Madama Butterfly (Puccini)

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Madama Butterfly (Puccini)

Messaggioda walpurgys » lun 21 gen 2008, 17:12

MADAMA BUTTERFLY

Tragedia giapponese in tre atti di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
musiche di Giacomo Puccini
direttore ROBERTO RIZZI BRIGNOLI
regia PIER LUIGI SAMARITANI
personaggi e interpreti
Cio Cio San
PATRICIA RACETTE/ AMARILLI NIZZA (18, 22, 25, 27)
Suzuki
FRANCESCA FRANCI / RENATA LAMANDA (18, 22, 25, 27)
F. B. Pinkerton
STEFANO SECCO / AQUILES MACHADO (18, 22, 25, 27)
Sharpless
MARCO DI FELICE / MIGUEL ODENA(18, 22, 25, 27)
Goro
MARIO BOLOGNESI
Yamadori
GIOVANNI BELLAVIA
Lo zio Bonzo
FRANCESCO PALMIERI
Commissario Imperiale
PAOLO PECCHIOLI

Impressioni per radio:
La Cio Cio San della Racette ha un buon timbro che ricorda la Frittoli, un fraseggio che dipinge bene l'innocenza dolce ed ingenua di questa quindicenne...peccato la vibrazione della voce, ed il carisma che un pò latita.
Molto meglio nel duetto d'amore, ma l'acuto è sfocato.
Dal secondo atto la Racette è talmente appassionata, talmente intensa che fa dimenticare le mende vocali.
Per fortuna non è una Butterfly pupattola giuliva, ma basta ascoltare il dialogo con Sharpless e tutta la scena con Dolore per rendersi conto che è una Cio Cio San disillusa, che sa, ma non vuole ammettere che Pinkerton non ci sarà più per lei, che conosce già il suo destino di morte, spera certo, ma vuole che sia il suo uomo a dirle che è finita...se non avesse il vibrato avremmo una Butterfly completa.
Il Pinkerton di Secco ha un timbro bello e chiaro il che rende il personaggio quasi adolescenziale, ma sembra sempre sull'orlo della rottura quando sale o se insiste al centro.
Bravo nel duetto "Bimba dagli occhi pieni di malia".
In ogni caso rende sufficientemente la falsità e doppiezza dell'americano.
Un pò ruvido ma tutto sommato ben cantato lo Sharpless di Marco di Felice.
Stonacchiato il Goro di Bolognesi, mentre Palmieri e Pecchioli sembrano cantare con il raffreddore.
Rizzi Brignoli parte frettoloso e parecchio secco, ma poi rallenta e crea un bel suono morbido e caloroso.

Ieri recita con il primo cast:
la Racette ha confermato le mie impressioni.
Nel primo atto non da il meglio di se a livello canore perchè il forte vibrato prende il sopravvento quindi se la gioca tutto con il fraseggio mobilissimo e ricercato ed il bel timbro chiaro e corposo.
Nel secondo e terzo atto è una strepitosa e commovente creatura.
Secco decisamente meglio che in radio.
Buon volume e bel timbro chiaro e giovane anche se a volte troppo leggero con l'effetto di sentir cantare Topolino (e como ho detto sempre sull'orlo della rottura), interpretativamente molto "voglioso" e canagliesco.
La Franci è la Franci.
La voce è scura a volte gutturale e pompata, con l'effetto che più che Suzuki sembra sentir cantare Fafner nella caverna, però è un'artista seria, sensibile e molto coinvolta.
Buono anche se ruvido lo Sharpless accorato di Di Felice e stonacchiati tutti gli altri.
Rizzi-Brignoli letteralmente "danzava" con l'orchestra, completamente trasportato dalla musica, ma non alla maniera baraccona e rumorosa di Oren...
Nella sua direzione crea suoni caldi e cremosi, sofferti e languidi, ma quando c'è da scatenare le percussioni sembra di assistere ad una fucilazione, ma il finale è commovente e segue e asseconda molto bene la Racette.
L'allestimento bello, tradizionale, emotivamente coinvolgente e intelligente si distingue per l'uso secondo me pittorico dei colori, ombre e delle luci cangianti, e sul contrasto tra l'ariosa scena del primo atto con quella claustrofobica dell'interno della casa di Cio-Cio-San un pò prigione di sentimenti ed un pò scrigno dei ricordi trascorsi.
Gli artisti tutti ottimo attori sono diretti registicamente con sobrietà ed eleganza come in un rituale orientale suggestivo, ma non pesante e molto d'effetto la scena finale tutta giocata su luci ed ombre che creavano sul palco un effetto bianco e nero "rotto" dalla sciarpa rossa di Butterfly morente sui fiori preparati per il ritorno di Pinkerton che si piega con la mano ad indicare il piano alto dove si trova il figlio, mentre silenziosamente dietro di lei svolazzano delle tende bianche.
Pubblico caloroso alla fine....ma non troppo, visto che appena la lama ha sfiorato il soprano c'è stato un fuggi fuggi generale dalle prime file per appropriarsi dei cappotti...segno per me di maleducazione e mancanza di rispetto verso gli artisti che meritavano di essere applauditi a lungo.
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''O hehrstes Wunder!
Herrlichste Maid!
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heiligen Trost!...''
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TORINO 2010

