Rossini - Guglielmo Tell - Pesaro 2013

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Rossini - Guglielmo Tell - Pesaro 2013

Messaggioda Maugham » ven 09 ago 2013, 8:39

Dure righe veloci su questo Tell pesarese.
Ho assistito alla generale tramite i buoni uffici di un amico. : Love :
Solita regia di Vick. Vicenda ambientata in un non-luogo dove una comunità oppressa si scontra con quella degli oppressori. Proiezioni in ciclorama, pareti bianche, scritte rivoluzionarie fatte con la vernice rossa, il sipario con un pugno alzato da Corea del Nord. I cattivi sono sadici, ridanciani, feroci, laidi e nemmeno capaci di ballare. I buoni sono gentili, serissimi, teneri, pudichi e straordinariamente bravi come ballerini. Ci sono anche tanti cavalli morti. Uccisi dai cattivi. Arnold durante "Asile héréditaire" guarda le filmine di quando era piccolo e faceva l'ortolano con il suo babbo. Amen.
Mariotti ha diretto con correttezza ma è ancora presto per affrontare certe partiture. Gli manca il senso dell'architetture generale. Più che un'opera sembra un puzzle messo insieme tessera dopo tessera. Certi dettagli sono originali e certi accompagnamenti alle arie dimostrano che il problema di come sostenere le voci in un'opera rossiniana se lo è posto. Ciò non basta per giustificare certi squilibri fonici e certe sonorità, magari anche suggestive, ma ingenuamente applicate ad un contesto teatrale preverdiano che ancora non le prevede. Inoltre Mariotti pecca di astrattezza. Se certe intenzioni sono buone, a volte ottime (tipo l'introduzione all'aria di Mathilde del II atto) rimangono allo stato di abbozzo perchè sgonfiate subito da un'orchestra e un coro volonterosi ma ben lungi dal poter sostenere certe scelte ritmiche e, soprattutto, certe dinamiche al limite della rottura. Il finale III era dalle parti del baccano, la tempesta quasi indecifrabile da un punto di vista strutturale e il finale pompava tanta aria wagneriana da sembrare quello del Rheingold. Più passa il tempo e più, in quest'opera, non mi sposto da Muti. In attesa di Minkovski.
Florez a volte soccombe sotto Arnold. Si cominciano a notare i primi segni del tempo che passa. Sono ovviamente sempre segni su un fuoriclasse e li si nota solo se si confronta il Florez attuale con quello di una decina d'anni fa e soprattutto se lo si ascolta in un ruolo -come in questo caso- che non gli conviene del tutto. Gli acuti a voce piena sono ancora luminosi e squillanti (e lui lo sa bene e quindi ne abbonda) mentre le frasi a mezza voce cominciano a mostrare opacità e velature. La recitazione, ovviamente, non esiste e i gesti sono stereotipati e buoni a tutti gli usi. Duetto e terzetto di buon livello. Purtroppo nella cabalettona (dove tutti lo aspettavamo) ha segnato il passo. Il ruolo gli sta largo e se la ritmica e la scansione della frase sono quelle giuste, purtroppo l'idea di un Arnold-Tonio mi si è ficcata in testa e non mi si è levata più.
Alaimo è un Tell piuttosto anonimo e monocorde. C'è da dire che ce l'ha messa tutta ma la parte è davvero ingrata e se non hanno spalle larghissime si rischia, come in questo caso, di finire vampirizzati.
La Rebeka ha un volume importante e un voce dal bel timbro ma pochissimi colori. L'aria del terzo parte sul mezzoforte, si svuluppa sul forte, e chiude sul mezzoforte. Bravina, intendiamoci, ma niente di che. E invece in Mathilde qualcosa "di che" ci vuole. Coro e orchestra impegnati e decisi a dare il meglio.
Clima torrido (più fuori che dentro) signore sventaglianti che, nella chiusa dell'ouverture, battevano il tempo con spirito patriottico. Ce n'era una fila che sfarfallava a sincrono perfetto tipo le Bluebelles du Lido. Dopo tutto le dame dell'upper-class pesarese sanno come ci si comporta di fronte a un allestimento rivoluzionario come questo.
Scusate la velocità ma vado di corsa. Beck (Teliano 'dde fero! :D ) potrà raccontarvi con più dettagli.

