Carmen (Bizet)

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Carmen (Bizet)

Messaggioda pbagnoli » sab 12 mag 2007, 14:59

La Carmen di Sinopoli

Bruttissima?
Esperimento mal riuscito?
Qualche idea da salvare?
Capolavoro incompiuto di un genio?
Oppure colossale bluff discografico?
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Messaggioda MatMarazzi » dom 13 mag 2007, 20:15

Non l'ho mai sentita e sarei curioso di leggere una tua recensione.
(a proposito, ma Luca non doveva recensire la Tosca con la Vichnjevskaja e Rostro?)

Devo però dire che ho un po' di pregiudizi in merito.
D'altronde ho spesso pregiudizi (scusatemi!) verso Sinopoli.
Ammetto che la Tosca è molto bella (Freni compresa). ;)
Ammetto anche che la sua Elektra mi folgorò! eheheh...
Però sono piuttosto reticente verso chi scambia la sottolineatura per l'approfondimento.

Dicci qualcosa tu, Pietro!
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Messaggioda pbagnoli » dom 13 mag 2007, 20:45

MatMarazzi ha scritto:
Però sono piuttosto reticente verso chi scambia la sottolineatura per l'approfondimento.

Proprio vero...
A parte il "non toccatemi Sinopoli" che mi sorge spontaneo ogni volta che mi toccano una delle poche icone della mia gioventù, questa Carmen gli è proprio riuscita senza il buco.
Protagonista per nulla carismatica, che fa il verso - in peggio - alla Berganza, nasaleggiando in continuo.
Moser in affanno, ma è il più interessante - si fa per dire - della compagnia.
Gheorghiu lagnosa.
Ramey muscolare e disinteressato.
La direzione non fa disastri, ma è lenta di una lentezza che non dice nulla.
Pare proprio la "Carmen" fatta perché ci si aspettava che Sinopoli la facesse
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La Carmen di Sinopoli

Messaggioda Luca » dom 13 mag 2007, 21:49

Non l'ho mai ascoltata e mi dispiace che un direttore che ammiro sia caduto in questo errore. Tuttavia in fatto di lentezza provate a sentire Bernstein con la Horne !
E' da menzionare nella discografia generale di quest'opera la presenza della Georghiu come Micaela e come Carmen.

Saluti, Luca.
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Messaggioda VGobbi » mer 16 mag 2007, 23:45

La Carmen di Sinopoli, che naturalmente non ho ( :x ), mi ha sempre lasciato sul chi va la', non tanto per il direttore (uno dei miei preferiti), quanto per un cast assai sbilenco. E leggendo le vostre impressioni, sembra confermare la mia idea.
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“Carmen” in CD: qualche consiglio prima della…Prima

