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vivelaboheme1 ha scritto:E poi, Alberto, da Otello di Rossini è - come da copione ormai abituale - saltato Sir John Eliot Gardiner. Ai turisti potrà non importare.... ma a chi si abbona e chi frequenta regolarmente il teatro?
mattioli ha scritto:Per la verità, se n'è parlato anche in questo, di forum (vedi alla voce Lucio Silla). E si è detto che la perdita è gravissima, ma i motivi d'interesse di quell'Otello erano anche, e non solo, nella presenza di sir John Eliot. Almeno per quelli cui piace l'opera.
In effetti, in questa stagione ci sono state troppe cancellazioni e sostituzioni. Francamente, da quel che so (e magari non la so bene), la sparizione di Gardiner è quella da cui Pereira esce immacolato...
AM
Nel dire che per me Gardiner era l'unica ragion d'essere di questa produzione, non voglio affatto sminuire il portato dei cantanti o il valore di Kunde etc...dico solo che già conosciamo le loro interpretazioni dell'Otello. Rossini - aldilà delle considerazioni piuttosto scontate sulla centralità del cantante - è autore che richiede anche una precisa direzione orchestrale e, a mio avviso, la renaissance che c'è stata negli interpreti vocali è mancata o non si è compiuta sul podio, perché - con l'eccezione di Abbado (che però ha affrontato solo una parte della medaglia del catalogo rossiniano) - non trovo grandi direttori che hanno saputo dire qualcosa di diverso o di nuovo. I grandi interpreti della Rossini renaissance, infatti, spesso sono stati accompagnati da un'orchestra che si limitava a fare il suo dovere, da filologi prestati al podio, da onesti professionisti...con poche eccezioni e comunque sempre estemporanee (per dire, il movimento che ha rivoluzionato il modus interpretativo di Mozart o Beetoven è ancora un tabù per Rossini).
vivelaboheme1 ha scritto:Io, una Scala "di routine" non la desidero. Con Lissner avrà fatto discutere, ma non lo è stata.
o Nonna Papera?
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