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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Tucidide » dom 17 gen 2010, 18:27

MatMarazzi ha scritto:Mi immetto tardivamente in questo vivacissimo thread e me ne scuso.
Ho letto i divertenti proclami "irredentisti" e risorgimentali di Tucidide e Alberich.
Be' qui siamo nella personale visione della Storia: io sono totalmente anti-risorgimentale, la considero una clamorosa bufala della nostro storietta, il momento in cui l'Italia è divenuta l'Italietta. Sotto sotto vorrei disperatamente essere ancora asburgico! :)

Diciamo che è il momento in cui l'Italia è divenuta. Prima non esisteva, almeno dall'arrivo dei Longobardi poco dopo la guerra greco-gotica nel VI secolo.
Permettimi poi di farti notare che geograficamente tu, come me, non saresti stato asburgico, ma papalino. :wink:

Meglio una tradizione un po' vecchia, un po' fanée, un po' ripetitiva ma AUTENTICA, o una copia maldestra e malriuscita fatta solo per spillare soldi alla RAI e a quei poveretti che hanno pagato non so quanto (cifre da capogiro) per essere presenti alla Fenice?

Certo, tradizione autentica, anzi, AUTENTICA. Ma non italiana, bensì austriaca. Allora, con questo criterio, perché non trasmettiamo anche qualche pittoresca danza tribale bantu? O magari un festival di canzoni folk americane?

Siamo davvero convinti che una scopiazzatura del concerto di Capodanno, solo sostituendo ai "loro" valzer i "nostri" Libiamo sia una risposta seria?
...
Come ha giustamente scritto Milady, il bello delle tradizioni sta nella loro autenticità, nella verità delle loro radici, anche se sono invecchiate e stanche. La loro stanchezza anzi offrirà - a chi li vorrà gradire - quel profumo gozzaniano e malinconico che ne accentuerà il fascino.
Le tradizioni "finte" fatte per far soldi montando malamente sulle spalle di altri, al contrario, sono solo una presa in giro.

Inventiamocele noi le tradizioni, se siamo capaci.
Che invenzione c'è in un concertone "lirico" con scelte d'opera da banda di paese o domenica al circolo? Il fatto che ci fosse Gardiner? Il fatto che ci fosse la Antonacci? I prezzi indecenti dei biglietti? La necessità tipicamente italiana di importare "format" (già vecchi altrove) non essendo in grado di inventarsene di nuovi?

Ma quindi, fammi capire. Gli austriaci possono continuare all'infinito coi loro valzer tararararà tatà tatà, e lo possono fare perché è una tradizione inveterata, e noi ce li dobbiamo sorbire in eterno, mentre se si assembla un concerto, sicuramente poco originale, sicuramente poco fantasioso, ma italiano, non va bene perché non è "tradizionale"?
Non capisco poi dove sarebbe la tradizione "finta". Nessuno ha spacciato il concerto della Fenice per "tradizione". Nessuno, proprio nessuno. Del resto, come si potrebbe? E' una cosa che si fa da pochi anni!
Poi, continuo a non capire dove siano le radici e soprattutto le ragioni d'essere del Concerto di Capodanno viennese. L'Austria che ha prodotto quella cultura non esiste dal 1919, da quando è stata smembrata dopo la prima guerra mondiale. Semplicemente, si tiene in vita un cadavere, un qualcosa che non c'è più da tempo.
Non discuto mica che possano farlo. Ma io posso anche non sentire la necessità di unirmi a questo rito di cartapesta, anche a costo di sciropparmi sei arie d'opera ripetitive. Sarà un surrogato da poco, ma almeno NON è una tradizione stantia e passata di cottura, e per di più straniera.
Ah, un'ultima cosa: presumo che il "poveretti" riferito a chi ha speso cifre da capogiro per essere presente alla Fenice non si riferisca al loro portafogli. :D
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Enrico » dom 17 gen 2010, 21:52