Messaggioda stecca » gio 03 dic 2009, 10:51

In vista della imminente inaugurazione scaligera volevo dare qualche suggerimento per un previo (o successivo) ascolto della popolare opera che, come noto, narra del tragico amore del soldato Don Josè per la gitana Carmen, e che si conclude con il più brutale, e per certi aspetti più sensuale, omicidio per gelosia della storia dell’opera.
Georges Bizet concepì il suo capolavoro nel 1875 per un piccolo Teatro con una piccola orchestra dando largo spazio ai recitativi parlati secondo l’alquanto sorvegliato gusto francese anche se la successiva tradizione esecutiva del novecento ha trasformato Carmen in una sorta di grande dramma pseudo-verista.
La sensazionale Overture che riprende anche il celebre tema del Toreador è finita su molte suonerie dei cellulari e la Habanera di entrata della protagonista ha fatto da colonna sonora persino ad una pubblicità di detersivi mentre il cinema con Rosi si è impossessato della Carmen di Bizet esattamente come anni prima la rossa Rita Hayworth si era impossessata degli amori liberi di questa eroina.
Punto di arrivo di ogni mezzo-soprano che si rispetti (la tessitura vocale di Carmen è ibrida, giacchè insiste in più punti sulla zona centro-grave) il ruolo della protagonista è stato interpretato dalle più importanti cantanti del secolo, cosiccome i due personaggi maschili antagonisti di Don Josè e di Escamillo sono stati appannaggio dei rispettivamente più celebrati tenori spinti e baritoni del nostro tempo.
Nonostante tanta messe di fortuna, sia discografica che teatrale, ancora oggi sono due le edizioni consigliabili di Carmen ed entrambe, in singolare coincidenza, uscite sul mercato nel medesimo anno ovvero nel lontano 1963, ed entrambe, altra singolare coincidenza, con un soprano, anziché l’usuale mezzo-soprano, nel ruolo della protagonista.
La celebre edizione RCA diretta da Herbert Von Karajan è un trionfo di colori sgargianti e sensuali essendo stata concepita per un quartetto di solisti dalla voce ricca e voluttuosa, in particolar modo nel duo principale formato dal soprano verdiano Leontyne Price (idolo incontrastato del Met di NY) e dal tenore eroico Franco Corelli, cui si aggiunge una sensazionale giovane Mirella Freni nel ruolo di Micaela.
La coeva edizione Emi diretta dal francese George Pretre, viceversa, appare il suo esatto contrario, in quanto molto più fredda e cerebrale, ma offre l’occasione per ascoltare in disco l’ultima grande creazione di Maria Callas la quale, senza averla mai interpretata in Teatro, sviscera, dal genio musicale quale era, in maniera una volta di più insuperabile, le tante e diverse sollecitazioni di Carmen che cessa di colpo di apparire la solita femmina verace dai facili costumi.
Il resto del cast, va detto, è senza infamia e senza lode, ma la Carmen di Maria Callas ancora oggi mette i brividi all’ ascoltatore di tutte le età, sia quando intona con accento disincantato e presago la seduttiva Seguidilla sia quando si inabissa in quel suo colore intubato, cupo e brunito della sua celebre voce nella straziante scena delle carte.
Di rilievo anche il terzo e più “moderno” contributo discografico di Claudio Abbado che fissa nella edizione DG del 1977 la sua celebre edizione “mignon” che fece faville anche ad Edinburgo, con il mezzo-soprano spagnolo tutto stile Teresa Berganza e quello che a mio parere è stato il miglior Don Josè del dopoguerra, ovvero Placido Domingo, che io ebbi la fortuna di vedere in scena nella controversa inaugurazione scaligera del 1984 con la regia di Faggioni, e che vedeva nel ruolo protagonista una ancora interessante, seppure vocalmente un tantino usurata, Shirley Verrett che pure era stata una grande Carmen negli anni d’oro.
Per completezza oltre alle citate vanno ricordate, oltre alle “nostrane” Giulietta Simionato e Fiorenza Cossotto che rispettivamente negli anni cinquanta e settanta si distinsero alquanto nell’abusato ruolo di Carmen, anche i due mezzo Grace Bumbry e Elena Obratsowa, talentuosa russa da me ascoltata anni fa a Genova e protagonista di una interessante edizione diretta dal geniale Kleiber.
Negli ultimi anni invece è subentrata, nella composizione dei cast, una certa quale tendenza a privilegiare l’aspetto fisico su quello squisitamente vocale, anche per le comprensibili esigenze commerciali di realizzare in contemporanea l’ennesimo DVD video, ragion per cui, volendo fornire qualche consiglio di solo ascolto, prima della prima, mi fermo qui.
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Re: “Carmen” in CD: qualche consiglio prima della…Prima

Messaggioda Tucidide » gio 03 dic 2009, 13:50

stecca ha scritto:Punto di arrivo di ogni mezzo-soprano che si rispetti (la tessitura vocale di Carmen è ibrida, giacchè insiste in più punti sulla zona centro-grave) il ruolo della protagonista è stato interpretato dalle più importanti cantanti del secolo

... ma come? Adesso è punto di partenza, non lo sai??!! :D
Lissner docet: hai una giovane promettente in Accademia, e in che ruolo la fai debuttare? Ovviamente in Carmen! :D :x :evil: : Fuck You :

Nonostante tanta messe di fortuna, sia discografica che teatrale, ancora oggi sono due le edizioni consigliabili di Carmen ed entrambe, in singolare coincidenza, uscite sul mercato nel medesimo anno ovvero nel lontano 1963, ed entrambe, altra singolare coincidenza, con un soprano, anziché l’usuale mezzo-soprano, nel ruolo della protagonista.

