pbagnoli ha scritto:questo è ancora uno spettacolo organizzato da Wolfgang Wagner?
Non saprei, ma credo di no (ho consultato anche Maugham, che ne sa di più).
Da un lato sono ormai anni che Wolfgang aveva lasciato il timone del festival. Inoltre la scelta di Neuenfels (come quella di Hereim) porta secondo me la chiarissima firma di Katarina, giovinetta un po' sempliciona e chiaramente sedotta dalle sirene del finto intellettualismo berlinese...
Ce la siamo immaginati, io e Maugham, nel suo sontuoso ufficio berlinese, circondata da tutti i suoi amici giovinastri radical chic, a favoleggiare di ratti e provocazioni anti-borghesi...
Con tutto quello che si può dire contro Wolfgang, non credo che ai suoi tempi gente come Neuenfels sarebbe mai entrata a Bayreuth.
E, per finire: a me la storia dei sorci del Brabante me l'hai raccontata; la racconteresti anche ai nostri lettori? Perché i rattoni?
Volutamente non ne ho parlato nella recensione.
Parlare dei ratti, anche solo chiedersi che senso avessero, voleva dire - anche da parte di Operadisc - cedere proprio al gioco di Neunfels.
Ci sono già caduti tutti i critici italiani, per non parlare delle farneticazioni bloggare e loggionistiche, che scandalizzandosi per i topi (tutt'altro che scandalosi, per altro, anzi molto carini e simpatici) sono caduti come sardine nella rete del regista.
E tuttavia ti dirò questo.
Alla fine del primo atto, lo ammetto, io e Maugham ci eravamo cascati.
Ci siamo chiesti "ma cosa avranno voluto significare quei topi?"
Lo so, mi vergogno, ma è così!
In effetti non avremmo nemmeno dovuto porcela quella domanda, per due buone ragioni.
1) se un simbolo non si capisce, vuol dire che non c'è nulla da capire
2) dovevamo capire subito che non era altro che una trovata (come il nabucco nell'alveare) per scatenare i "fischi promozionali" (quelli che danno tanta più pubblicità e con meno fatica di quella che richiederebbe un serio, accanito lavoro registico: metti due topi in scena e tutti parleranno di te... e ci sarà persino qualche coglione che si chiederà - come noi - che cosa avrai voluto dire!!)
Comunque, non arrivando a darci una risposta, abbiamo commesso un secondo errore clamoroso.
Siamo andati a sbirciare sul programma di sala, a leggere gli appunti di regia dello stesso Neuenfels, alla ricerca di chiarimenti.
E questo è stato da parte nostra uno sbaglio peggiore del precedente.
Infatti una regia non può, non deve aver bisogno di un libretto di istruzioni!
Se c'è bisogno di leggere il "perché" di un dato simbolo, allora quel simbolo non ha più ragione d'essere.
Tanto valeva evitare il simbolo!
Inoltre, l'esperienza ci avrebbe dovuto insegnare che andare a leggere un programma di sala in cerca di chiarimenti registici ti condanna a un'ulteriore umiliazione: vi troverai scritto solo "scemo chi legge", cosa puntualmente avvenuta.
Sai cosa scriveva, sul programma di sala, il nostro Neunfels?
Tienti stretto.
che i personaggi del Lohengrin sono tutti ossessionati dal segreto di Lohengrin, dalla domanda proibita, ...proprio come topi intorno al formaggio!
Ecco.
Il chè equivale a dire "non c'è una ragione per cui abbiamo messo quei ratti, tranne il fatto che sapevamo che tutti al mondo ne avrebbero parlato"
In un altro punto specificavano che piuttosto che vedere in scena dei cavalieri "militaristi" con tanto di ermetto e simboli bellici, era meglio sostituirli con dei ratti, che in fondo erano simpatici, facevano sorridere e ci risparmiano l'immagine dell' ....eiaculazione fascistoide (SIC!!"!!!!!) che i cavalieri potrebbero darci.
Ora ...che Wagner a te, caro Neunfels, possa ancora evocare immagini "fascistoidi", tanto che senti il bisogno di "proteggerlo" da un simile rischio, ... non può certo considerarsi un'idea interpretativa.
E non parliamo di questa ossessione a fantasticare su eiaculazioni varie, al punto da immaginartele persino dietro al più innocuo coro di cavalieri!
Per carità - caro il mio Neuenfels - nulla in contrario! Ognuno fantastichi su ciò che vuole...
Ma nemmeno in questo caso possiamo parlare di un'idea interpretativa.
Sono tuoi ridicoli spettri, che denunciano tante cose... ma non sono idee interpretative.
Sono particolarmente acido, me ne avvedo, ma è ora di mandare in pensione questi dinosauri (tedeschi o italiani che siano).
Il capitolo dei registi "intellettuali" tedeschi dovrebbe essere chiuso da almeno vent'anni.
Ecco cosa si ottiene col passatismo!
Salutoni,
Matteo