Prima o poi mi verrà in mente qualcosa sull'argomento. Comincio a dire che, tradizione o no, basterebbe spostare l'orario del concerto italiano - sicuramente da organizzare meglio - ed eventualmente farlo durare un po' di più piuttosto che farlo stare stretto stretto tra l'Urbi et Orbi e l'irremovibile telegiornale di Rai Uno. Finché dura il "conflitto orario" io rimango "pro Vienna" e vedo il concerto in diretta sul canale ZDF (così evito anche i commenti insopportabili dell'edizione italiana con tutte le storielle e gli aneddoti sulla famiglia Strauss : Chessygrin : ).
Sulla questione mi viene in mente Georges Pretre: fu lui a dirigere il concerto veneziano la prima volta, se non sbaglio, o una delle prime volte, presentandolo e annunciandolo in televisione con grande entusiasmo; quando però fece il suo primo capodanno viennese disse in un intervista che non capiva perché la Rai avesse deciso di sostituire la diretta da Vienna con quella da Venezia :shock:
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda MatMarazzi » dom 17 gen 2010, 22:34

Tucidide ha scritto:Diciamo che è il momento in cui l'Italia è divenuta. Prima non esisteva, almeno dall'arrivo dei Longobardi poco dopo la guerra greco-gotica nel VI secolo.

L'Italia "era" ben prima di diventare un regno "saubado".
C'era già culturalmente e geograficamente. La cultura che si diffondeva nel mondo nei secoli precedenti era già inconfutabilmente "italiana". E' dopo, semmai, che è diventata una repubblica bananesca.
Ovviamente il discorso (che in questa sede è totalmente OT, la mia era solo una boutade in risposta alle vostre) è assai complesso e non riguarda solo l'italia, ma tutti i fenomeni di accentramento monarchico che hanno devastato l'Europa lungo la storia moderna e sui quali sarebbe ora di parlare con spirito più critico e sereno... ma certo non in un sito di appassionati d'opera.
Lasciamo dunque perdere, nel giudizio sul concerto di Capodanno, irredentismi e nazionalismi che nulla hanno a che fare con la questione musicale! :)

Permettimi poi di farti notare che geograficamente tu, come me, non saresti stato asburgico, ma papalino.


Non te lo permetto affatto, dato che sono nato a Modena.

Ma non italiana, bensì austriaca. Allora, con questo criterio, perché non trasmettiamo anche qualche pittoresca danza tribale bantu? O magari un festival di canzoni folk americane?


Forse che non ci si deve occupare delle autentiche tradizioni altrui?
Ma se addirittura passiamo il tempo a scopiazzarle (vedi appunto il Concerto di Capodanno a Venezia)!

Ma quindi, fammi capire. Gli austriaci possono continuare all'infinito coi loro valzer tararararà tatà tatà, e lo possono fare perché è una tradizione inveterata, e noi ce li dobbiamo sorbire in eterno, mentre se si assembla un concerto, sicuramente poco originale, sicuramente poco fantasioso, ma italiano, non va bene perché non è "tradizionale"?


Certo... è un bellissima tradizione nei circoletti di paese, nelle sagre e nei concerti bandistici.
Con brindisi finale mentre tutti strillano "Libiamo" (incuranti del fatto che in quel brano falsamente allegro Verdi e Piave avevano inserito fremiti di paura, di disprezzo, di sfida...).
Ma non chiamiamolo "Concerto di Capodanno" e non facciamone un evento culturale! :) Siamo seri...

Non discuto mica che possano farlo. Ma io posso anche non sentire la necessità di unirmi a questo rito di cartapesta, anche a costo di sciropparmi sei arie d'opera ripetitive. Sarà un surrogato da poco, ma almeno NON è una tradizione stantia e passata di cottura, e per di più straniera.


Prima di tutto nessuno ti obbliga a sciroppartelo. Per tenerlo in vita bastano le centinai di migliaia di persone che lo ascoltano ogni anno.
Se poi tu non ti diverti, pazienza! :) Io non mi diverto a sentir strillare "Libiamo" :)
Ipotizzo però che se tu (invece che lanciare simpatici proclami risorgimentali) avessi confrontato il sublime commiato di Karajan, ai tramonti struggenti di Kleiber, all'ironia greve e un po' tagliente di Harnoncourt ti saresti reso conto che ...non è mai la stessa cosa: è ogni anno una cosa diversa.
Proprio come le centomila Traviate che ascoltiamo e riascoltiamo.