Messaggioda Maugham » gio 25 nov 2010, 15:40

Più spettacoli vedo più diminuisce la mia pazienza nei confronti dei registi che chiedono al pubblico sforzi eccessivi per capire cosa vogliono dire.
Tutti i grandi artisti dimostrano come sia possibile esprimere con chiarezza concetti ostici o anche solo semplicemente raffinati. Si può trovare complessa una regia di Jones o di Carsen o di Guth e se non si ha una consuetudine con il teatro magari certe implicazioni possono sfuggire; ma anche il più sprovveduto spettatore sarà sempre in grado di seguire lo svolgimento dell'azione e comprenderne in maniera esatta i tasselli espressivi che ne costituiscono le fondamenta.
Non so se Michieletto diventerà un grande regista d'opera; per ora posso dire che, con i maestri transalpini, condivide la capacità di narrare senza troppi fronzoli attraverso immagini di sicuro effetto. Inoltre sa creare personaggi vivi e credibili, anche se non sempre originali. Di questi tempi -rispetto a quello che vediamo nel nostro paese- non è poco. I miei complimenti.
Detto questo siamo dalle solite parti della Butterfly stravista e strasentita.
Michieletto si limita a trasferire la vicenda ai nostri giorni trasformando l'ariosa collina che sovrasta Nagasaki in un sordido bassofondo metropolitano: in pratica toglie il Fujiama e ci mette i manga senza però scompigliare troppo le carte.
Michieletto aggiorna la cornice, è vero, ma nella sostanza ricalca gran parte delle formule espressive delle Butterfly al rosolio care alle nostre nonne: tra tutte quella più trita che da tempo contrappone un Occidente corrotto e ricco contro un Oriente puro e povero, equazioncina in grado di accendere i nostri buonismi più semplici così da far scattare la lacrima comprensiva. E devo ammettere che ha funzionato: guardandomi attorno ho visto commossi sia un ragazzotto da centro sociale che una rigida matrona torinese la quale, singhiozzando sulla "povera piccina è un immensa pietà", scartocciava un caramellone per riprendersi.
Insomma, questa Butterfly senza kimono ma con i pupazzotti di Hello Kitty è sempre la solita tenue farfalla e Pinkerton, anche se arriva in auto, è il solito seduttore da balera vestito da marinaretto.
Tutta la faccenda del turismo sessuale -sbandierata da molti critici come la trovata registica del secolo- in realtà è la scoperta dell'acqua calda.
Anche nelle Butterfly con gli ombrellini si sentiva puzza di pedofilia esotica ed esibire in maniera così palese amplessi e sculettamenti di bum-bum girls oltre a non rivelare -almeno a me- chissà che di nuovo ha finito per penalizzare non poco tutti gli aspetti ribelli, anticonformisti, battaglieri della protagonista. Che ci sono, sia nel libretto che nella partitura.
Peccato perchè, come dicevo in apertura, Michieletto non è uno sprovveduto nè un falso pensatore: ha del talento e soprattutto sa raccontare storie. Rispetto al piattume dei vari Ronconi-Pizzi-Pier'Alli o alle carabattole di De Ana e Krief siamo su un altro pianeta, questo sono disposto a sottoscriverlo.
Immagine
Hui He è sta una protagonista dal vocione, acuti squillanti (più grossi che squillanti), dizione imprecisa, accento pulito e senza moine. Pisapia un Pinkerton incolore, anche piuttosto goffo scenicamente e Alberghini uno Sharpless più che dignitoso.
Meraviglie sia dall'orchestra del Regio che dalla direzione di Pinchas Steinberg, simile per capirci alla lettura stratificata e timbricamente precisa di Sinopoli, senza nessuna concessione al puccinismo di maniera, ma capace di gonfiare le gote quando necessario per far decollare il colpo di scena.
Scene molte belle, nel loro realismo quasi zeffirelliano, di Paolo Fantin.
Assoluta superstar della serata il bravissimo Luca Bosso nei panni del figlioletto di Butterfly. Mai visto uno sgambettante bimbetto padroneggiare il palcoscenico in quella maniera. Si muoveva sulla musica rispettando ritmi e tempi con una precisione da cronometro.
Se mai qualcuno potesse avere dei dubbi sulla capacità di Michieletto nel muovere gli attori, questa prova infantile libera il campo da qualsiasi perplessità.
Successo oceanico, standing ovation, pubblico entusiasta come non sentivo da tempo.
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Re: Butterfly - Michieletto - Torino

