Alfredo Kraus

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Alfredo Kraus

Messaggioda pbagnoli » sab 22 dic 2007, 15:23

Parliamone!
Lo abbiamo sfiorato diverse volte nelle nostre discussioni, no?
Io sostengo da molti anni che sia stato un peccato l'essersi dedicato solo a pochi titoli,anche perché le incisioni della gioventù testimoniavano un cantante potenzialmente molto più eclettico.
Voi cosa ne dite?
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Messaggioda Tucidide » sab 22 dic 2007, 22:00

Per me Alfredo Kraus è stato uno dei maggiori tenori del 900, e forse quello tecnicamente più a posto. Da un punto di vista vocale, credo che sia uno di quei cantanti in cui sia davvero arduo trovare difetti, in studio come dal vivo.
Secondo me i personaggi che ha cantato li ha interpretati molto bene, anche se si stenta a trovare il guizzo del grande interprete. Comunque, il suo Duca è un personaggio affascinante, aristocratico e gran signore, giusto l'opposto del Pava, il suo Werther è decadente e malinconico fin dal suo apparire in scena, il suo Des Grieux massenetiano è davvero un damerino seicentesco, e il personaggio suo omonimo nella Traviata, che io detesto drammaturgicamente, in bocca sua lo tollero quasi (non nella freddissima e noiosissima Traviata mutiana, ma in quella recita elettrizzante di Lisbona 1958).
Sulle "occasioni perdute", direi che qualche ruoloin più avrebbe in effetti potuto affrontarlo, ma soprattutto io credo che il disco gli abbia reso un pessimo servizio, non documentando in maniera ufficiale i suoi Nemorino, Faust ed Almaviva.
Ecco, certo mi sarebbe piaciuto un suo Raoul, quello sì.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Messaggioda tatiana » dom 23 dic 2007, 1:59

Per me Kraus è Werther. E incredibile, ma anche quando leggo il testo di Goethe io vedo fra le pagine il volto di Kraus nei panni di Werther. E sento anche la sua voce... E non riesco a sentire nessun'altro tenore in questo ruolo. Anche se ci sono dei bravi interpreti di questo ruolo. Ma è più forte di me - per me Werther si identifica con Kraus e basta...

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Messaggioda dottorcajus » dom 23 dic 2007, 2:43

A me ha regalato troppe emozioni in teatro per essere imparziale nel mio giudizio. Ho ancora negli occhi l'ultimo Werther (a Roma o a Parma) dove era ormai quasi alla fine. Tutto fu realizzato in funzione sua e lui ancora fu capace di dispensare le sue magie, quelle magie che mi rapivano e mi penetravano l'anima e, come un buon vino, rilasciavano lentamente i loro aromi.
Probabilmente è l'unico artista lirico che ho visto a teatro di cui sento veramente la mancanza ed ho il rammarico, in più di venti anni di frequentazione, le occasioni mancate.
Roberto
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Alfredo Kraus e il repertorio