Salutoni,
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda MatMarazzi » dom 17 gen 2010, 22:37

Enrico ha scritto:Sulla questione mi viene in mente Georges Pretre: fu lui a dirigere il concerto veneziano la prima volta, se non sbaglio, o una delle prime volte, presentandolo e annunciandolo in televisione con grande entusiasmo; quando però fece il suo primo capodanno viennese disse in un intervista che non capiva perché la Rai avesse deciso di sostituire la diretta da Vienna con quella da Venezia :shock:


:D :D :D :D
Impagabile Pretre!

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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Tucidide » dom 17 gen 2010, 22:48

MatMarazzi ha scritto:Lasciamo dunque perdere, nel giudizio sul concerto di Capodanno, irredentismi e nazionalismi che nulla hanno a che fare con la questione musicale! :)

OK. :D
Permettimi poi di farti notare che geograficamente tu, come me, non saresti stato asburgico, ma papalino.


Non te lo permetto affatto, dato che sono nato a Modena.

Non sapevo.
Ipotizzo però che se tu (invece che lanciare simpatici proclami risorgimentali) avessi confrontato il sublime commiato di Karajan, ai tramonti struggenti di Kleiber, all'ironia greve e un po' tagliente di Harnoncourt ti saresti reso conto che ...non è mai la stessa cosa: è ogni anno una cosa diversa.

Ma io non ho lanciato proclami risorgimentali. Mi sono limitato a constatare l'inattualità della rievocazione dell'Austria felix, tanto più qui da noi. Quell'Austria non esiste più, e se devo dire la verità non ne avverto la mancanza.
Sul secondo punto, ho già detto che il concerto diretto da Harnoncourt mi piacque non poco, proprio perché avvertii qualcosa di diverso.
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Pruun » lun 18 gen 2010, 16:40

Io invece plaudo all'iniziativa veneziana.
Mi spiego meglio: il concerto così come lo vediamo (pot purri di brani messi su con due prove - e si sente - e via) no, non va...
Ma non contesto l'idea di offrire un'alternativa a quello viennese.
Strutturato bene, con bei programmi, che non cadano nelle solite cose, con alcuni artisti... secondo me è un'idea che può funzionare.
Bisognerebbe avere, però il coraggio di investirci, non tanto in soldi, ma in idee.
Non so, concerti tematici, programmi raffinati... non mancherebbero i modi per far diventare tradizione (ha detto bene Tucidide, non può ancora essere tradizione) una proposta italiana...
Per questo motivo non condivido l'editoriale di Pietro
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda pbagnoli » sab 30 gen 2010, 1:29

Ho messo qui qualche riflessione sul Werther con Kaufmann (molto bello) all'Opera Bastille. Il video desunto da Arte è di ottima qualità ed è reperibile appo Operashare: ne consiglio la visione a tutti!
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Milady » sab 30 gen 2010, 13:41

