I quiz audio di Operadisc

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Re: I quiz audio di Operadisc

Messaggioda Enrico » gio 06 mag 2010, 13:14

A me sembra uno dei pezzi più noiosi e insopportabili di tutta la storia della musica dai tempi di Pitagora fino ad oggi (sopporto, ma solo in parte, la registrazione della Callas): vediamo se riuscite a farmi cambiare opinione...
Enrico B.
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Re: I quiz audio di Operadisc

Messaggioda MatMarazzi » gio 06 mag 2010, 16:13

Enrico ha scritto:A me sembra uno dei pezzi più noiosi e insopportabili di tutta la storia della musica dai tempi di Pitagora fino ad oggi (sopporto, ma solo in parte, la registrazione della Callas): vediamo se riuscite a farmi cambiare opinione...


Ehehehe... cattivissimo contro il nostro Puccini.

Caro Enry,
io non so se riuscirò a farti cambiare idea, posso solo dirti che per me questo brano - spesso malmenato da pucciniane piagnucolose, adorate da un pubblico superficiale che dice di amare Puccini e in realtà lo vuole morto - è invece molto interessante.

E' vero che (per citare Maugham, che a sua volta cita South Park) è uno dei brani più ricchi di "note marroni". Il che significa che si presta a evocare filmetti sentimentali con Yvonne Samson e Amedeo Nazzari. E' vero che a prima vista rischia di dare il diabete, specie se preso da solo (ossia sganciato dal contesto in cui è inserito): l'ideale sarebbe sentire quest'aria sempre dopo i cinque minuti che la precedeno e magari con l'aggiunta della seguenza successiva, con il coro.

Non di meno trovo che, come sempre in Puccini, si possano tentare letture più profonde, sotto la superficie del piagnisteo.
Io lo trovo degno di un trattato di psicanalisi: procede in "sezioni" (tre per l'esattezza) articolate fra loro da nessi psicologici sempre più spaventosi...
dalla scoperta della realtà (rivelata dal crollo dell'ossessione) si passa alla negazione della realtà e su un vero e proprio urlo di morte si arriva nuovamente alla realtà: alla determinazione razionale di uscirne (dalla realtà).
Nella prima "sezione" la musica di Puccini descrive una specie di indefinitezza armonica, di inocerenza statica: un limbo appunto.
Angelica è priva di quella "ossessione" mentale (il figlio) che era cresciuta in lei in sette anni di solitudine e di isolamento, che era diventata il tronco d'albero su cui appoggiarsi, che era diventata la sua ragione di vita. Il fatto che quell'albero sia stato divelto in pochi minuti, la immerge - per la prima volta in sette anni - nella realtà.
Privata della sua ossessione, che era anche il suo puntello, la donna vede la "realtà", la sua vita priva di senso, priva di prospettive, priva di tutto. Nell'armonia "limbica" di puccini è come se vacillasse, vi vagolasse dentro, a tastoni, con gli occhi sbarrati, cercando qualcosa, ma ben sapendo che non troverà un altro puntello in cui appaggiarsi.
Poi improvvisamente la musica assume una "forma": "ora che sei un agelo del Cielo".
e' come se Angelica si rendesse conto che senza la sua ossessione non può vivere.... e come fanno tutti i dissociati, quando la perde... se la inventa, la riplasma. E così si "ricrea" nella testa quella stessa immagine del bambino che, in sette anni, si era abituata a costruirsi nei minimi dettagli.
E' vero che la musica assume (in questa seconda sezione) un andamento infantile, dolciastro, ma è proprio quello che lo rende atroce: il rifiuto della realtà?
Morto... ma no! Il bambino c'è ancora; è un angelo! Anzi ora sì che mi è vicino! Quando era in vita non sapeva nemmeno chi fossi, adesso invece mi bacia, mi accarezza, mi parla... E' più vero che mai! O che bello!

Recensendo l'ultimo CD della Fleming, Tucidide ha espresso benissimo proprio quello che sto cercando di dire: in questa seconda "sezione", si dovrebbe sentire l'autodifesa psichiatrica di chi nega la realtà e se ne inventa un'altra; di chi ha talmente bisogno della propria ossessione da negare la realtà.
La Fleming (usando quei toni da mammina, toni sciocchini da coccole) coglie nel segno, salvo che poi - questa seconda sezione non è immobile: essa prevede un crescendo importantissimo, perchè conduce alla "terza" (spaventosa) tensione.
E' un crescendo di esaltazione, che sale, sale, sale fino a che Angelica, quasi senza renderseno conto, arriva alla realtà, e ci arriva con un urlo (il primo fortissimo di voce e orchestra del brano): "quando potrò mo-ri-re".
Non più frasi "edulcorate" (quando in cielo con te potrò salire, ecc...) ma la pura e semplice realtà: VOGLIO MORIRE!