Messaggioda arturo » mar 25 dic 2007, 16:28

Carissimi di opera disc,
essere ritornati su ciò che Alfredo Kraus non ha fatto e ciò
che si suppone avrebbe potuto fare è pura e semplice deontologia e la-
-scia un po' perplessi,in quanto,quando si parla di cantanti o inter-
-preti in generale in un forum che si rispetti,è pertinente confron-
-tare solo sulla realtà di ciò che è stato fatto; per il semplice mo-
-tivo che non sapremo mai il contrario. Tra l'altro le nostre
supposizioni spesso sono l'esatto opposto di ciò che un cantante ha
valutato nella sua carriera,in fase di scelta di repertorio e vi pos-
-so assicurare, - a ragion veduta - come nel caso di Alfredo Kraus
che, molte sono state le sue valutazioni.Spesso su certi argomenti ne
abbiamo parlato - per ovvie ragioni - , e lui soleva dirmi: il reperto-
-rio lo scelgo personalmente e per dare il meglio in un'opera o una
interpretazione non basta una vita.Poi le scelte sono e devono essere
sempre adeguate al momento della evoluzione della voce, per cui e inu-
-tile fare cose che potrebbero essere anche interessanti,se poi si fan-
-no una sola volta come spesso succede e mi è accaduto. Questo la di-
-ce lunga non vi pare?!..... Quindi non ci sarebbe il dovuto approfon-
-dimento che invece Kraus in almeno quindici opere è un punto di riferi-
-mento per tutta la storia della vocalità interpretativa,tecnica,stili-
-stica,culturale e musicale degli ultimi cinquant'anni. Chi ha potuto
tanto??.. Parlo s'intende al suo livello: solo un altro'immenso tenore'
è al suo pari, - Nicolai Gedda - ,ma con caratteristiche alquanto di-
-verse,principalmente sulla qualità vocale.Gli altri,solo dozzinali.Per-
-tanto diciamo:perchè hanno fatto quella o quest'opera?..non era meglio
forse non l'avessero mai fatta??.Eppure conosciamo parecchi casi,non vi
pare!!.....Per cui è l'esatto contrario delle scelte che Kraus ha sta-
-bilito per dare l'esatta impostazione alla sua inimitabile carriera.
Tuttavia,una cosa importante va detta. Gli errori delle case discogra-
-fiche che non hanno capito il fenomeno Kraus. Questo è scandaloso:
purtroppo lo star system è sempre esistito,basta guardare indietro e
lo troviamo in ottima compagnia,purtroppo è una magra consolazione,lo
capisco benissimo,proprio in virtù del repertorio che il giovane Kraus
ha cantato e senz'altro ci arrabbiamo per l'incompetenza che non ci
appartiene.I tecnici non ritenevano la sua voce fonogenica,e poi lo ri-
-tenevano - senza cuore - come se quel muscolo servisse alla tecnica
del canto e dello stile.Pertanto,troppo tecnicistico.La risposta sta
nell'ascolto,di chi ha inciso buona parte del repertorio del giovane
Kraus.E quel repertorio basterebbe a riempire le vostre fantasie.
Quindi non facciamo voli pindarici....in quanto ormai la storia ha
sentenziato ciò che sappiamo e non ciò che ci piace immaginare nella
nostra sfrenata e inconcludente fantasia,spesso' ridicola ' ,in senso
bonario s'intende, però priva di qualsiasi verità.Non avendo appunto
il dovuto riscontro.
- Più specifico -
Personalmente sono abituato a valutare sulle inoppugnabili
interpretazioni che i cantanti hanno fatto,questo vale per un'opera,
anche per un brano solo,basta saperlo leggere, e quindi in questi casi
la bramosia di vederlo magari in uno spartito intero non mi pare che sia
lecito per il semplice motivo che Kraus quando cantò al Cairo 'Tosca',
riscontrò che la sua voce si era stancata,pensate un po' che lungimi-
-ranza. Da qui potrete capire l'oculatezza delle sue scelte in ter-
-mine di repertorio. (1956) Il resto mi lascia indifferente.....come
indifferente era lui quando affrontava questo argomento,dicendomi:
Solo io posso sapere quali sono le difficoltà che deve incontrare il
mio organo vocale nell'affrontare uno spartito. Quindi cerco sempre
di ponderare al meglio le mie scelte,anche in virtù di quello che sarà
il futuro della mia voce.Capacità vocali e teniche,stilistiche,di per-
-sonaggio e di metamorfosi fisiche.... riflettere,riflettere.....
E' molto bello fantasticare,non facciamolo nel canto per carità,sareb-
-be un terribile danno per il cantante, quante voci purtroppo sono
finite prestissimo per una errata scelta di repertorio.Grande Alfredo
non finisci mai di stupire,è destino che tu sia sempre di difficile
comprensione.La tua semplicità disorienta sempre i colti e gli incliti..
Ha ognùno la sua filosofia di ascoltare i cantanti e.....il canto,ma
nella più genuina realtà.Perchè,è solo la - certezza - che conta.