Carissimo Bagnolissimo,
ho letto attentamente la tua perfetta radiografia della vocalità del vero fuoriclasse Jonas Kaufmann in Werther.
Sono riuscita a vedere e ad ascoltare la registrazione grazie ad una provvida e carissima amica .
Sono rimasta sbalordita : accanto a Kraus ( indimenticabile : ascoltato dal vivo più volte ), metto ora sul trono Kaufman, che veramente innova "ab imis" il personaggio di Werther ,e che propone , come tu noti benissimo,una nuova vocalità tenorile , tutta giuocata su di una interiorità lacerta e sofferta . Non ho mai sentito un Werther così dolorosamente cosciente della propria inconciliabile diversità rispetto alla società in cui si trova a vivere- e su un uso nuovo e sapientissimo delle mezzevoci: veramente , come hai giustamente sottolineato, è incredibile che riesca a piegare quel suo " vocione espressionista" a queste nuances.
Ti dirò anche che , avendo sentito tacciare questo grandissimo tenore di emettere indietro, sorde e qusi afone le mezzevoci ( hai capito da chi), sono stata attentissima , letteralmente ad orecchie ritte, a queste benedette mezzevoci. Mi sono sembrate giustissime ed eseguite come Massenet comanda, nonché in grado di scavare nella psicologia del personaggio e di illuminarlo dal profondo.
E' evidente e lapalissiano che non sono -e non possono essere - quelle aeree e angelicate di uno Schipa o di un Gigli , ma , data la peculiarità - il timbro "scuro"- di partenza di questa singolarissima voce, non c'è bisogno di essere una secondo Aritotele in gonnella, per dedurne necessariamente che siamo dinanzi ad una esecuzione delle suddette a dir poco entusiasmante e soprattutto assolutamente funzionale al portrait del peculiare Werther di Jonas Kaufmann.
O io sto diventando sorda oppure sono gli altri a sentire quello che non c'è.
D'altra parte,quando un nuovo interprete davvero di alto rango - capace di fornire all'ascoltatore una sorta di "rivoluzione " vocale e interpretativa - si affaccia all'orizzonte , viene subito "buato" dalla critica ancora abbarbicata, come un mitile allo scoglio, a modelli passati , sempre validi ma oramai passati: aignori siamo nel 2010, si può pensare o no ad una nuova concezione della voce di tenore?
La quasi unanime levata di scudi dinanzi alla " rivoluzionaria" Callas dell'età d'oro docet.( Poi hanno tutti avuto modo di ricredersi dalle fondamenta...
La sua Lady , ad es. ,fu accusata , tra le altre pecche, di risparmiare (?!) la voce in vari momenti dell'opera .Peccato che anche la più sciagurata e fortunosa registrazione di quelle performances smentisca a gran voce- è proprio il caso di dirlo- questa scemenza critica.
E' lo scotto che , purtroppo,gli innovatori sono costretti a pagare.
E non è un caso che nella brutta Carmen scaligera l'unico grande cantante fosse appunto Kaufmann.
Anche in questa occasione non ho trovato le lamentevoli pecche vocali lamentate da certuni
E non sono per nulla una ascoltatrice di bocca buona Anzi vengo sempre tacciata di essere "sempre incontentabile"....
Ah! dimenticavo... Noi donne siamo in genere accusate di tifare per Kaufmann perché è un bell'uomo... Se andassi alll'opera solo per "vedere" dei gran begli uomini, dovrei restare a casa 99 volte su 100,se non 100.
Grazie allora Pietro del tuo magnifico contributo ,
con simpatia
e buona giornata
Milady
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Tucidide » sab 30 gen 2010, 14:07



Ecco le strofe di Ossian. Anche più bella è l'entrata nel primo atto, sempre reperibile su YT. Scaricherò questo pomeriggio stesso il video da OS. :D
Che dire? Grande Kaufmann! Eccellente il fraseggio e la gestione dei colori. Si sente davvero l'intenzione di creare un momento musicale di grande suggestione, inserito nella logica del personaggio. Peccato solo per la durezza degli acuti, che si avvertono laboriosi. Comunque, finché gli vengono così, va bene lo stesso! :) (Scusate, ho voluto fare un po' l'antipatico beckmesser :oops: - e non intendo il "nostro" beckmesser, che invece è simpaticissimo :D - )
Concludo proprio con una riflessione sull'emissione. Kaufmann non è certo un modello di tecnica italiana, né punta, evidentemente, ad esserlo. Il timbro è così scuro e suggestivo perché così lo vuole e lo cerca l'artista stesso. Non per mancanza di tecnica ovvero dilettantismo: il primo Kaufmann, quello che cantava Ferrando del Così fan tutte, aveva un timbro ben più chiaro e cantava in modo più tradizionale. E guarda caso, era un onesto professionista. Adesso è un grande tenore, proprio cercando quelle sonorità ed impostando su di esse la propria peculiare ricerca espressiva.

