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teo.emme ha scritto:ammetto di avere un'idiosincrasia per Kaufmann, ma non per la Stemme). Per me questa scelta - che si pone nel solco della tradizione più conoslidata - è già qualificante, e impedisce qualsiasi efficacia: il problema è il solito, lo stile e la capacità di affrontare le oggettive difficoltà vocaliste di una scrittura che guarda più a Mozart che a Wagner (come è ovvio che sia). Ma non mi ripeto, dato che concordiamo. Solo vorrei specificare che per me la Flagstad non è certo una Leonore attendibile.
Poco importa se, in questo caso, invece della solita e giunonica Brunhilde, si ricorre ad una più sbiadita Elsa von Brabant: sempre una voce inchiodata e poco agile rimane. La Stemme fatica a muoversi nell’atipica tessitura di Leonore e difetta pure in corpo (nel quartetto del primo atto è costantemente coperta da Marzelline): a differenza dei soprani di tonnellaggio wagneriano che occuparono abusivamente il ruolo (dalla Flagstad alla Nilsson) e che supplivano con la potenza “della canna” ad una certa fissità e immobilità, il soprano svedese – nonostante i tentativi di gonfiare e scurire (evidentemente inseguendo modelli interpretativi paleolitici) – appare povero e svuotato. Una Leonore dimessa, parente alla lontana delle valchirie anni ‘50 e distante anni luce da una cifra interpretativa più autentica (ossia il recupero di certi modelli mozartiani, penso soprattutto a Konstanze, a Fiordiligi o a Vitellia)
teo.emme ha scritto: Il Mozart di Abbado è ben suonato. Punto. Sembra rinunciatario: un gioco lezioso e asettico, quasi frivolo nel rinunciare a qualsiasi approfondimento (forse per il timore di ricalcare eccessi romantici). Il fatto è che un '700 apollineo e "canoviano" è frutto di una visione parziale e non completa. Manca la razionalità spietata, il cinismo, la finta leggerezza alla Voltaire, lo sguardo disilluso all'uomo inteso come essere complesso... Perché parlo di Mozart? Perché Abbado ricorre a questa visione mozartiana per il suo Fidelio.
teo.emme ha scritto: personaggi minori (al solito) risultano estranei...ovvio, Abbado (come tanti altri, da Furtwaengler in poi) non sa che farne... Lo dice la stessa presenza del Tamino della sua (brutta) incisione: Tamino/Jaquino è una stupidaggine...sono due personaggi inavvicinabili, avere usato il medesimo interprete significa non aver capito nulla di entrambe le opere. Tamino/Florestan ha senso...ma utilizzare la voce ritenuta più mozartiana, per un ruolo di contorno, significa ritenere quel ruolo sostanzialmente estraneo, quasi un retaggio di passato (capitato per caso). Abbado è profondamente incoerente: applica la sua visione di Mozart (consolatoria e rassicurante), ma recupera le suggestioni di un Beethoven vecchio stile (attraverso morbidezze e smancerie), relega nella separata sede dei personaggi "comici" le voci più mozartiane e affida il resto a orchi nibelungici e cantanti wagneriani.
DocFlipperino ha scritto:io però diventerò padre per davvero solo tra 28 settimane.... c'è tempo.
DocFlipperino ha scritto:ps. un sentito grazie alla signora peruviana che stanotte alle 4,20 ha pensato bene di mettere alla prova le mie conoscenze ostetrico-ginecologiche partorendo non uno, bensì due gemelli in.... tangenziale.... grazie eh!!
io però diventerò padre per davvero solo tra 28 settimane.... c'è tempo.
pbagnoli ha scritto: sto per andare alla Scala, alla generale...
DocFlipperino ha scritto:... mi sono ascoltato la versione di Knappertbusch tanto mal considerata dal Giudici. a me non sembra per niente male invece. certo i tempi sono lentissimi, letargici ma è una lentezza tragica, dolente, opprimente resa in modo molto efficace. il senso della prigione incombe continuamente e mi pare sia reso benissimo. e poi da Kna non ci si può certo aspettare tempi veloci....
i cantanti mi piacciono molto, soprattutto Peerce, la Jurinac e la Stader. voi come giudicate questa edizione?
pbagnoli ha scritto:DocFlipperino ha scritto:
sto per andare alla Scala, alla generale...
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