Solo quelle due, Stecca? E non mi citi almeno quella DECCA di Solti con la Troyanos, il "tuo" Domingo e la Te Kanawa? :shock: C'è una direzione sgargiante che più sgargiante non si può, Domingo è anche meglio che con Abbado, la Te Kanawa era nel pieno della sua finezza e bellezza vocale e la Troyanos è per mio conto bravissimissima! :D Confesso invece di non andare pazzo per l'Escamillo di van Dam, né qui né con Karajan. Pur non essendo un fan di Merrill, devo riconoscere che nella RCA 1963 è un torero perfetto!

La coeva edizione Emi diretta dal francese George Pretre, viceversa, appare il suo esatto contrario, in quanto molto più fredda e cerebrale, ma offre l’occasione per ascoltare in disco l’ultima grande creazione di Maria Callas la quale, senza averla mai interpretata in Teatro, sviscera, dal genio musicale quale era, in maniera una volta di più insuperabile, le tante e diverse sollecitazioni di Carmen che cessa di colpo di apparire la solita femmina verace dai facili costumi.
Il resto del cast, va detto, è senza infamia e senza lode

D'accordissimo sulla grandezza interpretativa della Callas come Carmen: altro che le coeve o persino posteriori Tosche e Norme!!!
Sul resto del cast, senza infamia e senza lode... beh... Gedda direi che sia un po' più che ignavo... :D In quel contesto, è il Don José perfetto!

Negli ultimi anni invece è subentrata, nella composizione dei cast, una certa quale tendenza a privilegiare l’aspetto fisico su quello squisitamente vocale, anche per le comprensibili esigenze commerciali di realizzare in contemporanea l’ennesimo DVD video, ragion per cui, volendo fornire qualche consiglio di solo ascolto, prima della prima, mi fermo qui.

Io aggiungerei, a parte la già citata DECCA 1975, anche quella EMI con la Gheorghiu, ben diretta da Plasson, con Alagna e Hampson ottimi come Don José ed Escamillo. Purtroppo mi pare che il soprano rumeno sia impari al ruolo eponimo.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: “Carmen” in CD: qualche consiglio prima della…Prima

Messaggioda pbagnoli » gio 03 dic 2009, 20:25

Non posso che essere d'accordo con Tuc per quanto riguarda la Carmen di Solti: a mio gusto è un gioiello, molto superiore a quella di Abbado.
Ci sono poi le due edizioni (video) con la Ewing, geniale interprete di Carmen; entrambi i video dispongono di due efficaci regia, una di Hall e l'altra di Nuria Espert.
Quanto al José di Gedda, piace molto anche a me! Metterei anche Fruhbeck de Burgos perché c'è Vickers, peraltro presente anche nel (brutto) film di Karajan: pur essendo anch'io un fan di Domingo, devo dire che - almeno sino a Kaufmann - Vickers se li mangia tutti in un sol boccone.
L'edizione Karajan 1 è invecchiata: la Price è oleografica anche se affascinante; la Freni è caruccia; Corelli esibisce un francese imbarazzante ed è una lagna insopportabile.
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: “Carmen” in CD: qualche consiglio prima della…Prima

Messaggioda Enrico » gio 03 dic 2009, 21:51

pbagnoli ha scritto: L'edizione Karajan 1 è invecchiata: la Price è oleografica anche se affascinante; la Freni è caruccia; Corelli esibisce un francese imbarazzante ed è una lagna insopportabile.


Ma per capacità di unire le linee orchestrali al canto e per gli effetti speciali in technicolor stereofonico rimane sempre notevole se si confronta con varie edizioni coeve e successive: non mi riferisco alla correttezza stilistica, problema che Karajan non si poneva per nulla, ma alla sua coloratissima orchestra e alla spettacolare tecnica di registrazione.
I cantanti, come spesso avveniva con lui, erano abbastanza liberi di fare ciò che volevano.