Non me la prendo né lancio anatemi contro chi non l'ha apprezzato, non l'apprezza e non l'apprezzerà mai. Capisco le sue ragioni, pur non condividendole. Io però non mi sento pecora, né ritengo di avere prosciutto nelle orecchie se dico di apprezzarlo e di ritenerlo bravissimo.
Poi, in verità, mi lascia sorpreso vedere che chi lamenta lo scadimento dell'arte lirica usa in modo assai discutibile la lingua italiana, ponendo a casaccio la punteggiatura, ricorrendo ad arditissime ellissi nominali e verbali, indulgendo ad estenuanti periodi nei quali solo Tullio de Mauro sarebbe in grado di individuare la proposizione principale, e servendosi di costrutti scorretti e "nuovi" come il mai abbastanza vituperato "piuttosto che" con funzione di "oppure". Evidentemente, solo l'arte canora deve restare ancorata alle regole, mentre la lingua italiana può accogliere novità, solecismi ed improprietà stilistiche e grammaticali.
Chi taccia altrui di essere incolto e di bocca buona, ovvero di rinnegare il passato e di seguire le mode dettate dalle agenzie e dalle multinazionali dovrebbe avere l'onestà intellettuale di accettare quanto affermato dagli altri senza ricorrere all'accusa di ignoranza o malafede.
Sarebbe anche il caso che si cominciasse a rintuzzare il luogo comune, giammai supportato da uno straccio di prova documentata, che la pubblicità abbia il potere di far piacere qualcosa che altrimenti non piacerebbe.
Il gorgonzola mi dà il voltastomaco. Anche se lo vedo pubblicizzato così :mrgreen: non per questo me lo gusto con voluttà. Alla faccia del topolone, della topolona e amenità consimili.
E qualcuno avrebbe il coraggio di affermare che vi sia al mondo persona che mangi il gorgonzola perché è pubblicizzato così, non curandosi del proprio gusto?
Può essere: ma per dire cose del genere occorrono prove. Capito? Prove! Altrimenti, sono chiacchiere.
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Luca » sab 30 gen 2010, 18:12

Grandissima prestazione davvero, grandissimo cantante e grazie a Tucidide di averla posta all'attenzione anche a Pietro dell'editoriale in homepage. In Kaufmann c'è la messa in cantina di quello che R. Celletti definiva il "mandrillismo vocale" tipico di certi tenori.

Salutoni, Luca.
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda MatMarazzi » dom 31 gen 2010, 1:18

Tucidide ha scritto:Peccato solo per la durezza degli acuti, che si avvertono laboriosi. Comunque, finché gli vengono così, va bene lo stesso! :) (Scusate, ho voluto fare un po' l'antipatico beckmesser :oops: - e non intendo il "nostro" beckmesser, che invece è simpaticissimo :D - )


CAro Tuc,
"bombe" "esplosioni di suono", no meglio "bombe"
la parola esatta per descrivere l'effetto degli acuti di Kaufmann nell'immenso e scomodo spazio sonoro della Bastille è "bombe".
Folgori di suono splendidi ed esaltanti.
Altro che "laboriosi"
Che il suono dei cantanti "declamatori" possa apparire laborioso in disco è purtroppo un dato inconfutabile. I declamatori impostano il suono e proiettano il fiato in funzione dello spazio. Il microfono li sacrifica quasi sempre.
Chi va spesso a teatro queste cose le sa: i coloristi risultano mille volte meglio in disco che a teatro; i vocalisti sono sfavoriti dal disco, i declamatori anche di più, perché gli uni e gli altri hanno fonazioni proiettate per i grandi spazi.
Quindi capisco la tua "perplessità", ma a tutti coloro che hanno sentito spesso Kaufmann a teatro (come il sottoscritto) l'idea che i suoi acuti folgoranti e splendenti siano "laboriosi" suscita perplessità ancora maggiori! :)


il primo Kaufmann, quello che cantava Ferrando del Così fan tutte, aveva un timbro ben più chiaro e cantava in modo più tradizionale. E guarda caso, era un onesto professionista. Adesso è un grande tenore


