Tucidide ha scritto:Non necessariamente: però è un periodo musicale che mi affascina anche da un punto di vista culturale.
Anche a me!! Sento sempre più l'esigenza di capire e penetrare la cultura, la solidità, l'inquietudine di quella stagione (per me gloriosa) fra il 45 e il 65, ricca di stimoli, voglia di cambiare, creatività, solarità - anche di tensione e intransigenze, ne convengo - che gli epigoni del 68 ci hanno troppo a lungo abituato a sottovalutare.
Sono anni che, anche nell'organizzazione delle mie personali letture, mi sto concentrando su quell'epoca e mi fa piacere che affascini anche te.
Poi vorrei davvero vedere questi spettatori "competenti". Mi sento dire spesso che adesso non c'è più cultura musicale, che la gente non sa che cosa sta ascoltando, che allora invece sì che c'era gente competente, ed altre menate simili. Vorrei sapere se davvero fosse così.
Lo sai benissimo, Tuc, che non è così!
Quando scrivi queste cose ricordati di mettere sorrisini... NOn per noi, ma per il lettore occasionale, che magari non è in grado di decifrare la citazione nella tua firma e non capisce che - giustamente - quello che tu da gentiluomo definisci una tua "curiosità" è in realtà una ironica e sacrosanta stoccata ai replicanti millenaristi del loggionismo bloggaro.
PIù giro in Internet, più penetro il mondo dei blog e dei fora, più mi rendo conto dell'importanza e (scusate l'immodestia) della responsabilità del nostro cenacolo virtuale.
I dogmantismi nostalgici sono diffusi tra gli appassionati indifesi, almeno quanto la disinformazione altezzosa lo è nella critica.
Noi siamo davvero un'isola di dissenso civile e salutare. Pure con opinioni spesso diverse (come è sacrosanto che sia), il nostro sito, le sue decine di articoli e le sue centinaia di post rappresentano una prospettiva critica davvero originale (possiamo chiamarla l'Operadisc pensiero?
), fondata sul relativismo e lo storicismo delle convenzioni operistiche. Insomma, quel che voglio dire è che abbiamo una nostra piccola responsabilità.
Operadisc, nel panorama italiano, ha la sua bella ragione d'esserci.
Un salutone,
Matteo