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L'ultima puntata della discografia del Lohengrin, sempre a cura di Luca Di Girolamo |
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Data |
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16/09/2010 |
Titolo |
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Nome |
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Giancarlo Cistriani |
Messaggio |
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Caro Bagnoli, che tu avessi un debole per Domingo non era un mistero, ma al di là dell'interpretazione ,per me deprecabile sotto tutti i punti di vista, mi aspettavo qualche considerazione filologica; perchè un tenore(ex?) deve cantare ruoli da baritono?Abbiamo ascoltato tante polemiche sulla fedeltà all'autore (acuti non scritti, ecc.) e poi passiamo sopra a scelte arbitrarie.Inoltre vorrei rilevare la scelta deprecabile della RAI sulla emissione in tre puntate come se fosse una fiction; cose mai viste, l'audience di domenica sera è stato inferiore a "Velone", ma non meraviglia. Chi oltre agli appassionati avrebbe la pazienza di accostarsi a un'opera in 2 giorni e tre puntate? Troppo evidente il solo scopo commerciale dell'operazione; la cultura può attendere.Alla RAI non vedremo più opere fino al prossimo "evento" costosissimo ma con ingenti ritorni. E nessuno spende una parola nei confronti della RAI che noi tutti paghiamo e da cui ci aspetteremmo doverose iniziative culturali; si protesta solo per i tagli alla cultura(Metha),ma silenzio sulla mancanza in RAI di cultura musicale, specialmente ora che che le emittenti RAI sono aumentate con il digitale. Cosa costerebbe trasmettere un'edizione registrata nei maggiori teatri del mondo? Poco o forse tanto se si considerano le perdite pubblicitarie per l'audience ridotto; ma è per questo che paghoamo il canone? Grazie, Giancarlo Cistriani |
Risposta |
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Caro Cistriani, innanzitutto mi scuso per il ritardo con cui rispondo alla tua lettera, ma purtroppo sono stato molto impegnato con il mio lavoro... Venendo allo specifico: io NON HO un debole per Domingo, cantante che ascolto ormai molto saltuariamente e per cui di sicuro non faccio viaggi intorno al mondo. E' però - come ho scritto nel forum - il cantante con cui sono "cresciuto" nella mia gioventù e questo, probabilmente, influenza la mia valutazione che, comunque, come ho precisato, è solo "mia" e non dei miei sodali. Quanto allo stracciarmi le vesti perché un tenore canta un repertorio da baritono, mi spiace ma non lo faccio: tu dici che l'audience è stata bassa, io ti rispondo che sarebbe stata ancora più bassa con un parterre di interpreti più ortodossi. Quei quattro spettatori squinternati non li ha attirati né Grigolo né Bellocchio: li ha attirati ancora lui. Ha attirato gli appassionati che lo ascolterebbero anche se cantasse la vispateresa; e ha attirato i detrattori, che aspettavano solo l'ennesima occasione per dargli addosso. Siccome però l'uomo è scaltro, sa benissimo che - bene o male - l'importante è che se ne parli; e non escluderei che, alla sua tenera età (qualunque sia), possa provare gusto a togliersi qualche sfizio, fottendosene ovviamente di Chusid e della sua edizione critica; ma questa era l'ultima delle occasioni in cui fare filologia. L'opera, almeno in Italia, è un genere assolutamente di nicchia. Peggio ancora: il teatro, quanto meno quello trasmesso in televisione, non cattura mai ascolti. Allo spettatore interessano altre cose: Velone, Veline, L'isola dei famosi, Uomini e donne, C'è posta per te, X-Factor, i Cesaroni. Se agli spettatori televisivi interessasse l'opera, sta' pur sicuro che farebbero quintali di opera in televisione, ci uscirebbe dalle orecchie, non ne potremmo più. Non ti va? Posso capirlo: la cultura, come dici tu, è una gran bella cosa, e te lo dico con molta tristezza che mi deriva dai miei ormai lontani studi classici e da quel po' che riesco a ritagliarmi ancora con i miei interessi. Ma la televisione, ormai mondo dei casi quasi umani (come dice il grande Gianluca Nicoletti) ha preso una direzione completamente diversa. Io personalmente non mi sento offeso di pagare il canone per l'inoffensivo filmetto di Bellocchio con Domingo senescente. Io m'incazzo molto di più a vedere che sulla TV di stato fanno gara con Mediaset a chi fa più reality beceri; e conseguentemente mi guardo i vecchi film di Hitchcock. Un cordiale saluto, Pietro Bagnoli |