Messaggioda pbagnoli » gio 25 nov 2010, 19:51

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Come al solito interessanti le considerazioni del vecchio zio Bill.
Ma una cosa mi (e gli) chiedo: non è forse vero che di turismo sessuale, in fondo, si tratta?
E che la tragedia scatta non tanto - o non solo - per il turismo sessuale, ma perché Butterfly è portatrice di un'interessante deriva psicotica generata dal suo nucleo bipolare?
Tu potresti dire: il problema è proprio nel nucleo psicotico, ma è anche la cosa più difficile da far vedere - e sentire - in quest'opera così complessa ed innovativa e nella quale l'elemento di commozione mi sembra proprio l'aspetto più superficiale!

Quindi, ciò detto: secondo te è proprio così un demerito per un regista far rilevare, aggiornandola, la questione del turismo sessuale?
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
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Re: Butterfly - Michieletto - Torino

Messaggioda Maugham » gio 25 nov 2010, 21:47

pbagnoli ha scritto:
Quindi, ciò detto: secondo te è proprio così un demerito per un regista far rilevare, aggiornandola, la questione del turismo sessuale?


No.
Il demerito va a certa critica che ha gridato alla rivoluzione per una cosa che per me era già chiara anche sotto il Fujiama. Michieletto, al massimo, è colpevole di essersi fermato alla prima osteria. Per il resto lo spettacolo funzionava. E ti teneva lì.
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Re: Butterfly - Michieletto - Torino

Messaggioda Tucidide » ven 26 nov 2010, 14:09

Maugham ha scritto:Se mai qualcuno potesse avere dei dubbi sulla capacità di Michieletto nel muovere gli attori, questa prova infantile libera il campo da qualsiasi perplessità.

Non ho visto questa Butterfly, ma concordo assolutamente sulla grande perizia di Michieletto nella gestione della recitazione dei cantanti. Nella Scala di seta di Pesaro riusciva a cavar fuori una recitazione coerente e convincente anche da Zapata. :)
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Butterfly - Michieletto - Torino

Messaggioda mattioli » sab 27 nov 2010, 13:00

Il demerito va a certa critica che ha gridato alla rivoluzione per una cosa che per me era già chiara anche sotto il Fujiama. Michieletto, al massimo, è colpevole di essersi fermato alla prima osteria.


