Era da un po' di tempo che avevamo tralasciato questa simpatica iniziativa. Perche' non ripristinarla?
E cosi', senza perdere tempo nel scegliere quale opera ed edizione discografica proporre, tagliando la testa al toro, ho scelto io ( ), ovverossia "Die Walkure" diretta da Gergiev, incuriosito dalle poche ma ben spese parole espresse da Flipperin in altro frangente.
Ho iniziato con il primo atto. Direzione solita di Gergiev, in bianco e nero, sua caratteristica principale, in cui preferisce i chiaroscuri alle tinte pastello, i netti contrasti alle dolci sfumature, la freddezza chirurgica dei sentimenti piuttosto che la travolgente passione.
E questa incisone sembra volerla apparentare alla società dei lumi, a quell'illuminismo in cui prevale la ragione al sentimento. Ed è un bel sentire, perché Gergiev e' un signor direttore che sa guidare l'orchestra e chiedere quello che vuole. Certo, in non pochi frangenti avremmo desiderato un maggior coinvolgimento emotivo (ad esempio in "Wintersturme wichen wichen dem Wonnemond" oppure in "Du bist der lenz"), ma sarebbe stato stridente con la lettura intrapresa dal direttore russo.
Quanto al cast racimolato, e' uno dei migliori possibili. Solido e dalla voce imponente l'Hunding di Petrenko. Splendida la Siegliende della Kampe, voce radiosa che fa da ottimo contraltare al suono orchestrale frastagliato di Gergiev. Resta il Siegmund di Kaufmann, in cui sembra quello più penalizzato dall'incisione. È la voce che sento di meno, direi la meno fotogenica, in una lettura routiniaria e senza quella verve d'interprete che sempre hanno contraddistinto le sue incisioni discografiche. Vedremo nel secondo atto, in attesa di sentire anche il Wotan di Pape (di cui nutro fortissimi dubbi) e la Fricka della Gubanova.