Fidelio - Teatro alla Scala

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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda pbagnoli » lun 01 dic 2014, 16:52

Dunque, ho visto la generale ieri sera.
Premesso che stiamo parlando di una prova, e che quindi dobbiamo dare tutte le attenuanti del caso, lo spettacolo mi sembra degno di una provincia tedesca.
Impressioni a spot:
:arrow: Barenboim ha in quest'opera un passo più pesante di quello di Furtwangler. Pesta come un dannato sovrastando con una marea di suoni i malcapitati cantanti che - con le eccezioni di Vogt e di Mattei - fanno una fatica infernale a farsi sentire
:arrow: lo spettacolo di Warner è di una modestia imbarazzante. L'ambientazione è cupa e opprimente (ma va?!?); i muri della prigione sono scrostati e prossimi a cadere (e infatti cadono, alla fine); il cattivo è vestito di nero e alla fine viene ucciso; alla fine cadono anche gli strass dorati dal cielo per far vedere che tutto è finito bene, caso mai qualcuno non se ne fosse reso conto. La marcia dei prigionieri viene trasformata nell'ora d'aria in cui gli stessi giocano a palla, ma col che si perde la congruenza con la scena in cui vengono tirati fuori dalla prigione stessa per rivedere il sole
:arrow: la Kampe è brava ma fa una fatica infernale. Le mancano gli acuti della parte: hai detto niente
:arrow: Struckmann fa fatica e non è nemmeno così bravo come la Kampe
:arrow: Youn è bravo, ma non appare nulla di speciale. Forse la parte non lo stimola
:arrow: dei due giovani, meglio Florian Hoffmann di Mojica Erdmann
:arrow: alla fine, come anticipato, il meglio viene da Vogt e da Mattei, le cui voci non fanno nessuna fatica a sovrastare l'orchestra pesante come un macigno

Che dire?
Si direbbe che siamo tornati indietro di trent'anni almeno, forse più.
Sarà un successo, non c'è dubbio!
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda DottorMalatesta » lun 01 dic 2014, 17:09

pbagnoli ha scritto: :arrow: lo spettacolo di Warner è di una modestia imbarazzante. L'ambientazione è cupa e opprimente (ma va?!?); i muri della prigione sono scrostati e prossimi a cadere (e infatti cadono, alla fine); il cattivo è vestito di nero e alla fine viene ucciso; alla fine cadono anche gli strass dorati dal cielo per far vedere che tutto è finito bene, caso mai qualcuno non se ne fosse reso conto. La marcia dei prigionieri viene trasformata nell'ora d'aria in cui gli stessi giocano a palla, ma col che si perde la congruenza con la scena in cui vengono tirati fuori dalla prigione stessa per rivedere il sole


Se c´è una cosa che la Warner sa fare (almeno per i 4-5 spettacoli suoi che ho visto) è far recitare anche le scarpe.
Come ti sembra la regia da questo punto di vista?

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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda DocFlipperino » lun 01 dic 2014, 17:24

Ho letto ora che la Warner definisce i personaggi di Fidelio come "quite ordinary people in extraordinary circumstances"....
Che ne dici Pietro? E' riuscita a trasporre in scena questa teoria?

flip
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda pbagnoli » lun 01 dic 2014, 17:48

DottorMalatesta ha scritto:Se c´è una cosa che la Warner sa fare (almeno per i 4-5 spettacoli suoi che ho visto) è far recitare anche le scarpe.
Come ti sembra la regia da questo punto di vista?

Molto, molto ordinaria.
Jaquino è perennemente incazzato e rovescia tutto quello che trova a portata di mano.
Gli altri fanno il loro, ma senza dare impressione di essere mossi o motivati da una personalità forte.
No, decisamente un'impressione registica scarsa
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda pbagnoli » lun 01 dic 2014, 17:58

DocFlipperino ha scritto:Ho letto ora che la Warner definisce i personaggi di Fidelio come "quite ordinary people in extraordinary circumstances"....
Che ne dici Pietro? E' riuscita a trasporre in scena questa teoria?

Mah.
Si trattava di una generale - che, notoriamente, non fa testo - e dovrei rivedermi lo spettacolo in una recita ordinaria...
Ma, per rispondere alla tua domanda, così sui due piedi direi di no.
Il problema è che Florestan è una specie di Victor Laszlo e Leonore è la sua Ilsa; e, visti in quest'ottica, esiterei a definirli ordinary peole... e non mi sembra che la Warner faccia alcunché per smentire questo assunto.

Marzelline e Jaquino, invece, ordinari sono e ordinari restano.
Anche Pizarro, in fondo, è molto ordinario nella banalità del male che professa.
Ma nessuno di essi si erge dalla mediocrità in cui sono calati
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda teo.emme » lun 01 dic 2014, 22:40

pbagnoli ha scritto: :arrow: Barenboim ha in quest'opera un passo più pesante di quello di Furtwangler.

Che peraltro non era affatto pesante, né pestava, né copriva le voci...
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda DocFlipperino » lun 01 dic 2014, 22:56

Effettivamente Teo ha ragione.
Il quartetto di Furt è incredibilmente pesante e leggiadro allo stesso tempo.
Comunque la generale non fa sentire mai i volumi corretti e effettivi.
La Kampe potrà alzare il volume.
Ma anche Baremboim :)
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda teo.emme » lun 01 dic 2014, 22:59

DocFlipperino ha scritto:Effettivamente Teo ha ragione.
Il quartetto di Furt è incredibilmente pesante e leggiadro allo stesso tempo.