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Re: Rossini - Guglielmo Tell - Pesaro 2013

Messaggioda DottorMalatesta » ven 09 ago 2013, 9:12

E, voce a parte, come se l´è cavata, dal punto di vista interpretativo, in un ruolo Nourrit?

Ciao!
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Re: Rossini - Guglielmo Tell - Pesaro 2013

Messaggioda Maugham » ven 09 ago 2013, 9:40

DottorMalatesta ha scritto:E, voce a parte, come se l´è cavata, dal punto di vista interpretativo, in un ruolo Nourrit?

Ciao!
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Fermo restando che i "competenti" nel forum di questo repertorio sono altri, dico solo che non mi ha convinto. Il solito "amoroso" alla Florez, con quel modo di accarezzare le frasi dolci con un tono a metà strada tra il soave e il sentimentale... se è vero (e credo che sia vero) che certi ruoli Nourrit richiedono uno spessore "alto", direi quasi "intellettuale", allora Florez è troppo tenore da massa (e troppo concentrato nel voler fare a tutti i costi bella figura dando al pubblico quello che il pubblico si aspetta o che lui crede si aspetti) per lasciare un segno in questo repertorio. Diciamo che un rossiniano come lui, prima o poi, Arnold doveva cantarlo. Era scritto nel libro del destino. : CoolGun :
Ciò non toglie che l'abbia sentito in difficoltà. E visto che Florez ha fatto della sicurezza spavalda un punto fermo (a volte l'unico) della proprio fortuna devo dire che mi sono sentito un po' a disagio. Anche perché non ho trovato un così grande scavo interpretativo che potesse sopperire a certe incertezze vocali.
Poi era la generale, magari non si è impegnato fino in fondo. Chissà...

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Re: Rossini - Guglielmo Tell - Pesaro 2013

Messaggioda DottorMalatesta » ven 09 ago 2013, 10:22

Maugham ha scritto: Fermo restando che i "competenti" nel forum di questo repertorio sono altri,


Questa sí che é bella!!! :lol:

Maugham ha scritto: E visto che Florez ha fatto della sicurezza spavalda un punto fermo (a volte l'unico) della proprio fortuna


Giá. Mi domando che succederá alla prima (inevitabile) stecca...

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Re: Rossini - Guglielmo Tell - Pesaro 2013

Messaggioda mattioli » ven 09 ago 2013, 12:47

Dovrei andare il 17, credo. Ma visto che il Divino non è entusiasta, forse rinuncio.
Una domanda banale assai: quanto dura?
Grazie, ciao

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Re: Rossini - Guglielmo Tell - Pesaro 2013

Messaggioda pbagnoli » sab 10 ago 2013, 18:00

Ecco il nostro JDF alle prese con la cabaletta in un recital di qualche anno fa a Baden Baden:

Gli acuti ci sono, per carità.
Però:
:arrow: l'emissione è chevrottante
:arrow: manca il confronto con il coro per capire quanto e se riesca a dominare la cabaletta con la marea montante delle altre voci
:arrow: la caratura di un ruolo Nourrit manca totalmente
Devo dire che questo ascolto non mi soddisfa per niente, ma forse è solo una questione di gusti...
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Re: Rossini - Guglielmo Tell - Pesaro 2013

Messaggioda beckmesser » lun 12 ago 2013, 16:06

Ho visto anch'io l'anteprima e ho voluto aspettare la riprova della diretta radiofonica della prima, ma non posso che sottoscrivere i commenti del più-che-divino.

Innanzi tutto, credo che il ROF debba porsi la questione di cosa vuole diventare da grande: ogni festival deve avere una chiara fisionomia ed una precisa ragion d'essere, altrimenti si finisce come il Festival Verdi; il ROF, finché mette in scena il Ciro in Babilonia dell'anno scorso o l'Aureliano in Palmira dell'anno prossimo, una ragion d'essere ce l'ha by definition: allestire opere che non si possono sentire da nessun'altra parte. Ma quando si affronta una cosa come il Tell il discorso è abbastanza diverso. Nel 1995 già il fatto di sentire quest'opera in lingua originale e integralissima (oltre che con un cast di grande seppur discutibile interesse) valeva il viaggio, ma nel 2013 le cose sono diverse. E il risultato è di un Tell discreto che si potrebbe sentire in diversi teatri di non primissimo piano. Ok, il tutto esaurito quasi bayreuthiano è già una giustificazione, ma ci vorrebbe onestamente altro...

