Riccardo ha scritto:non riesco bene ad inquadrare le odierne (non)scelte del Festival di Bayreuth.
Be', caro Ric, secondo me - almeno sul fronte delle Isolde - le ultime scelte di Bayreuth non sono state così stravaganti.
Hanno appoggiato (se non addirittura creato) le due più significative interpreti degli ultimi quindici anni, la Meier e la Stemme.
Ed entrambe appartengono alla linea delle Isolde-Sieglinde, di cui parlavo nell'articolo (contro la vecchia formula Isolde-Brunnhilde)!
E' stato un colpaccio, da parte di Bayreuth, seguire questa strada... che è anche (per me e per Cosima
) quella giusta.
Anche Carlos Kleiber la pensava come noi!
Già prima di arrivare al fondo del tuo scritto, sentivo nell'aria che saresti andato a finire nell'elogiare la Meier
Be'... io davo per scontato che la Meier fosse da elogiare.
In tutta onestà sono pochissime, secondo me, le interpreti che in questo ruolo possano starle al paragone, del passato e del presente. E lo stesso vale per Kundry, Ortrud, Sieglinde, forse persino Venus.
Quello che mi premeva sottolineare non è tanto il fatto che la Meier è brava (questo, ripeto, mi sembra un dato incontrovertibile, o no?), quanto il fatto che con lei abbiamo ricominciato a vedere in Isolde una sorella di Sieglinde.
Che è quello che - stando alla mia tesi - voleva proprio ottenere Cosima.
Credo che la grandezza della Meier oggi risalti soprattutto agli occhi di chi ha dovuto convivere per anni col mito della Nilsson Isolde che effettivamente, per i motivi che hai ben esplicitato, non era poi forse un binomio così azzeccato.
Non capisco bene cosa vuoi dire...
Che la Meier, in fondo, potrebbe essere anche un po' ridimensionata?
Se è così, mi lasci un po' interdetto!
(come io lascio interdetto te quando dico che la Sills è un po' "Radio City Music Hall")
Parliamone!
Io - te lo anticipo - ritengo che la Meier rappresenti insieme alla Moedl il vertice interpretativo del personaggio.
Nel racconto della giovanissima Malten quale terza Kundry voluta da Wagner si legge un po' di rimpianto per un debutto mancato di una certa tedesca di Berlino, o sbaglio?
ehehehe...
non sbagli nell'alludere al mio rimpianto per una Kundry della Silja negli anni della maturità.
Ma sbagli nel credere che io veda nella Silja una continuatrice della Malten.
Cosima non si sarebbe mai sognata di scritturare la Silja come Isolde, nè come Kundry.
Forse l'avrebbe piazzata fra le Bruennhildi... ma non nella sua triade.
Le Isolde dell'era Cosima (fra cui la Malten) erano donne-che-più-donne-non-si-può.
Sensuali, carnose, languide: erano di estensione mezzosopranile e celebrate dalla stampa per la loro maestosa, indifesa sensualità.
La Silja non c'entra nulla! La sua voce non era nè maestosa, nè sensuale. Anzi era aspra e verde come un giunco.
Più che la super-donna peccatrice e redenta, lei era una biondissima e ribelle maschiaccia, dinamica, incontenibile, dalla voce acuta e adolescente.
Lontanissima da Sieglinde, per lo meno nella visione grandiosa di Cosima.
E lontana anche da Isolde, a giudicare dall'interessante ma non sconvolgente live romano.
La stessa Silja, che cantò da giovane Sieglinde, ammette di non averla mai amata: si è sempre sentita Bruennhilde.
Così come non amò Chrisotemis: la sua parte era Elektra.
A mio parere è in un canto come quello della Crespin, della giovane Rysanek, della Kupper o della Muller (tanto per fare qualche nome) che si può riconoscere il modello Kundry-Malten. E soprattutto nella Meier.
Per quanto riguarda la Sucher ho trovato interessantissimo il dato che hai riportato sulla sua creazione del ruolo di Hérodiade, non tanto perché mezzosoprano, ma perché davvero Massenet le riserva una scrittura sfacciatamente declamatoria in contrapposizione a Salomé.
Infatti!!!
Questa è una splendida osservazione.
Perché, visto che è un aspetto così fondamentale per comprendere i personaggi delle opere, non tentiamo di compilare un database il più ampio possibile su creatori e creatrici delle varie opere? Si potrebbe iniziare scegliendo gli autori maggiori.
Si scoprono sempre un sacco di collegamenti e rimandi tra parti che non ti verrebbe altrimenti mai in mente di collegare tra di loro; oppure risultano spiegati certi elementi della scrittura vocale...
Dillo a me!
Però, Ric, l'ipotesi di un database mi pare molto difficile: prendi il caso della Sucher.
In effetti lei non fu la creatrice del ruolo (che come sai fu la Deschamps, altro pezzo da novanta).
La Sucher fu solo la prima Hérodiade ad Amburgo.
Ti immagini se di ogni ruolo dovessimo indicare i creatori in ogni città?
Però sono d'accordo con te che queste cose sono di un'importanza capitale.
Un salutone,
Mat