Esattamente all'opposto, e quasi come "madre" della versione Callas, vedrei la vecchia registrazione diretta da Cluytens (la prima, mi pare, con i dialoghi parlati anche se abbreviati): modernissima se si pensa che segue di pochissimo il periodo in cui si facevano ancora certe Carmen in italiano con la Simionato, e non solo in Italia, o si registravano edizioni come quella con Gigli padre e Gigli figlia contornati da Ebe Stignani e Gino Bechi con l'intenzione di farne anche un film: interessante per la storia e per il costume, verista o tragicomica che dir si voglia, ma sicuramente lontanissima da ciò che dovrebbe essere la Carmen di Bizet. Consideriamo quindi il fatto che Cluytens e Karajan e Pretre rappresentano sicuramente dei bei passi avanti nell'interpretazione discografica ufficiale: prima di loro che cosa c'era in disco? la Carmen con Pertile!

Tra le Carmen viste e sentite dal vivo, tre o quattro in verità, la Antonacci mi sembrò già diversi anni fa molto convincente per canto e recitazione in un allestimento di origine credo bolognese esportato poi in teatri di fama minore (l'ho vista in due recite a Messina, anni '90: niente di speciale la regia, a parte l'ingresso dalla platea del corteo di toreri a petto nudo, sai che novità...).
Ho il video con lei e Kaufmann, ma non l'ho ancora visto per intero.

Tra gli antichi, pensando ad arie staccate, Caruso nella incisione in francese, e Rosvaenge in tedesco in disco o dal vivo rimangono tra i miei preferiti.
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Re: “Carmen” in CD: qualche consiglio prima della…Prima

Messaggioda Enrico » gio 03 dic 2009, 22:09

stecca ha scritto: Negli ultimi anni invece è subentrata, nella composizione dei cast, una certa quale tendenza a privilegiare l’aspetto fisico su quello squisitamente vocale, anche per le comprensibili esigenze commerciali di realizzare in contemporanea l’ennesimo DVD video


Mi sembra che la Antonacci e Kaufmann, oltre al bell'aspetto, abbiano anche voci importanti. Ma non li ho sentiti in coppia dal vivo se non, come dicevo sopra, la sola Antonacci tanto tempo fa (accanto a lei si alternavano Gabriel Sadè e Manrico Tedeschi, buona voce il primo, non troppo lontano da modelli dominghiani, bella presenza il secondo, che provava però a fare il Corelli senza averne i mezzi). Chi li ha visti e sentiti ha già detto in questo forum molto di utile e interessante.
Il Josè peggiore per me, in teatro, un Keith Olsen quasi afono nel teatro romano di Taormina, con Maurizio Arena a far da metronomo.
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Re: “Carmen” in CD: qualche consiglio prima della…Prima

Messaggioda Luca » gio 03 dic 2009, 22:19

Ritengo abbastanza orrende tanto la Carmen con Gigli, quanto quella con Pertile: oggi improponibili al di là dei nomi del cast (specie il trio Stignani, Rina Gigli e Bechi). A renderle tali concorre anche l'estrema modestia delle direzioni orchestrali. L'edizione di Karajan 1 sarà pure invecchiata, ma la preferisco a quella di Pretre con la Callas (nonostante la sua genialità) e di Abbado con la Berganza. Concordo i giudizi positivi invece per le edizioni Solti e Fruhbeck De Burgos. Vickers è senz'altro il miglior Don José della discografia (e la Bumbry è una grandissima Carmen, superiore alla tanto incensata Berganza) anche se è un giudizio un pò viziato dal fatto che per me Vickers è un SOMMO ARTISTA.
Rivedevo qualche sua scena in Youtube: Vickers ha una gagliardia (anche nei tratti: somiglia, a guardarlo bene, a Giovanni Paolo II) e uno scavo esistenziale della parola difficilmente ritrovabile in altri e, tutto questo, nonostante un timbro 'non bello' nel senso tradizionale del termine. Grandissimo artista davvero!