L'allestimento di Vick è risibile, nella sua vuota velleità da “vorrei ma non posso”. Idee di seconda mano realizzate con mano pesante e presunzione molta: quel Gessler cattivissimo che per vessare gli svizzeri non trova di meglio che far loro pulire il pavimento in continuazione e dare qualche pedata nel sedere d'ogni tanto, ricordava irresistibilmente il cattivone di “Altrimenti ci arrabbiamo”, che chiedeva in continuazione al suo medico “sono stato abbastanza cattivo?”.

Mariotti parte bene, con una visione dell'opera che tende a riagganciarla più al recente passato napoletano di Rossini che alla tragedie lyrique francese (cosa che sarebbe anche interessante), ma poi tutto gli sfugge di mano, per arrivare ad un quart'atto imbarazzante del tutto fuori controllo. Dal punto di vista editoriale, opta per il testo canonico suggerito dall'edizione critica, con il solo reinserimento dell'aria di Jemmy al terz'atto, dei due brani espunti del quarto e con le versioni preliminari di qualche recitativo. Non tutte le scelte brillano per logicità né filologica né drammaturgica, ma grossi problemi non ne suscitano.

Il cast è deboluccio... Alaimo ha proprio poco per reggere una parte come questa, e senza un adeguato carisma di Tell vengono meno buona parte delle scene in cui primeggia. La Rebeka ha bella voce, canta discretamente, ma di chi sia Matilde sembra importarle proprio pochino... Comprimari modesti, ma con un Leuthold semplicemente scandaloso: ma dove lo sono andati a pescare?

Resta Florez, che poi era il principale motivo di interesse dell'operazione. Dal punto di vista vocale, canta strepitosamente i primi due atti, discretamente l'aria del quarto e cola a picco nella cabaletta (sia all'anteprima che alla prima, per cui non è un problema contingente). Dal punto di vista interpretativo, raramente ho sentito un cantante così fuori parte: il tipo di emissione, di canto e di sensibilità richiamano alla mente a volte le sublimi astrattezze rubiniane, in altri momenti incongrue reminiscenze da opera buffa, a volta ancora (negli acuti presi comunque ostentatamente di forza) anche velleità dupreziane: ma dell'introverso antieroismo di Nourrit nemmeno l'ombra. Per carità: onore ad un fuoriclasse, ma la storia di questo ruolo non passa da lui...

Saluti,

Beck
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Re: Rossini - Guglielmo Tell - Pesaro 2013

Messaggioda pbagnoli » lun 12 ago 2013, 16:55

Sperando di fare cosa gradita, in home abbiamo riunito entrambi i resoconti di Maugham e Beck!
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Re: Rossini - Guglielmo Tell - Pesaro 2013

Messaggioda VGobbi » lun 12 ago 2013, 17:42

Splendidi i due interventi di Maugham e Beck. D'uopo e' la mia proposta. Che pensate di Bryan Hymel nei panni di Arnold?
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Rossini - Guglielmo Tell - Pesaro 2013

Messaggioda pbagnoli » lun 12 ago 2013, 22:46

VGobbi ha scritto:Splendidi i due interventi di Maugham e Beck. D'uopo e' la mia proposta. Che pensate di Bryan Hymel nei panni di Arnold?

Eccolo qui:
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Re: Rossini - Guglielmo Tell - Pesaro 2013

Messaggioda pbagnoli » lun 12 ago 2013, 23:14

Non è male, sai?
L'intonazione non è sempre cristallina, bela un po', talvolta balla, l'emissione è poitrinée è non haute-contre come dovrebbe essere, ma non è male.
Fra i contemporanei, gli preferisco Spyres.

Sopra tutti, comunque, il Fenomeno di Oklahoma City, qui semplicemente stratosferico, un vero marziano:


Ma, come ho già detto anche in altro momento, aggiungerei anche questo Signore, un altro che decisamente sa cantare:
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Re: Rossini - Guglielmo Tell - Pesaro 2013

Messaggioda Luca » mer 14 ago 2013, 12:39

Non ho udito, né visto il Tell pesarese, ma in Youtube figura la scena (solo audio) dell'Arnould di Florez registrata durante la rappresentazione. Dinanzi agli ascolti propostici da Pietro mi sento di condividere le riserve sul tenore sudamericano fatte dai recensori dello spettacolo: io l'ho trovato davvero meno stratosferico di un tempo sul piano vocale, mentre sul piano interpretativo chi lo ha paragonato al Tonio donizettiano ha fatto sacrosantemente bene ed io ci aggiungerei anche qualche puntina di Nemorino. Manca di scansione e di epicità.....
Aggiungo che Rossini non lo ascolto con la frequenza degli altri geni dell'opera.

