Come Robin & Marian...
Nel 1982 Alfredo Kraus ha 55 anni e Mirella Freni 47: una bella età per interpretare due ragazzi nel fiore della loro gioventù.
Eppure succede.
Siamo a Chicago, l'opera è Roméo et Juliette di Gounod; la performance si regge unicamente sulle loro spalle, poiché il Frère Laurent di Sesto Bruscantini - teoricamente l'altra stella della serata - manca totalmente di interesse, è duro come la ghisa e non sembra azzeccarci un granché con la temperie culturale e emotiva dell'opera di Gounod.
Ma i due ragazzi sono un altro paio di maniche.
Premesso che nessuno dei due ha l'età evocata dalla storia e dalla partitura, c'è da dire che siamo di fronte a uno di quei casi - non infrequenti nella storia dell'opera lirica - in cui personaggi giovani richiedono tecnica e emissione da adulti; e da adulti di quelli tosti, per di più.
Dei due, Mirella è radiosa ma la voce è ormai davvero da soprano lirico: canta benissimo, però, e ogni volta che apre bocca il pubblico va in estasi.
Ma quello che mi entusiasma maggiormente, il vero motivo per conoscere questi dischi, è Alfredo Kraus. El caballero è proprio vecchietto, e si sente benissimo, ma non c'è passaggio che lo metta in difficoltà, a cominciare da Ah lève toi, soleil!, per arrivare al finale che denota non solo una forma vocale smagliante ma anche uno stile inappuntabile. Si potranno dire tante cose di quest'hidalgo, ma non che non abbia conservato sino alla fine lo stile di un autentico Signore del canto. Mi inchino commosso e riverente di fronte a questo grandissimo Artista che nobilita l'arte che tanto amiamo.
E da notare che nel 1995, vale a dire 13 anni dopo (c'est à dire a 68 anni!) cantava ancora questa parte con l'insolente facilità di un giovanotto e, tutto sommato, senza far percepire un vero invecchiamento. Mai sembrato giovane in gioventù, non sembrò mai nemmeno veramente vecchio.
Alla fine, accolgo questi due vecchietti come Robin e Marian, il film sulla fine della vita di Robin Hood girato da Richar Lester nel 1976: lei avvelena lui ferito perché non vuole che si senta invalido, poi si avvelena a sua volta per morire insieme a lui.
Vi allego un paio di file di Youtube.
Il primo è del 1986, quattro anni dopo la recita di cui vi parlo. E' ancora straordinario.
Non è il tenore cui chiedere la fisicità, lo scatto dell'interpretazione, la gioventù vocale: in quest'ultimo aspetto, probabilmente, Bjoerling gli è superiore. Eccolo qui nel finale con Bidu Sayao che, al confronto, mi sembra nettamente più prosaica (e assai più vociferante). Lui è straordinario:
Ma, per tornare al Divino Alfredo, eccovelo nel 1995. Sono 68 primavere.
Ora, se può sembrare strano che un nonnetto canti un ruolo da ragazzino, cerchiamo di rispettarne almeno l'integrità vocale e lo stile, e rimpiangiamo che non abbia potuto o voluto affrontare - a quell'età e con questa voce! - un Eléazar, o un Captain Vere. Non è necessario che ve lo vediate tutto; andate sul finale, giusto per farvi un'idea di quello che dico:
E infine, un riferimento al film di cui vi parlavo.
Per chi non lo conoscesse, un consiglio: guardatevelo! E' davvero bello: