Dalla 4° parte dell’analisi su Requiem-Mozart di Triboulet
“..La musica sacra del '700-'800 ha una caratteristica peculiare in questo senso: laddove nell'opera, nella sinfonia, nella produzione solistica ad un'evoluzione corrispondeva in qualche misura il superamento di un vecchio stilema, nella musica sacra si ha una sorta di sedimentazione dei vari processi compositivi, a tal punto che, come in un fossile, si possonodistinguere in sezione le varie stratificazioni delle varie ere, che in questo caso vanno dal canto piano del XVI
secolo, passando attraverso la polifonia rinascimentale, fino alle moderne istanze dello stile "romantico". A questa sedimentazione si aggiunge il fenomeno della contaminazione. E', come già accennato altrove, in particolare nel '700 che il linguaggio chiesastico si arricchisce pure sempre più di elementi "profani", come le dinamiche della forma-sonata, la drammaturgia dell'opera lirica, la ricercatezza timbrica della letteratura sinfonica. Va da sè che nel percorso poliedrico di un compositore come Mozart tanto più si va avanti quanto più le esperienze nei vari ambiti musicali si ritrovano a confluire nella produzione sacra in una sorta di sincretismo stilistico di stupefacente ricchezza. A questo si aggiungano ancora tutte le influenze esterne che derivano naturalmente dallo studio di altri compositori. Le influenze principali che Mozart ha negli anni assorbito si possono sintetizzare così: influenze della contemporaneità tedesche (M. e J. Haydn, i figli di J.S.Bach, per citare i principali) e italiane (Anfossi, Salieri, la scuola napoletana), e influenze del passato tedesche (Handel e lo stesso J.S.Bach) e italiane (Scarlatti, Marcello, Pergolesi ecc.)…”
Grazie Grazie Grazie
Non sapendolo probabilmente, hai assegnato pari dignità alla rigidità contrappuntistica/polifonica ed al bisogno di "ampie praterie creative", perchè l'una e l'altra si nutrono e alimentano a vicenda......ed è questa la strada maestra che sto tentando di usare nel 3d sul "polifonicamente...cantando"...insomma, indipendentemente, stiamo percorrendo una stessa traccia-guida
Hai disegnato un tassello essenziale che può essere estrapolato dal contesto del "culmine del salisburghese" ed assunto quale descrizione sintetica di quale sia, e secondo me dovrebbe tornare ad essere, la strada maestra per coloro che si interrogano sul prosciugamento-estinzione della composizione musicale
( e appositamente non indico alcuna categoria-cornice specifica).
Per quanto mi riguarda, Mozart è stato al contempo un antiquario che recupera quanto già era acquisito-sedimentato ed un temerario sperimentatore, curiosissimo verso tutto ciò che era "contaminabile-miscelabile".
Non s'è auto-recluso nelle forme-musicali gradite ai suoi contemporanei o in ciò che riscuoteva un immediato consenso-approvazione; non s'è votato ad un unica modalità espressivo.musicale: s'è misurato, per nostra fortuna, con ambiti sonori i più diversi, dalla musica sacra al songspiel (che oggi potrebbe essere paragonato al rap o all'hip hop danza....come se un compositore classico si beasse nello scrivere il tormentone da disco o buono per l'estate e stop ..senza porsi il problema dell'adeguatezza-opportunità di sbrindellare il proprio piedistallino di esponente di cuspidi-colto-classiche), dal teatro musicale ai concerti per singoli strumenti o alle composizioni da camera...un meraviglioso e generoso onnivoro, la cui umanità comprendeva irrimediabilmente anche l'attenzione verso la spiritualità (che è un termine più ampio della religiosità).
E' come se oggi fossimo davanti nella stessa persona ad un autore di musica rap, spiritual, colta, teatrale....che non ha preclusioni verso questo o quel genere e soprattutto che ha risorse creative e conoscenze e sapienza tecnica da esaltarne ognuna.....non sottostando a ciò che "piace o non piace" ai suoi contemporanei (sempre parziale e temporalmente breve), ma preoccupandosi soltanto di come rendere al meglio ogni "settore musicale" che va a toccare.
Chiudo consigliando ancora di inserire qualche riga anche sul pianoconcerto k466, anch'esso in tonalità minore, come pochissimi altri scritti da Mozart. Quei venti minuti scarsi di musica lasciano intravedere cosa doveva essere la complessa ed ampia sensibilità percettiva/descrittiva/esplicativa dell'insostituibile Wolfy.
Grazie ancora