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L'ultima puntata della discografia del Lohengrin, sempre a cura di Luca Di Girolamo |
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In home la nuova puntata della maestosa discografia di Lohengrin |
Data |
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17/02/2007 |
Titolo |
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Una Turandot che...fa discutere! |
Nome |
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Luca |
Messaggio |
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Carissimo Pietro, concordo al 100% con quanto hai scritto sull\'edizione di riferimento di Turandot: è la mia opera preferita e, rigraziando Dio, esiste in edizione davvero superstar. Ok, tutti superlativi in quell\'edizione, però c\'è da osservare un fatto: è stata un\'edizione che a questa opera pucciniana ha fatto un pò male. Mi spiego: la Sutherlad malinconica liricheggiante, ma dotata di un registro acuto fiabesco e di timnro misterioso. Però, ti chiedo: nelle edizioni successive (Caballé con Lombard senza contare i \'live\' e poi Ricciarelli con Karajan) le protagoniste non le hanno fatto un pò il verso non disponendo né di materiale vocale adatto per la parte, né di quella vena che, pur non riducendo Turandot a virago, deve pur esserci altrimenti se ne fa un surrogato di Liù ? Mi va bene la tua tesi che per fare Turandot non bisogna scadere nel grido, però la parte è acutissima sebbene non lunghissima (pensiamo a ButterflY che deve stare sempre in scena) e chi non ha i requisiti può liricizzare quanto vuole però.... La Sutherland proveniva da Norma, ma credo anche e soprattutto da Esclarmonde che possiamo considerare per l\'impostazione fiabesca un pò una sorta di controfigura fancese dell\'eroina pucciniana in questione. Le altre Caballé, Ricciarelli ma anche le successive - per le quali un passo indietro (ai tempi della Cigna) si è fatto - basta pensare alla Marton, alla Dimitrova, alla Marc, alla Eaglen e, pur anco, alla Casolla tutte vocione più o meno in regola se si vuole non credo abbiano servito molto il personaggio. Ecco perché dico che la grandezza di questa edizione (e in particolare di J. Sutherland) è stata un pò una sorta di boomerang per la discografia. Che ne pensi ? Attendo tua risposta Un cordialissimo saluto a te e alla tua famiglia. |
Risposta |
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Carissimo Luca, innanzitutto permettimi un entusiasta "bentornato" su queste pagine. Ti stavo aspettando da un sacco di tempo e spero che l'occasione ti convinca anche ad allargare il fronte della tua collaborazione con questo sito. Quanto all'oggetto, capisco le tue perplessità. Ma non le condivido. Prendiamo il solito, vecchio, trito esempio della Callas. Un sacco di volte ci siamo detti che la Callas ha fatto danno generando una schiera di imitatrici che si sono messe in testa di farle il verso. La verità è che la sua visione interpretativa è stata talmente innovatrice e rivoluzionaria da generare inevitabilmente le imitazioni. Non credo che dobbiamo dolerci del fatto che le varie Ricciarelli, Caballé & co. abbiano cercato di seguire la strada della Sutherland. Personalmente mi dispiace che l'esperimento non sia riuscito soprattutto per la Ricciarelli che - paradossalmente - delle due era quella che aveva le premesse più interessanti per cavar fuori qualcosa di non meno innovativo rispetto alla già rivoluzionaria lezione di Dame Joan. Credo che il fallimento di queste due prove sia stata la ragione del ritorno al "modello sopranone". Però chissà, in futuro... Luca, ti aspetto ancora. Fatti sentire. Operadisc è forte ed indipendente da qualunque influenza. Possiamo dire anche noi qualcosa di veramente nuovo. Un abbraccio, Pietro |