teo.emme ha scritto:Che dire Pietro, mi sembra un po' banale lo stereotipo della giovane scuola come robaccia decadente, ingenua, tonta, e naturalmente provinciale...
MAI DETTO NIENTE DEL GENERE!
Ho detto questo NON della Giovine Scuola, bensì del libretto di Colautti cui, peraltro, riconosco qualche tocco di genialità di area contigua alla Scapigliatura.
Io adoro la GS: se affermi il contrario vuol dire che - tanto per cambiare - di quello che si scrive qui sopra non leggi una cippa lessa.
Adriana è decadente? Certo.
E' ingenua? Certo.
Non lo dico solo io, peraltro. Lo diceva anche Rubens Tedeschi in "Addio fiorito asil" che rimane tuttora - a mio modesto avviso - il più interessante saggio (anche se un po' sorpassato) sulla GS e sulla sua eredità.
Quello che ho SEMPRE detto su questo materiale che - oggettivamente - non ha gambe per camminare da solo, è che per renderlo al meglio bisogna crederci.
Lo dico sempre anche di un'opera un po' più celebre e rappresentata come "Andrea Chènier", in cui il cattivo recede dal proposito di scoparsi la primadonna solo perché questa ricorda la mamma morta.
Devi crederci; e lo devi fare per bene.
Se non lo fai, fallisci.
E' il motivo per cui Tebaldi e Del Monaco - secondo me - fanno fiasco, mentre Simionato no.
Poi, se vogliamo fare la solita dietrologia stile altri siti, accomodati. Non c'è problema, come sai. Qui le porte sono sempre aperte per te
teo.emme ha scritto:Dici che il libretto non ha la "genialità" di Boito? Tanta grazia! Francamente trovo letterariamente imbarazzante il buon Arrigo: tanto ricercato quanto strampalato in roba come Gioconda, Ero e Leandro, Nerone...
Vero, spesso era esagerato e sopra le righe; almeno per i nostri gusti attuali.
Ma è stato una figura di intellettuale talmente al di fuori degli schemi, che merita di essere guardato con molto più rispetto di quello di cui tu lo accrediti.
Tu lo trovi imbarazzante, ma - perdonami - non ti considero un riferimento in tema di critica letteraria. Non lo sono nemmeno io, ovviamente.
Il tuo parere estetico quindi vale quanto il mio.
Ma la Scapigliatura - di cui Boito è stato probabilmente il massimo esponente - è stato un movimento ben più serio della tua ironia che, tanto per cambiare, guarda alle sue iperboli con l'occhio del 2014. Sei in buona compagnia, è vero, ma - trattandosi di una vecchia ciabatta passatista come te - me ne stupisco
Ritornando a argomentazioni più serie, ci sarà un motivo se i lavori di Boito hanno avuto più fortuna di quelli di Colautti, Civinini, Zangarini, Forzano e altri nomi ancora.
Non venirmi per piacere a dire che è colpa delle majors discografiche, o di appoggi politici.
La maggior parte dei titoli della GS sono scomparsi dalla circolazione perché erano lavori scarsi dal punto di vista drammaturgico, musicale e letterario.
Mascagni è diventato famoso per un'opera sola, al limite due (ma Fedora è rappresentata e incisa circa un decimo di Cavalleria); i
Rantzau, Ratcliff, Maschere, Parisina, Zanetto, Piccolo Marat o Lodoletta sono rimaste ai margini del repertorio. E Pinotta non ha voglia di riscoprirla nessuno.
Leoncavallo è famoso per un solo titolo. Ogni tanto qualcuno pensa che la sua Bohème sia bella, ma chi cazzo la conosce fuorché
Testa adorata e
Mimì pinson la biondinetta?
Smareglia è noto solo a noi appassionati di strettissima osservanza, e più che altro per
Nozze istriane.
Ponchielli solo per la
Gioconda; e - almeno per me - con più di un sospetto che sia merito anche di un certo Tobia Gorrio. Oddio, ti dirò: ho provato anche a misurarmi con i
Promessi sposi, ricavandone la ragione di un'estinzione doverosa almeno quanto quella dei dinosauri.
Vogliamo continuare?
Oppure dobbiamo pensare che sia stato Puccini a farli fuori tutti perché risaltassero solo le sue opere?
Come qui abbiamo ripetuto sino allo sfinimento, è il pubblico che decreta il successo di un compositore o di un esecutore: è questa la ragione per cui una Bohème viene ancora rappresentata in tutto il mondo, mentre
l'altra non se la fila nessuno.
Ed è anche la ragione per cui nessuno canta più come De Lucia
Nessuno congiura, Teo.
Fattene una ragione
teo.emme ha scritto:E non che all'epoca di Verdi si scrivessero capolavori perché tra zingarelle, cari nomi, gatte in fregola...suvvia! Taccio di Donizetti, ma qualcosa si deve dire del Wagner che non è certo Goethe! Poi questa Adriana non la conosco quindi non so...certo Capuana è un routinier (battisolfa forse) che vale tanto quanto quello di Londra nel 2010: che non era Pappano ma il mediocre Elder.
Hai ragione su Elder,
vo' fare ammenda: sono al mare, non ho i miei dischi, DVD e Blu Ray, per cui vado a memoria.
Non ho nessuna intenzione invece di aprire qui un contenzioso sulla drammaturgia di Francesco Maria Piave - autore di alcuni fra i più meravigliosi libretti della Storia del Teatro d'opera e autentico genio della drammaturgia - o di Cammarano, o Romani. E ovviamente, che ti sia in uggia il Wagner librettista è cosa nota almeno quanto il fatto che a Vittorio Gobbi sta sull'anima la Sutherland mentre va in fregola per la Barbieri