Posso dire che per una volta non sono d'accordo con WSM? Mi spiego meglio: la sua analisi dello spettacolo è condivisibile, un po' meno l'accusa a Michieletto di fermarsi alla prima osteria: il problema - drammturgicamente spinosissimo - del duetto "d'amore" del primo atto è risolto, secondo me, con grande finezza. Idem tutta la parte finale con Kate Pinkerton che viene a prendersi il figlio di Cio-cio-san. Ma non è di questo che voglio parlare.
Il punto, caro WSM, è che il teatro è, come sai benissimo, condizionato anche da coordinate spazio-temporali. Conta, in altri termini, anche dove lo fai e quando. E' chiaro che l'idea del turismo sessuale è ovvia. Ma per nulla nell'Italia del 2010, cioè l'ultima delle provincie operistiche del mondo.
Quindi, non ci crederai come non ci crede chiunque vada all'opera anche oltre Chiasso, questa Butterfly è stata uno choc: il modesto sottoscritto, che ne ha scritto (scusa il bisticcio) parecchio, non ha mai ricevuto tante mail (la più divertente quella di un signore di Campobasso, peraltro gentilissimo, che è andato avanti per tre pagine a spiegarmi perché la regia non andava bene. Salvo ammettere di non averla vista). Lo "Specchio dei tempi", la mitica rubrica della posta dei lettori della Stampa, ha pubblicato per giorni lettere di madame scandalizzate (e anche, va detto, di altra gente entusiasta).
Allora già il fatto che si sia potuto fare uno spettacolo del genere su un testo come Butterfly (se fai così Wagner o Strauss - vedi la magnifica Salome di Carsen, qui l'anno scorso - non ci sono problemi) e che l'opera, alla fine, sia andata benissimo, è un segnale importante e di speranza che è un po' frettoloso liquidare come un déjà vu. Da noi (intesi come chi ogni tanto prende un volo o un dvd), sì; per il grande pubblico, no. Grande pubblico, aggiungo, che poi è molto meno sprovveduto di quel che si pensa e capisce le cose, di solito, meglio di chi gliele dovrebbe spiegare.
Scusa l'intervento, ciao
AM
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Re: Butterfly - Michieletto - Torino

Messaggioda pbagnoli » sab 27 nov 2010, 13:13

mattioli ha scritto:
Posso dire che per una volta non sono d'accordo con WSM? Mi spiego meglio: la sua analisi dello spettacolo è condivisibile, un po' meno l'accusa a Michieletto di fermarsi alla prima osteria: il problema - drammturgicamente spinosissimo - del duetto "d'amore" del primo atto è risolto, secondo me, con grande finezza. Idem tutta la parte finale con Kate Pinkerton che viene a prendersi il figlio di Cio-cio-san. Ma non è di questo che voglio parlare.

Io invece vorrei che ne parlaste, se possibile, tu o WSM, anche perché ci avete messo una notevole curiosità
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Re: Butterfly - Michieletto - Torino

Messaggioda MatMarazzi » lun 29 nov 2010, 2:12

mattioli ha scritto:che l'opera, alla fine, sia andata benissimo, è un segnale importante e di speranza che è un po' frettoloso liquidare come un déjà vu. Da noi (intesi come chi ogni tanto prende un volo o un dvd), sì; per il grande pubblico, no. Grande pubblico, aggiungo, che poi è molto meno sprovveduto di quel che si pensa e capisce le cose, di solito, meglio di chi gliele dovrebbe spiegare.


Sì, Alberto, hai ragione in linea di principio.
Eppure - anche se non ho visto lo spettacolo, come il tipo delle tre pagine, o forse proprio per quello - c'è qualcosa che non mi è chiaro.
Di cosa dovremmo gioire?
Del fatto che questa Butterfly è stata un grande spettacolo, una grande Butterfly, o del fatto che si è trovato, grazie ad essa, il modo di far digerire al pubblico tradizionalista italiano un'operazione (secondo Maugham solo apparente) di ricontestualizzazione che altrove è prassi da decenni?

Forse la risposta non è univoca, ma varia a seconda dei contesti in cui si discute.
Ad esempio sullo "Specchio dei tempi" vale sicuramente la seconda opzione: lì (hai ragione) quel che conta è ragionare col "grande pubblico" disorientato (negativamente o positivamente) da operazioni del genere e dubbioso sulla loro "liceità".
Io stesso (quando - insieme a un'associazione modenese - proposi un ciclo di proiezioni d'opera) mi sono affannato a giustificare le ragioni dell'attualizzazione operata da Loy nel Roberto Devereux: di fronte infatti avevo un pubblico sconvolto che Elisabetta non avesse la corona e l'ermellino.
Lì, in quel contesto di persone estranee alle attuali convenzioni operistiche, era più importante che io ragionassi proprio sul perché di quelle convenzioni e difendere IN ASTRATTO il "diritto" di Loy di modificare il contesto della storia.
Lì sarebbe stato fuori posto, da parte mia, incaponirmi nell'elencare le diffuse perplessità strettamente tecniche che nutro sul lavoro di Loy: erano in ballo cose più importanti.
Le mie perplessità su Loy, semmai, le riservo a un luogo come questo, come Operadisc, o se parlo a tu per tu con te.