Ma, senza polemica, dove sarebbe pesante Furtwaengler???
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda DocFlipperino » mar 02 dic 2014, 0:17

Marcia, duetto, introduzione dell'aria di florestano. MA è un "pesante" al contempo leggiadro. È un giudizio totalmente positivo nella sua grande abilità di unire rigore e delicatezza, "pesantezza" e dolcezza.
Se vai a rileggere un mio post sulle edizioni da conoscere, Furt è citato come edizione da conoscere "a prescindere".
Pertanto non ho certo espresso nulla di negativo. Anzi.....
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda reysfilip » mar 02 dic 2014, 0:52

Caro Pietro, grazie delle anticipazioni. Vorrei sapere due cose:
:arrow: Barenboim esegue la Leonora III prima del finale?
:arrow: E' vero che la Warner ha riscritto alcuni dialoghi come si evincerebbe dal libretto pubblicato sul sito della Scala? Io ho controllato i presunti dialoghi diversi ma a me non sembrano molto lontani dagli originali (anche se non è che sappia proprio a memoria questi ultimi)
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda teo.emme » mar 02 dic 2014, 1:45

DocFlipperino ha scritto:Marcia, duetto, introduzione dell'aria di florestano. MA è un "pesante" al contempo leggiadro. È un giudizio totalmente positivo nella sua grande abilità di unire rigore e delicatezza, "pesantezza" e dolcezza.
Se vai a rileggere un mio post sulle edizioni da conoscere, Furt è citato come edizione da conoscere "a prescindere".
Pertanto non ho certo espresso nulla di negativo. Anzi.....

Il fatto è che l'approccio di Furtwängler - a Beethoven in particolare - mi pare tutto tranne che "pesante" in qualsiasi accezione si intenda il termine. Certo è un Beethoven "pensante" (se permetti il gioco di parole), in cui prevale la tensione etica a discapito dei pur presenti elementi leggeri che sembrano via via assottigliarsi nell'urgenza drammatica, trascendendo la vicenda che cessa di essere una storia individuale per assumere proporzioni collettive: e musicalmente la lettura è tesa, lucida, tragica, estremamente varia nel lavoro di decostruzione che ne fa Furtwängler che come sempre isola le singole particelle musicali quasi che l'una nascesse dall'altra (all'opposto di Klemperer che invece privilegia la struttura architettonica pur in una disamina lucida scientifica e sostanzialmente anti romantica). A ciò si aggiunge il portato di una storia personale che è passata attraverso la guerra, la fine di un'identità culturale e di un intero mondo, poi il nazionalsocialismo e, infine, l'umiliazione subita dai "vincitori": tutto questo si sente nel suo Fidelio. E credo che le ragioni della musica stiano qui: parlare attraverso la propria storia con frasi scritte da altri per altri tempi, ma rivissute e fatte proprie. Poi chiamatelo pure "scorretto" (rispetto a cosa però? Lo stesso Harnoncourt deride i suoi colleghi che si appropriano di patenti di autenticità), ma pesante, come fosse un Barenboim qualsiasi, proprio no.
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda pbagnoli » mar 02 dic 2014, 14:28

Ok, Teo: ma molte volte si sente il bisogno - almeno sul forum - di un minimo di schematizzazione, altrimenti non ne veniamo fuori più, fra un distinguo e l'altro.
Per quanto mi riguarda, per pesantezza mi riferisco alla trama orchestrale, alla tensione morale, alle voci, a tutto l'insieme, se vuoi anche alla Storia che Furtwarngler si portava dietro; tutto ciò, ovviamente, non come valore assoluto ma se riferito a altri parametri come quelli rappresentati dal già citato Harnoncourt che usufruisce di un'orchestra più leggera e di un passo molto più spedito.
Tutto ciò, ovviamente, non ha nulla a che vedere con valutazioni estetiche: fra Furtwaengler e Barenboim mi tengo Furtwaengler tutta la vita, non sto nemmeno a discutere.
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda vivelaboheme1 » mar 02 dic 2014, 16:10

lo credo bene! Barenboim può far bene ma certi paragoni non si pongono

straordinaria la marcia di Pizarro in Harnoncourt
marco vizzardelli

mi dicono discutibili le soluzioni scenografiche della Warner, la fabbrica dicono c'entri poco
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda VGobbi » mar 02 dic 2014, 19:35

Io Furt, così come Kna ed altri direttori della vecchia scuola, mai coprivano le voci.
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Fidelio - Teatro alla Scala

Messaggioda DottorMalatesta » mar 02 dic 2014, 20:08

VGobbi ha scritto:Io Furt, così come Kna ed altri direttori della vecchia scuola, mai coprivano le voci.


Sarà in parte per il tipo di ripresa audio. Però hai perfettamente ragione.
Ricordo un´intervista al vecchio Karajan il quale insisteva proprio su questa "regola aurea": dirigendo l´opera mai coprire le voci!
Vaglielo a dire ai "tedeschissimi" Thielemann & Barenboim... :mrgreen:

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