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L'ultima puntata della discografia del Lohengrin, sempre a cura di Luca Di Girolamo |
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In home la recensione del recital di Julia Lezhneva dedicato ai grandi ruoli di Rossini |
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In home la nuova puntata della maestosa discografia di Lohengrin |
Data |
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04/04/2007 |
Titolo |
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Consigli discografici |
Nome |
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Alessandro Martolini |
Messaggio |
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Buonasera. Vorrei un parere sulle seguenti edizioni, tutte Myto, che Le vado ad elencare: 1) Elisir d'amore: Di Stefano, Carteri, Corena, Fioravanti, Zanolli, Sanzogno - Scala 1957 2) Guglielmo Tell: Cerquetti, Fischer-Dieskau, Jaia, Modesti, Borelli, Pirino, Chor & Orchester RAI, Rossi (Milano 18/20.04.1956) 3) Maria Stuarda: Caballe, Cortez, Tagliavini, Ellis, Gramm, Walker, Chor & Orchester Lyric Opra Chicago, Bruno Bartoletti Chicago 1973 4) Faust Gedda, Harper, Ghiaurov, Massard, Retes, Bartoletti, Chor & Orchester Teatro Colon, Gianandrea Gavazzeni (Leitung) Buenos Aires 8.5.1971 Consideri che sono un grande appassionato e che non so se comprare queste edizioni, avendo già parecchi titoli in studio o live delle opere sopra elencate e che conosco perfettamente le registrazioni della Myto (di solito piuttosto buone), possedendone parecchie. Cerco, quindi, un consiglio illuminato se valga la pena comprarle o meno. Lo chiedo a Lei, perchè mi trovo d'accordo spesso con le critiche dei dischi che recensisce........e poi, è l'unico che stronca (giustamente!) il Flauto di Abbado, che è stata anche per me una delusione incredibile, al contrario di quanto scrivono tutti i critici. Ad esempio, è stata per me basilare la sua critica sui Vespri Mytiani Caballè-Gedda-Levine, al fine di non comprare questa edizione, che non avrebbe arricchito in maniera intelligente la mia discografia. Prenda ad esempio il Werther: comprare le due edizioni Myto, entrambe con Kraus, ma l'una con la Obratzova el'altra con la Terrani, è una scelta giusta. Sui live, purtroppo, non c'è una corretta informazione per gli appassionati e si rischia di comprare delle cose inadeguate. La ringrazio Alessandro Martolini |
Risposta |
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Caro Alessandro, innanzitutto un sentito grazie per aver contattato Operadisc. Questa è la dimostrazione del fatto che noi redattori stiamo andando nella direzione giusta! Adesso vediamo quello che si può fare per i dischi di cui mi chiede notizia... > 1) Elisir d'amore: Di Stefano, Carteri, Corena, Fioravanti > , Zanolli, Sanzogno - Scala 1957 Ne parlano gran bene. Non amo particolarmente la Carteri, che mi è sempre sembrata piuttosto impersonale nel suo approccio a qualunque personaggio. Bel canto, emisssione sana e ben appoggiata, ma - per il resto - per me un mistero... Di Stefano era già un bel po' fuori fase; con tutto ciò, ancora un bel Nemorino. Corena viene sempre sbertucciato dalla critica italiana, ma il suo lavoro lo faceva onestamente, così come Fioravanti e Sanzogno. Può essere interessante per avere uno spaccato di come si cantasse negli Anni Cinquanta, ma esiterei a definirla un'edizione fondamentale 2) Guglielmo Tell: > Cerquetti, Fischer-Dieskau, Jaia, Modesti, Borelli, Pirino > , Chor & Orchester RAI, Rossi (Milano 18/20.04.1956) Questo è un Tell piuttosto famoso. Rossi dirige molto bene, anche se la visione è ancora quella barricadera in voga in quegli anni, piuttosto lontana da quegli standard che dovrebbero essere la vera cifra di questo lavoro e che sono stati ben dimostrati da altri direttori. Molto brava la Cerquetti, anche se anche lei appare stilisticamente un po' inadeguata. Fischer-Dieskau in un ruolo così declamatorio è un po' una sorpresa, ma è in definitiva l'unico vero motivo per ascoltarlo. Trattar male Jaja sarebbe cattivo: è onesto, fa quello che può in una parte impossibile da cantare "di petto" e che dovrebbe essere cantata in falsettone rinforzato 3)Maria Stuarda: Caballe, Cortez, Tagliavini, Ellis, Gramm, > Walker, Chor & Orchester Lyric Opra Chicago, Bruno > Bartoletti Chicago 1973 Ascoltare la Caballé in uno di quei ruoli Ronzi de Begnis che l'hanno consacrata a fama imperitura fa sempre un po' strano perché uno se l'aspetterebbe più a suo agio in quelli Paasta, ma sono le stesse considerazioni che valgono per la Gruberova. Che dire? E' una buona edizione, ma la Maria Stuarda definitiva della Caballé è quella di Milano, diretta da Cillario (cito a memoria, magari posso sbagliare), con una straordinaria Verrett come Elisabetta. Grandissima prestazione di entrambe. Anche questa è disponibile su dischi Myto 4) Faust Gedda, Harper, Ghiaurov, > Massard, Retes, Bartoletti, Chor & Orchester Teatro Colon, > Gianandrea Gavazzeni (Leitung) Buenos Aires 8.5.1971 Molto bella. Adoro Gedda, anche se il Faust più straordinario di sempre è Pippo Di Stefano del 1949 (anche questa su Myto, con ottimo suono), con quella straordinaria, indimenticabile smorzatura sul "Salut demeure". Molto bravi Ghiaurov e la Harper. Di tutti i dischi da lei proposti, questo mi sembra l'unico veramente meritevole di un acquisto > > Lo chiedo a Lei, perchè mi trovo d'accordo spesso con le > critiche dei dischi che recensisce........e poi, è l'unico > che stronca (giustamente!) il Flauto di Abbado, che è > stata anche per me una delusione incredibile, al contrario > di quanto scrivono tutti i critici. Non trova che tutte le ultime direzioni operistiche di Abbado siano autentici disastri? Flauto, Falstaff, persino il celebratissimo Don Giovanni... Solo che Abbado è un altro di quei personaggi così mitici che non se ne può parlar male. Io adoro Abbado: proprio oggi mi sono riascoltato il suo Requiem del 1980, a mio gusto il migliore fra tutti quelli incisi in studio. Però questo non mi esime dal criticarlo quanddo mi sembra che produca dischi non all'altezza della sua fama. Un caro saluto, Pietro Bagnoli |