In questo caso, a me personalmente interessa capire soprattutto quanto e come la drammaturgia di Butterfly sia uscita "vivificata", rigenerata dal lavoro di Michieletto.
L'impatto sul pubblico torinese di una riverniciatura "pop" è interessante, non lo nego, ma storicamente conta poco se alla fine - come mi par di capire afferma Maugham - l'opera non ha rivelato altri aspetti oltre al facile sentimento e il facile moralismo (che cattivi questi americani machi e colonialisti!)...
aspetti che la Butterfly già esprime senza difficoltà nella più tradizionale delle regie.

Non so se sono riuscito a spiegarmi...
Salutoni e grazie a te e Maugham del bellissimo argomento.

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Re: Butterfly - Michieletto - Torino

Messaggioda Maugham » lun 29 nov 2010, 20:59

mattioli ha scritto:Allora già il fatto che si sia potuto fare uno spettacolo del genere su un testo come Butterfly (se fai così Wagner o Strauss - vedi la magnifica Salome di Carsen, qui l'anno scorso - non ci sono problemi) e che l'opera, alla fine, sia andata benissimo, è un segnale importante e di speranza che è un po' frettoloso liquidare come un déjà vu.


Qui la pensiamo diversamente.
Sono del parere che continuare a considerare la mancanza di un difetto un pregio sia proprio una delle ragioni per cui nel nostro paese si procede sempre per mezze rivoluzioni.
Il fatto che questa Butterfly fosse una boccata d'aria fresca nell'asfittica scena lirica nazionale (cosa che ho scritto) e che Michieletto abbia talento, abilità e senso della narrazione (cosa che ho scritto) e che lo spettacolo funzionasse (cosa che ho scritto) non è un pregio; è solo quello che si richiede a un normale spettacolo d'opera e a un professionista, presumo, pagato per fare questo.
Questo non sposta però di una virgola il fatto che, tolta la novità della cornice, si sia trattato di una Butterfly, per me, quasi identica a quelle "classiche".
E sarà sempre così fintantochè si continuare a mettere l'accento sulla fragilità e il "vetro soffiato" della protagonista. Si potrà ambientarla su Marte, tra i tuareg, in Curlandia e saremo sempre lì, nella solita storia di un sopruso del forte sul debole, del "cattivo" sul "buono".
Sbaglierò ma per me Butterfly è la storia di una ragazza intelligente, forte, in rotta col suo mondo, spregiudicata, che collassa di fronte allo sforzo incredibile che le richiede questa sua scelta estrema, egoistica e pericolosa. Sottolineo egoistica. Guarda come "usa" letteralmente suo figlio come arma di ricatto. Lo prende lo sposta, la sovraccarica di sensi di colpa, lo abbandona... ti assicuro che quando ho letto, nelle note di regia di Michieletto, che il figlio di Butterfly sottratto da Kate-Crudelia verrà "portato in America dove andrà al college".... be', ho fatto fatica a rimanere serio. :lol:
Converrai con me che leggere questo personaggio come un tenero puttanino orientale con problemi di infantilismo cronico significa ridurne di molto il potenziale espressivo.
Aggiungo che nella mia Butterfly dei sogni Pinkerton è poco più che un soprammobile. Butterfly ha già un progetto di vita in mente e Pinkerton è una sorta di strumento -uno dei tanti- per metterlo in pratica.
Aggiungo comunque che non sempre rimanere dentro i binari significa sbagliare uno spettacolo. Questa Butterfly ne è un esempio. Così come molti spettacoli di McVicar (che tu ed io portiamo sugli scudi), strepitosi e coinvolgenti seppur classicissimi nell'approccio. Penso alla sua Salome, alle Nozze, al Faust.
Hai già visto per caso Adriana a Londra? Com'è?