Su questo grido di morte Angelica ritorna alla realtà: lo ripete, ma questa volta nella zona bassa della voce "potrò... morire".
Angelica è tornata alla realtà, e questa realtà (l'assenza bel bambino, la perdita di senso di tutta la sua vita) domina la "terza sezione" (le ultime battute).
La musica di Puccini ritorna come all'inizio, con un accompagnamente grigio e arido, armonicamente inerte.
Angelica, ora, continua a far finta di parlare col bambino, come pochi secondi prima ("dillo alla mamma"), ma in realtà è tornata sulla terra. E in quelle parole, quei sussurri, non vibra più l'esaltazione di prima... si rivolge al bambino, ma in modo meccanico, non ci crede più. E' come se quel grido di morte l'avesse fatta tornare con i piedi per terra: non è vero che il bambino è lì con lei... non c'è nessuno che la "bacia e l'accarezza".

Solo le grandi interpreti riescon a conferire a quelle ultime battute il giusto senso di gelo sgomento e determinato, di verità che ritorna, ma sussurrata a fior di labbra (invece degli sdilinquimenti lacrimolenti con i portamentoni e filatoni di tante "pucciniane doc")
Anche perché ora la realtà ha un nome: "morte". Ecco la nuova ossessione, anzi il nuovo "puntello" per continuare a vivere. La volontà di morire.
Anche nello stralunatissimo la naturale filato (occasione di tanti cantantucole per passatisti per una bella gigionata che gli "esperti" segneranno con penna rossa e blu) dovrebbe avvertirsi più che mai il grigio colore della morte.

Scusa l'entusiasmo, ma trovo che questo pezzo sia una delle prove di come Puccini, da musicista, sapesse imprimere anche ai testi più banali, significati di psicologia finissima.
Anche per questo mi sono permesso di proporvelo.

Ora pituttosto dimmi cosa ne pensi delle interpreti che ho postato io (l'invito ovviamente è estesa a tutti).
Salutoni,

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Re: I quiz audio di Operadisc

Messaggioda Tucidide » gio 06 mag 2010, 18:00

Molto belli gli ascolti, e altrettanto interessante la disamina del brano.
Da un primo, sommario ascolto, direi che la prima sia un'italiana, collocabile fra gli anni '40 e '50. Emissione morbida, bel timbro levigato, espressione un po' antica, a volte un po' imbambolata - per altro, il brano può giovarsi anche di una chiave di lettura di questo tipo. Mi pare quel tipo di cantante che mai e poi mai cercherebbe un suono men che perfetto. Una sorta di Arangi Lombardi, insomma. Un'Angelica molto nobile.
L'altra è straniera, sicuramente, vista la pronuncia lievemente imperfetta. Anche la scuola non è proprio italiana. Punta su un'espressione più varia, cerca sonorità a volte sensuali in basso, lavora molto sulla dinamica, evita ogni bamboleggiamento nelle frasi rivolte all'angelo del cielo, come invece non fa l'altra. Mira quasi a trasfigurarsi nella contemplazione spirituale della propria creatura ascesa all'Empireo. E' un'inglese - anglofona?

Come vedete, da bravo paracuxo, :mrgreen: non ho azzardato nomi. : Chessygrin :
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: I quiz audio di Operadisc

Messaggioda MatMarazzi » gio 06 mag 2010, 18:28

Altro che paracuxo :)
Hai fatto benissimo a non buttare nomi a caso, anche perché avremmo perso il bello del gioco.
Giustissime, d'altronde, le tue osservazioni che aiuteranno gli altri a capirci qualcosa in più.

