Ah finalmente un po' di freschezza e di gioventù.
Dopo l'Aida datata della Scala, finalmente una Aida vera, giovane, fresca, meravigliosa.
Alla guida degli sconvolgenti complessi dell'Opera di Roma (altro che i Berliner) egli si conferma la miglior bacchetta in circolazione tra i giovani, l'unico che possa guardare al sommo mio amato.
Dopo anni e anni di direttori che hanno stravolto la visione di questa opera iper pompata, lutulenta e ipertrofica, ci voleva il giovane direttore a rivoluzionare completamente le nostre idee. Basta egitto gonfio e ridondante, finalmente una Aida in versione opera da camera (personalmente avrei ridotto ancora di più l'orchestra di almeno 30 elementi). Ecco che l'investitura diventa una cerimonia minimalista e il trionfo un piccolo giubilo. Il terzo e quarto atto poi sono la celebrazione del silenzio, della meditazione, della purezza. Ebbene amici mai ho sentito aida suonata così. Una esperienza sconvolgente.
I cantanti davvero eccezionali: brava Aida nel suo intimismo, straordinaria Amneris, contenuta nella violenza semplicemente accennata. e che dire poi del meraviglioso Radames, ben diverso da quello ascoltato a Milano (forse ero lo stesso?).
Ma sopra tutti troneggia ancora una volta lui, nel presentarci l'aida più bella che nemmeno verdi avrebbe potuto immaginare.
Di tutto il resto ve ne parlerò domani, ora ho troppo sonno.
ps. la prima di aida a Roma è domani, giovedì 23 aprile
pps. vizz, sorridi con me. è tutto fatto con estrema simpatia
ppps se qualcuno va a roma a vedere l'aida (quella vera) ce la racconti qui