Guardato a spizzichi e bocconi e in modo piuttosto svogliato.
Che dire? La solita Turandot. La Stemme resta la fuoriclasse di sempre, ma come Turandot siamo fuori tempo massimo. Antonenko fa il solito Calaf noiosamente delmonacheggiante (ma con acuti legnosi ed espressività zero). Agresta brava nel delineare una Liù diversa dalla solita anemica piagnona, ma non vi nascondo che mi aspettavo qualcosina di più dal punto di vista vocale. Bene anche Tsymbalyuk. Direzione di Chailly, da quel che ho potuto sentire, nel complesso ottima, orchestra bene e coro spesso allo sbaraglio.
Dalla regia di Lehnhoff non è che ci si potesse aspettare chissá mai che. E in effetti… Comunque Turandot noiosamente funzionale, abbastanza spettacolare (ma anche molto tradizionale: e allora, tradizionale per tradizionale e spettacolare per spettacolare meglio Zeffirelli
), con alcune cadute di gusto e scenografia e costumi vagamente simbolisti ma che in realtà sono la fiera della vacuità e del decoro radical-chic assolutamente fine a se stesso (terrificante il boomerang rosso brandito da una dark-Turandot mantide religiosa).
Comunque, alla fine, spettacolo di livello assolutamente accettabile.
Qui Mattioli sulla stampa:
http://www.lastampa.it/2015/05/01/spett ... agina.htmlDM