Non ho ancora detto la mia sulla Carmen, ma non ne sento un particolare bisogno.
Voi avete già detto benissimo tutto quel che a mia volta penso.
Non c'è un intervento di questo thread nel quale non mi riconosca. E in particolare mi ritrovo - parola per parola - nei post bellissimi e interessantissimi di Triboulet (a cui mi riprometto di rispondere anche sulla Lucia)!
Inoltre, come ha detto Milady nell'ultimo dei suoi messaggi (davvero centrati e pungenti
), non vale davvero la pena che un forum come il nostro discuta tanto a lungo su uno spettacolo di serie B, insignificante e meritevole solo di rapida dimenticanza.
Questa Carmen non significherà nulla, nè per Bizet e la sua opera, nè per la Scala, nè per il pubblico, nè per Baremboim, nè per gli interpreti coinvolti (tranne la Damato, mal scritturata da un direttore artistico incapace persino di selezionare tra i "giovani" e che si porterà dietro, già a inizio carriera, la macchia di una così brutta performance e di una così clamorosa disapprovazione del pubblico).
Significherà qualcosa di positivo solo per la Dante, che - a parte il gruzzoletto guadagnato da lei e ...tutta la sua compagnia, marito compreso, opportunamente coinvolta nell'operazione (non male per una "dura e pura" come lei, una passionaria, una donna "contro") si ritrova ora ad essere famosa, richiesta, ricca grazie proprio a tutto ciò contro cui, nei suoi spettacoli, si è sempre scagliata.
Speriamo che non perda la sua "verve" e continui ad allestire le sue critiche spietate contro la nostra società brutta e cattiva, schiava degli interessi economici e della manipolazione mediatica...
Sarebbe infatti una grave perdita per il mondo del teatro che ora la Dante si facesse condizionare da un po' di "coscienza" e "senso del ridicolo".
Ma qualcosa mi dice che non c'è da preoccuparsi.
Vorrei solo aggiungere una considerazione su Schrott.
Evidentemente le inaugurazioni scaligere non gli portano bene: anche nel Faraone del 2003 risultò inerte e vocalmente fuori posto. E sempre per le stesse ragioni...
Eppure non v'è dubbio che sia una della grandi personalità vocali e interpretative del nostro tempo.
Cosa non è andato? Per me è molto semplice: come al solito si è trattato di un errore di scrittura.
Da qualche anno è invalsa la tendenza di affidare Escamillo a baritoni gravi (se non proprio bassi) e di formazione declamatoria. La tendenza è ormai internazionale.
Solo per citare le ultime Carmen viste da me e da Maugham (Parigi e Amsterdam 2009), gli Escamillo erano Nicolas Cavallier (pessimo) con GArdiner e Kyle Ketelson (bravo, ma non quanto ci si sarebbe attesi) con CArsen .
Ossia, tutti bass-baritoni declamatori, proprio come Schrott (e come era Raimondi, per intenderci).
Perché questa tipologia tecnico-vocale
Mah... forse perché la voce grave e il canto declamatorio fanno "macho".
SArà.. e tuttavia la tessitura di Escamillo è acuta, con piani e pianissimi in zona alta, forbita nelle volute melodiche, scattante sui ritmi. E' scritta per un baritono abbastanza acuto e dotato di formazione vocalistica (anche se pure un colorista potrebbe trovarcisi bene): un Mattei, tanto per pescare fra gli attuali. Oppure pensate a un Singher, un Jansen, un Tibbett se vogliamo andare indietro.
Che il povero Schrott avrebbe risolto (come Ketelson e Cavallier) i suoi interventi con veemente articolazione sillabica e grevi bordate di suono - da declamatore - era prevedibile. Ciò che non mi aspettavo era il disagio dell'intonazione, l'afonia diffusa e tanti altri problemi dovuti alla stessa causa: una vocalità e una tecnica non adatta alla parte.
La freddezza che una simile star si è portato a casa (meritatissima) andrebbe rivolta a chi continua a fare le scritture sulla base di tradizioni consolidate e non di meno "sbagliate", che sarebbero facilissime da correggere: basterebbe riflettere sulle note e sulla natura di un ruolo, cosa che Lissner si guarda bene dal fare.
Se così è andato l'Escamillo, figuratevi cosa sarà il Don Giovanni... (anche se lì avrà modo di fare tante bravate sexy in più).
E dire che sarebbero tantissimi i personaggi (da bass-baritono declamatore) in cui una grande personalità come la sua potrebbe farsi valere...
Salutoni,
Mat