Oppure e' questo ... Ivan Petrov ... che imponenza ...
Moderatori: DocFlipperino, DottorMalatesta, Maugham
DottorMalatesta ha scritto:Caro Vit, Mimì ti avrebbe detto "hai sbagliato il raffronto"...
Luca ha scritto:
Ma non so poi Francesco dove vedi il lato interessante nell'esecuzione di Gedda: tu parli di perplessità sulla vocalizzazione, ma io allargherei il discorso anche a certi suoni davvero bruttarelli in fascia bassa e poi ad un timbro grigiastro e ad un andamento che non è per nulla gioioso e trascinante. A me Gedda non ha mai fatto impazzire: si aveva un registro acuto esteso, ma poi??? So che molti lo considerano quasi una sorta di Messia, ma per me lo è ...rovesciato. Davanti a Gedda e ad Alva mi tengo - prima di arrivare ai vari Blake, Merritt, Florez, Matteuzzi - il buon Valletti (ma anche Monti, Lazzari) che avrà avuto anche le agilità pesanti, ma torno a dire un pioniere al pari di una Callas che nell'Armida fiorentina del '52 ci fece ascoltare i prodigi del Rossini grintoso e virtuoso.
Manca però all'appello un Merritt: esiste una sua incisione del "Cessa di più resistere" ? Come altro tenore rossiniano vale citare anche Benelli: anch'egli molto più meritevole di Gedda e Alva.
Saluti, Luca.
DottorMalatesta ha scritto:E quale, a tuo parere, il primo Almaviva che si sia sottratto al “tipo” dell´amoroso un po´ esangue (stile Alva, Monti, Florez, etc….)? Io pensavo a Gedda (con Levine). Oppure il remoto Jadlowker (di cui però abbiamo solo qualche brano, non l´opera completa)…
Concordi?
DM
Ringrazio Rodrigo perché è molto illuminante, anche se, per gusti molto personali, non porterei mai in trionfo Carreras. Ma non è questo che mi interessa più di tanto. Credo che ci siano invece 2 punti da sottolineare a livello storico-esecutivo:
1. Non mi pare di aver letto nel testo accanto ai nomi che hanno interpretato il Conte la registrazione (e quindi la prova) di G. Di Stefano del 1950 (quindi nell'epoca aurea), tenore che non era certo timbricamente associabile ai Monti, Valletti, Alva, Lazzari,ecc. Celletti - e qui porto un esempio - nonostante la nota antipatia e stroncature frequenti all'indirizzo di questo cantante, non esita a ritenerlo (salvo qua e la qualche limite) un Grande di Spagna (cf. Il teatro d'opera in disco, Rizzoli, Milano 1976, p. 703, riferendosi ad un'edizione data al MET con Lily Pons e Valdengo nel 1950 diretta da Erede, ma so che ce n'è anche un'altra con la Simionato. E sì che Di Stefano cantava anche Nemorino, alla verista forse, ma gli sottraeva certa zuccherosità che gli proveniva da tutta una linea di cantanti che conosciamo. C'è da dire che un grande assente nell'area rossiniana è stato Gigli che avrebbe potuto, a mio avviso, fare cose grandi. non lo amo alla follia, anzi.... però.... chissà che ci avrebbe offerto...
2. Quanto a J. Serge, Idreno dell'edizione di Semiramide Sutherland-Horne è giusto dire che 'non si comporta bene', ma c'è anche da osservare che Bonynge taglia la prima aria-cabaletta di questo personaggio ("Ah dov'è il cimento") e che essa figura, invece, in un'edizione live data a Londra nel 1969 con la stessa coppia di belcantiste e Vrenios (Raoul dei suoi Ugonotti!) come Idreno. Mentre un altro live romano (orch. RAI) di un anno prima con la Sutherland della stessa opera (con la Sinclair al posto della Horne) vede Garaventa come Idreno e anche qui l'aria-cabaletta è tagliata.
Grazie ancora a Rodrigo e saluti domenicali.
Luca
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