Tucidide ha scritto:Da un primo, sommario ascolto, direi che la prima sia un'italiana, collocabile fra gli anni '40 e '50. Emissione morbida, bel timbro levigato, espressione un po' antica, a volte un po' imbambolata - per altro, il brano può giovarsi anche di una chiave di lettura di questo tipo. Mi pare quel tipo di cantante che mai e poi mai cercherebbe un suono men che perfetto. Una sorta di Arangi Lombardi, insomma. Un'Angelica molto nobile.


volendo essere precisi, ti dirò che gli anni di questa cantante sono stati 50-60, più che 40-50. E non di meno hai ragione tu. Il gusto è vecchio, vecchio di almeno un decennio, come molte cantanti italiane che nel periodo non erano evolute.
Tutti i termini che usi per descriverlo (antica, imbambolata, "nobile" - in senso passatista, giacché la nobilità vera è tutt'altro per me) sono assolutamente perfetti.
QUI in questo caso hai ragione nel dire che cerca suoni "giusti" e "perfetti". Altrove non li cercava.
Mi discosto un po' - ma è solo questione di opinioni - sul giudizio di merito: a me pare piuttosto modesto l'impatto. Forse si può dire che funziona come "brano staccato", non so se mi convincerebbe nel decorso complessivo di quella che Maugham (accidenti a lui e al suo troppo lavoro) ha appena definito al telefono "psicosi".

L'altra è straniera, sicuramente, vista la pronuncia lievemente imperfetta.


Giusto! E' straniera ...e la pronuncia è "molto" imperfetta, sei stato fin troppo generoso. :)
E' il grande difetto di questa interpretazione. Per scusarla diremo che debuttava in questa parte e che non l'ha mai più cantata (e qui ci starebbe un clamoroso PURTROPPOOOOOOOO).

Anche la scuola non è proprio italiana.

e ANCORA GIUSTO! Sei in gran forma, Tuc.
Non mi aspettavo che, da un incisione così difettosa, si potessero subito cogliere anche la matrice tecnica.
Considerata la luminosità degli acuti, il legato e soprattutto lo strepitoso filato finale (attaccato piano, rinforzato e poi nuovamente sfumato) mi aspettavo che si cadesse nel facile errore di considerarla una vocalista "doc". Io stesso (se non conoscessi abbastanza bene l'artista) sarei rimasto ingannato.
Complimenti Tuc, sei un ascoltatore di voci con tutte le carte in regola!

Punta su un'espressione più varia, cerca sonorità a volte sensuali in basso, lavora molto sulla dinamica, evita ogni bamboleggiamento nelle frasi rivolte all'angelo del cielo, come invece non fa l'altra. Mira quasi a trasfigurarsi nella contemplazione spirituale della propria creatura ascesa all'Empireo.


Ancora chapeau.
L'hai descritta talmente bene che non si poteva fare di meglio.
E mi spiace davvero di non poter mettere anche l'incisione degli ultimi minuti della scena precedente ("parlatemi di lui... ecc...) perché allora tutta la descrizione che ne hai dato avrebbe ancora più senso... per contrasto.

Ora siamo a due passi dal risultato.

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Re: I quiz audio di Operadisc

Messaggioda Pruun » gio 06 mag 2010, 19:21

Complimenti all'analisi di Tuc... io sulla prima (in studio) non saprei... non mi va di sparare nel mucchio
La seconda a me sembra proprio Teresa Stratas, nel timbro e nelle inflessioni, così come nel modo fi fraseggiare... possibile?
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Re: I quiz audio di Operadisc

Messaggioda Luca » gio 06 mag 2010, 21:39

Provo anche io:
1. M. Pobbe;
2. L. Della Casa.

La prima mi sembra meno approfondita psicologicamente della seconda...

Saluti, Luca.
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Re: I quiz audio di Operadisc

Messaggioda MatMarazzi » gio 06 mag 2010, 22:09

Luca ha scritto:Provo anche io:
1. M. Pobbe;


Pruun ha scritto:La seconda a me sembra proprio Teresa Stratas


:shock: :shock: :shock:
Ragazzi non ho parole.
Ancora una volta ci confermiamo la più competente, straordinaria comunità Operistica italiana!
Non c'è voluto nemmeno un giorno, e pochissimi interventi, per sgamare subito queste due difficilissime interpreti.

La prima era Marcella Pobbe. La seconda è Teresa Stratas.
Sono orgogliosissimo: questa è competenza, capacità d'ascolto, altro che bubbole!

Che dire... bravissimi!
Sono anche contento che abbiamo avuto l'occasione di sfiorare la grandezza di Teresa Stratas anche come Pucciniana.