Ciao
WSM
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Madama Butterfly al Mariinsky

Messaggioda dulceluna » ven 01 lug 2011, 22:07

Salve a tutti,
volevo chieder un parere sulla Madama Butterfly a S. Pietroburgo (dettagli a questo indirizzo http://www.mariinsky.ru/en/playbill/pla ... 24/1_1900/), dove mi dovrei trovare il 24 luglio. I miei compagni di viaggio insistono perché si assista a uno spettacolo in questo teatro storico, ma io non sono convinta che valga la pena, quindi mi rivolgo a voi esperti. Qualcuno conosce gli interpreti? :roll:
Grazie a chi potrà rispondere :)
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Re: Madama Butterfly al Mariinsky

Messaggioda MatMarazzi » ven 01 lug 2011, 23:29

dulceluna ha scritto:Salve a tutti,
volevo chieder un parere sulla Madama Butterfly a S. Pietroburgo (dettagli a questo indirizzo http://www.mariinsky.ru/en/playbill/pla ... 24/1_1900/), dove mi dovrei trovare il 24 luglio. I miei compagni di viaggio insistono perché si assista a uno spettacolo in questo teatro storico, ma io non sono convinta che valga la pena, quindi mi rivolgo a voi esperti. Qualcuno conosce gli interpreti? :roll:
Grazie a chi potrà rispondere :)


CArissima,
capisco che l'idea di sentire una Butterfly a SanPietroBurgo possa fare una certa impressione... :) Anche io non penso che sia uno spettacolo sconvolgente.
E tuttavia le ragioni per andarci ci sono.
Anzitutto perché sei lì (e non sai la nostra invidia).... e non entrare in un teatro storico come quello, dalla storia secolare e dalle grandiose memorie, non respirarne l'atmosfera, non testarne l'acustica sarebbe un piccolo deliditto per un'appassionata come te.
E poi perché la produzione si avvale di nomi che, chi più chi meno, vantano un respiro internazionale.
Già l'idea di sentire Gergiev in Puccini è stuzzicosa: lo farà in modo gonfio e ipersentimentale, ovvio, me è pur sempre uno dei maggiori direttori di oggi.
Mariusz Treliński non è un genio (ho visto un suo Kroll Roger e mi ha davvero deluso) però anche lui non è l'ultimo arrivato. Alcune sue regie hanno circolato nel mondo e con discreto successo.
la Yastrebova (che non ho mai sentito dal vivo) sta diventando un nome. Dopo essersi fatta le ossa lì al Marinksij ora comincia ad affacciarsi a qualche grande teatro europeo. E' molto bella e (dicono) molto brava, con una voce espressiva e drammatica.
La zeppa (poi magari sbaglierò) sarà Marusin, un tenore che era famoso quando ero bambino io (ossia nel Mesozoico) e che oggi non ha più sicuramente nè l'età né la voce di PInkerton.
Attendiamo con impazienza le tue recensioni!

Un salutone e buon viaggio!!!
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Re: Madama Butterfly al Mariinsky

Messaggioda dulceluna » mar 02 ago 2011, 20:52

MatMarazzi ha scritto:CArissima,
capisco che l'idea di sentire una Butterfly a SanPietroBurgo possa fare una certa impressione... :) Anche io non penso che sia uno spettacolo sconvolgente.
E tuttavia le ragioni per andarci ci sono.
Anzitutto perché sei lì (e non sai la nostra invidia).... e non entrare in un teatro storico come quello, dalla storia secolare e dalle grandiose memorie, non respirarne l'atmosfera, non testarne l'acustica sarebbe un piccolo deliditto per un'appassionata come te.
E poi perché la produzione si avvale di nomi che, chi più chi meno, vantano un respiro internazionale.
Già l'idea di sentire Gergiev in Puccini è stuzzicosa: lo farà in modo gonfio e ipersentimentale, ovvio, me è pur sempre uno dei maggiori direttori di oggi.
Mariusz Treliński non è un genio (ho visto un suo Kroll Roger e mi ha davvero deluso) però anche lui non è l'ultimo arrivato. Alcune sue regie hanno circolato nel mondo e con discreto successo.
la Yastrebova (che non ho mai sentito dal vivo) sta diventando un nome. Dopo essersi fatta le ossa lì al Marinksij ora comincia ad affacciarsi a qualche grande teatro europeo. E' molto bella e (dicono) molto brava, con una voce espressiva e drammatica.
La zeppa (poi magari sbaglierò) sarà Marusin, un tenore che era famoso quando ero bambino io (ossia nel Mesozoico) e che oggi non ha più sicuramente nè l'età né la voce di PInkerton.
Attendiamo con impazienza le tue recensioni!