Buone Feste e buon ascolto a tutti gli amici e a
Pietro Bagnoli.......................................


Bruno Spoleti
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Messaggioda pbagnoli » mar 25 dic 2007, 22:10

Caro Bruno, perdonami se ho spostato il lungo e interessante post nell'altro thread aperto su Kraus, ma penso che sia meglio così per migliorare la leggibilità e la comprensione del tutto.
E' molto bello leggere quello che scrivi: hai potuto frequentare il grande cantante e, leggendoti, ci pare di averlo ancora accanto a noi.
Ma questo, perdonami, non elimina le mie perplessità.
Non faccio nessuna fatica a crederti quando dici che lui la pensava così: se ha orientato la propria carriera secondo quei criteri, è evidente che la pensasse in quella maniera: ça va sans dire, come direbbero i francesi.
Il tuo post è ricco e denso di contenuti; sceglierei pertanto alcune delle cose che hai scritto per commentarle al meglio.
:arrow: Il mito dell'approfondimento: per dare il meglio in un ruolo non basta una vita. Questo non è sempre vero, secondo me; con buona pace di Alfredo Kraus, uno dei più grandi cantanti della Storia. Occorre veramente una vita per approfondire Alfredo Germont? Eppure lui l'ha fatto sino all'età senile. Il meglio di sé l'aveva già dato nel 1958 a Lisbona con la Callas e, al limite, se proprio vogliamo, alla fine degli Anni Settanta nell'incisione con Muti, dove già era tirato. Era necessario inciderlo ancora con Mehta, per di più di fronte ad un Germont padre più giovane di lui? Fa un po' il paio con Pavarotti che ha reiterato Rodolfo sino a oltre i 60 anni! Io ritengo che un cantante abbia il diritto e, forse, il dovere di mettere un punto fermo in un ruolo se arriva a dire il massimo ad un certo momento, specie se il personaggio ha in sé alcune caratteristiche che richiedono un'età anagrafica adeguata per la credibilità
:arrow: la sperimentazione. I dischi Carillon (se non sbaglio) incisi in età giovanile ci mostrano un cantante assai più audace sperimentatore di quanto non sarebbe stato in età matura. Tu potresti rispondermi che i giovani sono globalmente più incoscienti dei vecchi, ma ci sono dei vecchi che non perdono il gusto di reinventarsi ogni volta. Io personalmente ho molta simpatia per quelli che tentano nuove strade e ci andrei molto cauto nel bollare come "dozzinali" chi tenta nuove strade
:arrow: Il paragone con Gedda non regge: erano cantanti molto diversi. Kraus, per lo meno il Kraus "adulto" era molto riservato, Gedda sempre spavaldo. Kraus sempre immascherato, Gedda contraltino e talvolta falsetteggiante
:arrow: gli errori delle case discografiche. Vero, avrebbero dovuto tenerlo in maggior considerazione. Ma tuttavia ha inciso diverse cose molto interessanti,come "La Muette dei Portici"

Insomma, rispetto ( e ci mancherebbe... ) il parere del grande cantante, ma continuo a rimpiangere che non abbia avuto il coraggio o la voglia di affrontare altri ruoli, preferendo rimanere ancorato ai soliti Werther o Alfredo...

PS Ovviamente ricambio di cuore gli auguri! :wink:
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Messaggioda VGobbi » mer 26 dic 2007, 10:02

pbagnoli ha scritto:Insomma, rispetto ( e ci mancherebbe... ) il parere del grande cantante, ma continuo a rimpiangere che non abbia avuto il coraggio o la voglia di affrontare altri ruoli, preferendo rimanere ancorato ai soliti Werther o Alfredo...

