si vuole restare ad un approccio classico)... Secondo me l'unica vera grande novità della gestione Lissner (oltre ai finalmente arrivati Salonen e Pappano) è il ciclo Monteverdi affidato ad Alessandrini con i suoi solisti, anche se mortificato dai non allestimenti di Wilson (che a me pare solo un Pizzi in versione più chic)...[/quote]

Su questo sono d´accordissimo (con Beckmesser circa Donizetti e con teo.emme sul resto). A mio parere annche Harding poteva essere valorizzato molto di piú. Incluso sul duro giudizio nei confronti di Wilson (a mio parere molto piú insopportabile di Pizzi proprio perché insopportabilmente chic).

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