Un salutone e buon viaggio!!!
Mat


Salve a tutti,
sono rientrata ieri dalla Russia, dove ho assistito, seguendo il suggerimento di Mat, alla Madama Butterfly al teatro Mariinskij.
La recensione è inutile, visto che l'ottimo Mat ha scritto tutto in anticipo!
Mentre assistevo allo spettacolo ricordavo le sue argomentazioni e man mano gli davo ragione.
Comunque, le mie impressioni sono positive, per la bellezza del teatro e per la sua importanza, per la splendida messa in scena (una scenografia fantastica) e le scelte azzeccate del regista e anche per la bella voce della Yastrebova.
Non ho apprezzato Marusin, non mi è sembrato che avesse questa gran voce e, soprattutto, ha una dizione italiana veramente indegna!!
Il direttore poi, sarà pure Gergiev, ma ha esagerato, secondo me, invadendo troppo con la musica la parte cantata, tanto che in alcuni momenti Cio-cio-san e Pinkerton non si sentivano nemmeno (non che fosse questa grave perdita ma tant'è..).
Sono comunque contenta di aver assistito a uno spettacolo al Mariinskij, grazie ancora a Mat per i suggerimenti e le informazioni :-)
C.
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Re: Madama Butterfly al Mariinsky

Messaggioda MatMarazzi » ven 05 ago 2011, 18:47

dulceluna ha scritto:
Mentre assistevo allo spettacolo ricordavo le sue argomentazioni e man mano gli davo ragione.
Comunque, le mie impressioni sono positive, per la bellezza del teatro e per la sua importanza, per la splendida messa in scena (una scenografia fantastica) e le scelte azzeccate del regista e anche per la bella voce della Yastrebova.
Non ho apprezzato Marusin, non mi è sembrato che avesse questa gran voce e, soprattutto, ha una dizione italiana veramente indegna!!
Il direttore poi, sarà pure Gergiev, ma ha esagerato, secondo me, invadendo troppo con la musica la parte cantata, tanto che in alcuni momenti Cio-cio-san e Pinkerton non si sentivano nemmeno (non che fosse questa grave perdita ma tant'è..).
Sono comunque contenta di aver assistito a uno spettacolo al Mariinskij, grazie ancora a Mat per i suggerimenti e le informazioni :-)
C.


Be' che dire? :oops: :oops: : Love :
Grazie infinite e della recensione (beata te che sei stata al Mariinsky) e delle belle parole nei riguardi delle mie modeste profezie!
In realtà non di profezie si tratta, ovviamente.
Ho intenzione di riprendere il discorso a proposito della Frau di Salisburgo...

Mi raccomando, continua a condividere con noi tutte le tue esperienze.
Operadisc è tanto seguita anche per i nostri appunti di viaggio. Siamo una piccola finestrella sul mondo (dell'opera)! :)

Salutoni,
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Re: Madama Butterfly al Mariinsky

Messaggioda dulceluna » sab 06 ago 2011, 10:10

MatMarazzi ha scritto:Grazie infinite e della recensione (beata te che sei stata al Mariinsky) e delle belle parole nei riguardi delle mie modeste profezie!
In realtà non di profezie si tratta, ovviamente.
Ho intenzione di riprendere il discorso a proposito della Frau di Salisburgo...
Mi raccomando, continua a condividere con noi tutte le tue esperienze.
Operadisc è tanto seguita anche per i nostri appunti di viaggio. Siamo una piccola finestrella sul mondo (dell'opera)! :)


Condividerò volentieri tutte le avventure legate all'opera (prima o poi andrò a Parigi, Londra e New York!! E relativi teatri dell'opera), mi dispiace solo non avere le competenze per fornire recensioni più tecniche e dettagliate!
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