Non potrei aggiungere una virgola a quanto affermato da Pietro. Che Kraus sia un grande, nessuno lo discute. Sicuramente poteva regalarci qualcosa di piu' ...
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Messaggioda stecca » mer 26 dic 2007, 19:39

Anche se so che qualcuno poi mi scannerà (i fan dell'Alfredo sono tra i più talebani lo si sa) dico che sono totalmente d'accordo con Bagnoli anzi rilancio. Ovviamente Kraus è stato dal punto di vista stilistico e tecnico probabilmente il miglior tenore del dopoguerra nonchè quello che a parità di mostruosa estensione aveva di gran lunga la voce più corposa e perchè no fascinosa (i suoi contra...ltari sono tenorini di grazia o impeccabili virtuosi dalla voce orrenda) ed infine uno degli artisti più attenti alla caratura globale del personaggio interpretato e pure tra i più longevi.
Ciò posto è indubbio che a fronte di tutto ciò il repertorio interpretato è a dir poco scandalosamente modesto roba al cui confronto potremmo ritenere quell'altra "pigrona" di Mirella Freni una.... imprudente.
Se poi guardiamo i ruoli davvero approfonditi e non solo lambiti una o due volte magari solo in disco il cerchio si restringe davvero a pochissimi ruoli che forse si contano sulle dita di una mano.
Per mio conto non si trattò solo di pigrizia ma anche un pò di necessità.....
Kraus infatti aveva un tipo di voce molto particolare che al suo tempo era peraltro un pò vista con diffidenza da chi amava la voce del tenore core in mano o cmq che trasmetteva ai cuori.
Quindi in epoca in cui cantava gente come Corelli, Di Stefano, Del MOnaco e poi Bergonzi, Domingo, Pavarotti e quindi gli spagnoli dalla voce benedetta quel timbro così secco e poco espansivo e quell'accento triste e compassato aveva poco spazio per emergere appieno.
Quindi intelligentemente Kraus che immagino fosse orgoglioso ed ambizioso e volesse eccellere e non solo essere uno dei tanti, si ritagliò un repertorio dove potesse essere il numero uno.
E così Alfredo (che ogni tenore che si rispetti dopo un pò molla perchè sai che soddisfazione dato che la Traviata è opera di Violetta e non certo di Alfredo) quindi il Duca (che è tanto difficile tecnicamente e i vari Pavarotti dopo poco abbandonano per lidi meno insidiosi e più soddisfacenti) e ovviamente Werther di cui ha fatto la sua storia un pò come Callas e Medea o Olivero e Adriana etc. etc.
Ovvio che su Werther nessuno neppure ci si metteva e quindi Kraus è stato il più grande Werther del dopoguerra mentre gli altri facevano la gara in Calaf o Radames o Mario.....
Ovvio che anche quel tipo di voce potesse rendere appieno solo in pochi ruoli perchè era cosa per un tenore problematica frigida e il tenore di solito è ruolo di amoroso e già Alfredo era troppo adulto e serio e il Duca tropo signore e poco godereccio, Werther era perfetto....
Ma cosa volevate che cantasse con quella voce Pagliacci o Chenier ? No ovvio e allora volevate che uno coem Kraus facesse da pertichino alla primadonna di turno nel belcanto tipo Gennaro in Lucrezia o Edgrado in Lucia ?? ma figuratevi se accettava di lasciare spazio ad una sutherland o caballè per più di qualche recita ogni quinquennio ?? Era Kraus mica Gimenez o Pietro Ballo ragazzi.

E allora ? Allora va bene così per lui....meno per noi perchè è ovvio che sarebbero state decine e decine le donizettate e le francesate e le mozartate che uno come Kraus avrebbe potuto donarci a futura e imperitura memoria invece di tanti Alfredi o Duchi...
Però non volle e male ci colse.
Ma non ci venite a scrivere che cantò due opere in croce perche così approfondiva per piacere, una come la Callas o la Scotto vi dicono nulla ?
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