Triboulet ha scritto:Lo stesso Karajan è, la sparo grossa forse, abbastanza esteriore nell'approccio all'opera (questo in generale), si limita a dipingere scenografie sonore magnifiche suggerendo ai cantanti la maniera per amalgamarsi al meglio in questi suoi capolavori del colore, ma la sua è più una mania del bel suono, a Karajan non interessa l'evoluzione psicologica di un personaggio, si limita a raccontare con i suoni delle situazioni. Sono le sue opere, forse esagero, poemi sinfonici con le voci. Non a caso le predilette di Karajan sono state tutte "belle voci liriche" (Tebaldi, Freni, Ricciarelli, Price, Tomowa), perchè lui applicava al canto gli stessi principi che applicava all'orchestra: prima troviamo un bel suono, poi lavoriamo su quello (non so se gira ancora su youtube una lezione di Karajan dove spiega questo concetto con l'esempio del marmo e della scultura). Che poi fossero inerti o quasi le sue interpreti, beh era un pregio per lui, poteva lavorarci meglio.
La Lucia di Karajan è un po'come quella di Serafin, solo più sinfonica ed "elegante" (non saprei come dire), e di conseguenza la Callas pare più "raffinata". La Callas stessa alla RAI nel 57 si discosta di nuovo dai fraseggi applicati con Karajan. Sarà Shippers con la Sills a proporre qualcosa di diverso (che poi, tolto qualche eccesso, sarà direttorialmente parlando una lettura più interessante).
Post molto interessante, Triboulet.
Quello che ho citato non mi trova però del tutto d'accordo, e parlo proprio dell'idea che a Karajan interessasse il bel suono.
Sì, è vero, a Karajan, dagli anni '60 in poi, in particolare dalla seconda metà del decennio, interessa il bel suono. Ma prima molto meno. Prima, quindi negli anni '50 e nei primi '60, Karajan era un direttore assai meno edonista di quanto sarebbe diventato. Nella Lucia il bel suono non mi pare proprio una prerogativa: nel Finale II, dopo il sestetto, adotta delle strappate quasi da "baroccaro" e fa una corsa a rompicollo degna di un "nipotastro di Toscanini", per dirla con Celletti buonanima.
E che dire del Tristan und Isolde di Bayreuth del 1952? E' una direzione edonistica, quella?
Nel Trovatore mitico, celebre e celebrato di Salisburgo 1962 CorelliPriceSimionatoBastianini (che è un po' come dire ItaliaGermaniaQuattroATre ) ci sono momenti strumentali molto belli, ne convengo, ma il vero Trovatore edonistico sarà solo quello EMI del 1977.
Per altro, bestemmierò forse, ma io ho sempre trovato una certa differenza fra il Karajan discografico e quello dal vivo. L'edonismo e la perfezione sonora delle registrazioni in disco non trovavano sempre riscontro dal vivo, dove invece si percepiva una tensione, una carica teatrale superiore, con minor cura riservata al fattore sonoro puro (penso al Don Giovanni e alla differenza fra quelli dal vivo che conosco, datati 1960, 1968 e 1970 e l'incisione DGG del 1985).
E comunque, anche in disco, il Karajan degli anni '50 era molto meno edonista, come mi sembra dimostrino la Madama Butterlfy e il Trovatore incisi con la Callas