Saluti, Luca.
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Re: Rossini - Guglielmo Tell - Pesaro 2013

Messaggioda Tucidide » dom 18 ago 2013, 11:20

Visto e sentito ieri, questo Tell nel complesso mi è piaciuto, ma non in modo trascendentale come un'opera di questo impatto potrebbe e dovrebbe fare.
Secondo me Vick stavolta non ha fatto troppi danni, come invece gli era magnificamente riuscito nell'ineffabile Mosè di due anni fa. Vero è che un Gesler così stereotipato diventa una macchietta, vero è pure che i cavalli finti nel II atto sono ridicoli (fra l'altro, la "sombre foret" è illuminata durante l'aria di Mathilde da una luce zenitale come nemmeno la Pala di Brera), ma almeno le mattane politicoidi sono ridotte abbastanza all'osso. Le polemiche sul marxismo di questa regia sono state abbastanza fuori luogo: alla fin fine, gira che ti rigira, l'elemento più "de sinistra" era il sipario col pugno chiuso; in scena poco o punto: qualche pugno chiuso nel finale II e i fazzoletti rossi. Sai che roba!
Mariotti è stato funzionale ma del tutto anonimo, salvo qualche bella sottolineatura qua e là, nella sinfonia come nell'introduzione al IV atto. Ma forse Guillaume Tell è ancora un po' troppo per lui.
La Rebeka era inespressiva come un'operatrice Telecom che ti risponde al 187 (e dire che la voce ci sarebbe anche: non ho avvertito patemi vocali particolari, a parte qualche strilletto qua e là), la Forsythe era aspra e acidula, anche se in scena stava molto bene. Alaimo ha dalla sua una stazza di tutto riguardo, che per un capopopolo ci può stare e in scena attira l'attenzione, ma vocalmente è stato abbastanza anonimo, spesso strimbrato: comunque non ha interpretato male.
Florez: mi levo il cappello di fronte alla sicurezza con cui ha cantato, gestendo anche la fatica che gli costa l'aria del IV atto. Sono d'accordo con Beck: bravo nel I atto, bravissimo nel II, solo discreto nel IV, media fra un buon cantabile (con un acuto finale ghermito con un certo sforzo - ahi ahi ahi) e una cabaletta affannosa e troppo pesante per lui. Resta una grande prova da professionista del canto, capace sempre di venire a capo della scrittura con un'intonazione precisa e con acuti sicuri (quasi sempre); a parte andrebbe considerata l'estraneità al carattere di Arnold, reso un amoroso rossiniano generico, quasi un Don Ramiro prestato alla lotta per l'indipendenza dell'Elvezia. Florez ci sa fare, intendiamoci: nel duetto del II atto con Mathilde riesce quasi a far credere che quegli accenti da Cimarosa siano appropriati al momento, che Arnold possa prender vita anche senza i tocchi disperati ed antieroici da Nourrit, quelli di cui Beck ha giustamente notato l'assenza; nell'Asile héreditaire quasi non si desidererebbe altro che quella linea pulita e precisa, ma poi ci si accorge che la ripresa è uguale alla prima esposizione, che manca l'espansione, l'abbandono, il grido di disperazione incontrollato.
Insomma, non posso dire che JDF mi abbia deluso: non mi aspettavo nulla di diverso, anzi ho ritrovato un Florez vocalmente in forma invidiabile, che nel suo repertorio può fare ancora molto.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Rossini - Guglielmo Tell - Pesaro 2013

Messaggioda pbagnoli » dom 18 ago 2013, 11:28

Tucidide ha scritto:Visto e sentito ieri, questo Tell nel complesso mi è piaciuto, ma non in modo trascendentale come un'opera di questo impatto potrebbe e dovrebbe fare.

Prezioso come sempre!
Grazie, Alberto, del tuo contributo!
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Re: Rossini - Guglielmo Tell - Pesaro 2013

Messaggioda Tucidide » dom 18 ago 2013, 11:43

Prego, Pietro, è un piacere. :)
Per inciso, anche io professo il mio amore, in questa parte, per il Fenomeno di Oklahoma City. Vocalmente ed interpretativamente magnifico, praticamente perfetto.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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