Riccardo ha scritto:A te vanno benissimo Matt! Ma un appassionato di cinema come noi lo siamo di opera non si sognerebbe mai di vedere un film di Orson Welles o di qualunque altro storico attore con il doppiaggio.
Ma non è vero, Ric!
L'appassionato di cinema di oggi si vede un'enorme quantità di film doppiati, mentre noi appassionati d'opere non sentiamo praticamente più in nessun teatro un'opera tradotta (a meno che certe dive non abbiano voglia di studiare Jenufa in ceco!
)
E se questo è vero oggi, figurati dieci anni fa, quando non esistevano i comodi e rassicuranti DVD con i sottotitoli in settemile lingue diverse.
E poi vorresti dire che uno non può amare la letteratura se non legge i testi tutti in edizione critica e in lingua originale (che invece gli operomani di oggi sono abituati a pretendere)?
Insomma, ammetti che queste diverse forme artistiche sono tuttora regolate da convenzioni diverse.
Ora ti faccio una domanda.
Ti capiterà di andare al cinema con i tuoi amici, naturalmente.
E ovviamente vedrai i film doppiati.
Sinceramente ogni volta che esci dal cinema gridi allo scandalo?
Ti metti a fare il pistolotto ai tuo compagni di serata su.. quanto è importante la lingua originale, su quanto sia necessario alla comprensione del film....
Rispondo io: no!
O magari lo farai una volta, quando - nel bar dopo il cinema - tu e i tuoi amici capitate a parlare dell'argomento.
Metti invece di andare all'opera a vedere un Tannhauser in "italiano".
Lì si che urlaresti allo scandalo.
Lì si che faresti pistolotti di mezz'ora sotto i portici della Scala sulla mostruosità appene perpetrata... sull'assurdità indecente di simili operazioni oggi!
Come minimo verresti qui sul forum a scrivere dieci post sull'assassioni di Wagner!
E tutto non per altro, ma perché le convenzioni accettate per la fruizione del cinema e quelle dell'opera sono diverse.
In futuro cambieranno, e dopo cambieranno ancora, è il loro destino.
Ma il punto che io contesto non sono tanto i tagli in sé, quanto quelli fatti senza motivo. Un taglio per serie ragioni interpretative, registiche mi sta bene.
Io invece contesto il taglio in sè!
Vorrei sentire solo edizioni ultraintegrali, su strumenti originali, col diapason originale e con gli stilemi esecutivi che (oggi) riteniamo quelli giusti.
Ma affermo che questa non è la legge! E solo una convenzione che NON HO CREATO IO, ma tipica del mio tempo, a cui mi sono perfettamente assuefatto e che amo.
Il problema è che alcuni interpreti del belcanto continuano ad effettuare questi tagli "di tradizione", che sono ingiustificati proprio perché di tradizione.
la Tradizione è una cosa nobilissima, che si fonda su evoluzioni e strappi.
"Taglio perché una volta tagliavano".
Non è molto diverso da "non taglio perchè oggi va di moda non tagliare"
Sono punti di vista che possiamo sposare o rigettare. In tutti i casi sono scelte (degli interpreti ma anche nostre). Non dogmi.
almeno per come la vedo io.
Certo Matteo, l'argomentazione che, in fondo, tutto appartiene al fluire e al mutare dei momenti e dei gusti la puoi sempre portare.
Così però, (e tanto più) devi farti anche piacere la Carmen della Baltsa e la Tosca di Pavarotti.
E questo chi l'ha detto?
L'affermazione della relatività delle convenzioni non significa che non esistano chiavi di lettura e di valutazione.
Guarda che le convenzioni servono proprio a questo. Ad avere punti di riferimento (non postulati o teoremi) da cui partire per analizzare l'oggetto.
Certo che se valuti un oggetto del passato con le convenzioni di oggi, sei destinato a non goderne... ma di questo abbiamo già LUNGAMENTE discusso!
Salutoni
Matteo