Saluti, Luca.
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Re: “Carmen” in CD: qualche consiglio prima della…Prima

Messaggioda Enrico » gio 03 dic 2009, 22:31

Luca ha scritto:Ritengo abbastanza orrende tanto la Carmen con Gigli, quanto quella con Pertile ... Vickers è senz'altro il miglior Don José della discografia...anche se è un giudizio un pò viziato dal fatto che per me Vickers è un SOMMO ARTISTA.
...Vickers ha una gagliardia (anche nei tratti: somiglia, a guardarlo bene, a Giovanni Paolo II) e uno scavo esistenziale della parola difficilmente ritrovabile in altri...


Citavo le registrazioni di Gigli e di Pertile (aggiungiamo il live con la Ponselle?) proprio come care vecchie registrazioni di pessimo gusto. Gigli in sé, cioè Gigli come Gigli, non come Don Josè, mi piace spesso tantissimo; ma anche io riconosco Vickers come sommo artista. Forse però se Giovanni Paolo II, seguendo la sua prima vocazione giovanile, si fosse dedicato alla recitazione e al canto, ci sarebbero state nel teatro d'opera ben altre rivoluzioni: d'altra parte è l'unico Papa che abbia cantato una messa con la direzione di Karajan : Chessygrin :
Enrico B.
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Re: “Carmen” in CD: qualche consiglio prima della…Prima

Messaggioda Tucidide » gio 03 dic 2009, 22:52

Enrico ha scritto:Mi sembra che la Antonacci e Kaufmann, oltre al bell'aspetto, abbiano anche voci importanti.

A me in quella Carmen in DVD piacciono da matti tutti e due. Allestimento tradizionale, come sottilinea Pietro nella sua recensione su questo sito, ma con due artisti del genere mi importa relativamente, lo confesso.
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Re: “Carmen” in CD: qualche consiglio prima della…Prima

Messaggioda Nicola Biondo » ven 04 dic 2009, 21:33

Non ho capito quale versione reciteranno alla scala ; in quella di Karajan non ci sono i dialoghi, presenti in quella di Abbado.
Naturalmente Gedda in francese non sbaglia una virgola. Domingo con Abbado canta bene ma non ha la potenza vocale di Corelli che però dalla sua non ha un accento francese ideale. Berganza è perfetta ed è a mio parere la Carmen ideale.
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Re: Carmen (Bizet)

Messaggioda Triboulet » gio 10 dic 2009, 22:08

Ho letto un po' gli ultimi commenti riguardo le pubblicazioni discografiche di quest'opera, e su alcune cose non sono esattamente daccordo. Carmen forse rappresenta l'opera col più alto rapporto tra incisioni effettuate e incisioni davvero riuscite. Mai come in quest'opera ci sono stati travisamenti e catastrofi, di interpreti e direttori, complice un soggetto complesso inserito in un contesto scenico-musicale tutto sommato di facile presa che trae in inganno, prima ancora del pubblico, gli interpreti stessi. A parte la Ewing con Haitink e più di recente la von Otter dal vivo (lei fascino gelido, voce piccola e davvero poco suadente -si direbbe l'anti-Carmen per antonomasia- dice davvero la sua con sforzo assai innaturale ma, miracolosamente, con risultato più credibile dei calienti e generosi mezzosoprani tradizionalmente avvezzi a questo repertorio), la povera Carmen è stata spesso ridotta al fumetto di se stessa, ove sono state esagerate ora alcune parti ora altre, un po' come un ritratto sta ad una caricatura.

Non conosco l'incisione del 50 citata da Enrico; mi fido di quello che dice anche se, si deve ammettere, che la vera emancipazione dell'opera sul mercato discografico internazionale arriva proprio con Karajan. Che tra l'altro sceglie la via più facile nonchè la sua via consueta, ovvero quella della "raffinazione" e successiva "colorazione". Karajan andava ghiotto di atmosfere esotiche, perchè ci poteva andar giù pesante con la sua tavolozza sortendo, non c'è che dire, lo stupore dell'ascoltatore. Talvolta questo suo modo di lavorare si rivelava assolutamente adatto (vedi la surreale Cina di Turandot), talvolta poteva essere semplicemente funzionale all'atmosfera della scena (l'Africa tinte pastello di Aida o la Spagna gotica del Trovatore), talvolta però risultava eccessivamente riduttivo e banalizzante in opere (come questa o Butterfly) dove il profumo esotico, da essere contorno di una complessa e violenta vicenda psicologica, diveniva indebitamente protagonista, annacquando il risultato. La sua è quindi una bella Carmen da ascoltare, molto molto digeribile ma assai poco interessante. E se proprio ci piace il genere, meglio buttarsi sulla colonna sonora del film con protagonisti (Bumbry e Vickers) assai più arguti della scialba Price e del lagnoso Corelli (due grandissimi ma non certo quì).