Salutoni.
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Re: I quiz audio di Operadisc

Messaggioda MatMarazzi » ven 07 mag 2010, 14:17

Ci sono rimasto talmente male che le mie Angeliche siano state bruciate così, che ve ne butto subito un altro sul piatto.
Non è difficilissimo, ma - siamo onesti - nemmeno tanto facile.
Oddio... per altri siti lo giudicherei improponibile, ma qui su Operadisc se non si picchia un po' duro, non mi lasciate alcuna soddisfazione! :)

Bisogna indovinare l'opera e i due cantanti.
L'opera non è sconosciuta, ma non è nemmeno di quelle che gli appassionati frequentano abitualmente.
I due cantanti invece sono entrambi molto famosi.

Proviamoci...

Questo è il primo, più recente
http://www.operadisc.com/audio3.php?id=274

Questo è il secondo, più antico
http://www.operadisc.com/audio3.php?id=275

Salutoni,
Mat

PS: non valgono le telefonate o i messaggi privati per "chiedere senza esporsi pubblicamente"! : Andry :
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Re: I quiz audio di Operadisc

Messaggioda Enrico » ven 07 mag 2010, 14:22

Arrivo in ritardo, non avevo visto le risposte per problemi di collegamento...
Ho cominciato ad ascoltare la prima cantante e ho pensato quasi subito, incredibilmente, proprio a Marcella Pobbe, cantante che in realtà non conosco quasi per nulla: eppure il tipo di registrazione, l'emissione, la dizione un po' tebaldiana e leggermente artefatta, e il tipo di interpretazione mi hanno fatto pensare subito a lei e ad alcune altre cantanti della stessa epoca delle quali, come della Pobbe, ho scarsissima conoscenza: so che esistevano, so che cosa cantavano, e spesso già prima di sentirle so che cosa posso aspettarmi da loro. Nel frattempo, continuando a leggere, ho visto che l'altra è la Stratas, e quindi anche per me il gioco è finito.
Enrico B.
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Re: I quiz audio di Operadisc

Messaggioda MatMarazzi » ven 07 mag 2010, 14:26

Enrico ha scritto:Nel frattempo, continuando a leggere, ho visto che l'altra è la Stratas, e quindi anche per me il gioco è finito.


E' stata una delusione terribile, per questo ho già messo un altro quiz.
Intanto, mi piacerebbe molto sapere se, almeno nella versione Stratas, il senza mamma ti è piaciuto! :)

E poi dimmi qualcosa degli ultimi due...

Ciao,
Mat
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Re: I quiz audio di Operadisc

Messaggioda Enrico » ven 07 mag 2010, 14:44

Non ho ancora sentito la versione Stratas, sto leggendo gli interventi più recenti nelle altre pagine, e il tempo è tiranno...
Ho letto le tue riflessioni sul pezzo, ma a parte la Pobbe non ho riascoltato altre registrazioni. Credo di averne poche: Callas, Tebaldi, Caballè: dell'opera intera forse ho una sola edizione e non mi ricordo quale...
Per oggi mi dichiaro impreparato (e degli ultimi due pezzi non so assolutamente nulla).
Enrico B.
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Re: I quiz audio di Operadisc

Messaggioda Calaf » sab 08 mag 2010, 1:06

Ci provo ma non garantisco il risultato:
Königskinder
1 - Jonas Kaufmann
2 - Peter Anders.
Per Suor Angelica avevo subito roconosciuto la Pobbe (che non ho mai digerito) ma confesso che non sarei mai arrivato alla Stratas, sorprendente.
Ciao a tutti.
Calaf
 
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Re: I quiz audio di Operadisc

Messaggioda MatMarazzi » sab 08 mag 2010, 12:55

Calaf ha scritto:Königskinder


Sei un genio!
Mi hai rovinato il divertimento anche questa volta...
:(

Per fortuna hai sbagliato i cantanti.... ma è un errore geniale a sua volta. :)
Sposta la tua ipotesi dalla corda del tenore a quella del baritono e avrai la risposta! :)


Salutoni,
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Re: I quiz audio di Operadisc

Messaggioda Calaf » sab 08 mag 2010, 14:01

L'avevo detto che non garantivo il risultato. Come si sarà capito non è un'opera che conosca a menadito. Mi sono basato più che altro sullo stile della musica con svarione conseguente.... :oops:
Calaf
 
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Re: I quiz audio di Operadisc

Messaggioda pbagnoli » sab 08 mag 2010, 15:07

Quello più recente mi sembra Thomas Hampson, quello più vecchio mi sembra Fischer-Dieskau
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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