E anche qui devo dissentire.
Riccardo, nostro compagno di forum, era con me quando nel 2002 sentimmo Kaufmann a Torino nel Capriccio di Strauss.
Era già un tenore rinomatissimo negli ambienti e cantava e interpretava già meravigliosamente bene, esattamente come oggi: con lo stesso declamato "colorista" e distillato e lo stesso timbro splendido e scuro.
Tecnicamente non è evoluto: il suo resta un declamato colorista (alla lontana, il modello è quello di Vickers e del declamato americano "sincretista").
Inoltre un ascoltatore esperto e attento come te dovrebbe sapere che lo scarso risultato del suo Ferrando non dipende dalla minor maturità artistica di Kaufman, quando dall'inconciliabilità tecnica fra la sua emissione e la scrittura del personaggio (quella sì ESCLUSIVAMENTE vocalistica).
Kaufmann sarebbe ugualmente un Ferrando modesto anche se lo cantasse oggi. Come lo sarebbe stato Vickers...
Vuoi un'idea di cosa fosse quello che tu chiami "il primo" Kaufmann?
Allora lascia perdere il Così fan tutte e ascoltati la Damnation da Bruxelles, il Ritorno di Ulisse in Patria con Harnoncourt, il suo Egrisi di Szimanowsky...
O quell'elettrizzante Capriccio che cantò a Torino, nel disinteresse generale di tutti quelli che ora si strappano le vesti per la sua bravura...
Sentilo in questi ruoli e vedrai che non c'è stata alcuna rivoluzione nella sua impostazione.

Salutoni,
Mat

PS: il lied d'Ossian, per inciso, non è affatto la cosa migliore del suo Werther. I miracoli sono piuttosto nel monologo sulla morte del primo atto - dove pareva vedere Goethe levarsi dalle note di Massenett - e gli struggenti effetti di "declamato colorista" della scena della morte: esempio di quali poderose possiblità di penetrazione poetica disponga un declamato come Dio comanda.
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Messaggioda Tucidide » dom 31 gen 2010, 2:46

MatMarazzi ha scritto:Quindi capisco la tua "perplessità", ma a tutti coloro che hanno sentito spesso Kaufmann a teatro (come il sottoscritto) l'idea che i suoi acuti folgoranti e splendenti siano "laboriosi" suscita perplessità ancora maggiori! :)

Mi riservo di dare un giudizio più completo dopo ascolto dal vivo. Resta però da dire che non discuto il volume di Kaufmann negli acuti, ma la qualità di quei suoni, il senso occasionale di sforzo che si avverte. Che poi, una volta usciti e propagatisi nello spazio, siano suoni esplosivi, "bombe" come dici tu, non stento a crederlo. :)

Sentilo in questi ruoli e vedrai che non c'è stata alcuna rivoluzione nella sua impostazione.

Il suo Ferrando milanese però è del 1998, quattro anni prima del Capriccio di cui parli, nonché della splendida Damnation di Bruxelles, dove in effetti è superbo.
A me pare di percepire, dall'ascolto comparato, un iscurimento del timbro, per la ricerca di un colore scuro, già avvenuto nel 2002. Si avverte già nel 2001 come Cassio nell'Otello di Chicago.
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Tucidide » dom 31 gen 2010, 11:22


Per intenderci, ecco il Kaufmann del 1998 nel Così fan tutte.
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda pbagnoli » dom 31 gen 2010, 11:30

MatMarazzi ha scritto:
PS: il lied d'Ossian, per inciso, non è affatto la cosa migliore del suo Werther. I miracoli sono piuttosto nel monologo sulla morte del primo atto - dove pareva vedere Goethe levarsi dalle note di Massenett - e gli struggenti effetti di "declamato colorista" della scena della morte: esempio di quali poderose possiblità di penetrazione poetica disponga un declamato come Dio comanda.

Concordo completamente con Matteo sull'effetto che fanno gli acuti di Kaufmann in teatro: "bombe" mi sembra un termine appropriato, anche se un po' difettivo.
Anche sul "Pourquoi me reveiller" sono d'accordo. Io ho amato tantissimo il quarto atto, un vero capolavoro mai sentito così, e il duetto "Il faut nous separer" in cui c'è una splendida intesa con la Koch, sicuramente non alla sua altezza ma complessivamente brava davvero
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Re: nuovi articoli in home

Messaggioda Luca » dom 31 gen 2010, 12:04

Concordo con Matteo sulla scena della morte di questo Werther, in cui una lode va data anche alla fervida Koch: Kaufmann è davvero eccezionale, nella dizione e nel canto. Inoltre c'è da osservare come egli sa coniugare una grande e meticolosa cura degli accenti e del significato delle parole con un porgere timbrico che è davvero mediterraneo: denso, scuro, ma capace di alleggerimenti che mai si sbiancano e con acuti veramente notevoli che mai danno il senso di sforzo. Davvero un appassionato fuoriclasse.

Saluti, domenicali.
Luca.
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