Non conosco neanche la Carmen di Shippers con la Resnik (e Del Monaco... e la Sutherland :shock: ) mentre conosco bene (ovviamente) la Carmen della Callas. Lei è la prima della discografia a seminare qualcosa di nuovo. Una Carmen disillusa, oscura, scostante e terribilmente magnetica, ma anche vittima di se stessa e del suo destino; Carmen DEVE essere così per non rimanere schiacciata, questa è la mia sensazione. Non so chi su questo forum la citava in relazione al destino, ebbene la Maria donna era profondamente fatalista e, quasi facendo il negativo di se stessa, centra quantomeno quest'aspetto del personaggio. Lei disse, in merito a Carmen, qualcosa del tipo: "E' lontana dalla mia sensibilità, lei prende gli uomini, li usa e li getta...", lei invece era in qualche modo succube di quelle passioni infantili o carnali che fossero e, nella mia fantasia, penso che la Callas donna abbia provato un po' di invidia per il personaggio Carmen così antitetico nel modo di reagire ma con il quale condivideva solitudine e fragilità. Gedda è abbastanza all'altezza devo dire, certo Pretre è il solito facilone...

Seguono la suddetta Carmen Bumbry-Vickers e una serie di esperimenti più o meno bislacchi (Horne :evil: Moffo :evil: :evil: ) tra i quali merita menzione almeno la Crespin. Conosco poco la Crespin, ammetto, forse perchè conosco poco il repertorio franco-tedesco che era in definitiva il suo territorio d'elezione. Non riesco bene a collocare quindi questa lettura che a tratti mi pare piatta e priva di mordente a tratti invece terribilmente ipnotica e quasi più umana di certe panterone dalla sensualità a tinte forti. Vero è che con la Troyanos torniamo nella sensualità più generica. Voce scurissima e ben emessa, affascinante, ma non riesco a trovarci altro. Sembra che in alcuni momenti si sforzi di dire qualcosa in più, ma cosa poi?! E dire che la Troyanos mi piace molto tanto in Capuleti e Montecchi quanto in West side story. Solti è esplosivo come sempre, ed è uno dei pochi che tenta di unire i ventagli e le nacchere al vero senso del dramma, Domingo è coinvolgente e generoso come sempre.

Quindi arriva la Berganza con Abbado. La Berganza è fin troppo "brava", quantomeno nel canto. Ha ragione chi dice che la sua Carmen è quella cantata meglio in assoluto, lei forte di una tecnica superlativa. Ma come personaggio non ci siamo proprio. La sigaraia un po' bandita un po' troia, arrogante e sfacciatamente sensuale, condannata ad una vita randagia ma sempre ferma, libera per scelta ma sola per destino, ragazzina incoscente e donna consumata ecc. ecc. niente di tutto questo emerge. La Berganza fa una Carmen sorridente e velatamente maliziosa. Ha ragione chi dice che la sua Carmen è sensuale, ma trattasi della sensualità di Rosina. In un personaggio e in un contesto come quello, l'ironia e la misura della Berganza, il suo essere implicitamente maliziosi, erano semplicemente perfetti. Quì si perde tutta l'urgenza, la violenza, le contraddizioni del personaggio. La Ewing sarà perfetta o quasi in questo senso e di contro, in maniera molto prevedibile, fallirà miseramente nel tratteggiare la sua coeva Rosina che, aldilà delle carenze tecnico-vocali, risulta isterica, macchiettistica, eccessiva e assai poco credibile. Insomma sempre in Spagna siamo, ma a ognuno il suo personaggio.
Tutto il resto... non lo conosco, ma a meno che non abbiate qualche asso nella manica che non avete ancora tirato fuori, immagino sia noia.
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