Salonen, eccolo! Sublimi Beethoven-Mahler

sinfonia, cameristica e altri generi di musica non teatrale.

Moderatori: DocFlipperino, DottorMalatesta, Maugham

Salonen, eccolo! Sublimi Beethoven-Mahler

Messaggioda vivelaboheme1 » mer 21 mag 2014, 1:37

Il più grande direttore vivente, l’unico (con Boulez, come figura complessiva, dopo l’addio ad Abbado) per il quale sia appropriata la qualifica di Leggenda Vivente, ha incantato, stupito, entusiasmato e commosso la Scala con una doppia lettura, Beethoven e Mahler, in cui al talento pazzesco,alla tecnica trascendentale, al gesto più bello ammirato su un podio da Karajan in poi, hanno fatto riscontro un senso poetico e una profondità, nella lettura di Seconda e Titano, che s’imbevono dell’acqua dei laghi, si vestono del verde e dei profumi delle foreste della terra di Salonen. Respirano quell’aria, vivono – grazie alla sensibilità del sommo direttore -lo spirito di quelle terre, di quella natura. Pur rimanendo, appropriatamente, Beethoven e Mahler nell’assoluta tipicità del loro linguaggio. Ma la profondità, unica, di Salonen, viene da lontano anche se la persona, oltreché il musicista, ha una maniera così lineare, semplice, sorridente di porsi. Ma anche questa linearità, che si vede nell’uomo e si sente nella musica, è figlia del “mondo”, culturale e naturale, di Esa-Pekka Salonen.

Marco Vizzardelli
vivelaboheme1
 

Re: Salonen, eccolo! Sublimi Beethoven-Mahler

Messaggioda vivelaboheme1 » mer 21 mag 2014, 2:16

Faccio ammenda per una dimenticanza, fra le leggende viventi (l'ora è tarda) e aggiungo subito: Georges Pretre, un caso poetico a parte fra i direttori.

marco vizzardelli
vivelaboheme1
 

Re: Salonen, eccolo! Sublimi Beethoven-Mahler

Messaggioda vivelaboheme1 » mer 21 mag 2014, 15:22

Scendendo un poco nel dettaglio. Come si notò nella formidabile Settima eseguita con la Philarmonia, il Beethoven di Salonen è figlio di se stesso, non di una particolare tradizione esecutiva. Sicuramente, nell’essenziale nettezza del tratteggio non perde di vista le conquiste della filologia ma le innerva in tessuto di formidabile elasticità e morbidezza di fraseggio che rendono unica e senza precedenti la lettura. Salonen ha costantemente il sorriso sulle labbra e la sua Seconda “sorride” di umorismo, nelle acrobazie delle articolazioni dei movimenti estremi o del gioco scherzo-trio. E sorridente, aereo, sereno è il secondo movimento, un ricamo nell’impalbabile esecuzione chiesta e ottenuta da Salonen che, in questo Beethoven si conferma maestro di fraseggio e soprattutto del suono alla maniera di un Karajan, cioé compenetrato “nel” suono, terso e sublime.
E dal suono parte anche il Titano: al sibilo iniziale, teso e luminosissimo ma come ammorbidito, fanno riscontro le fantastiche, memorabili “quarte” del clarinetto (semplicemente divino Meloni!) delle quali la quarta nota sfuma nell’aria e si smorza preparando tutto un clima. Sia nel primo movimento sia nel finale la “profondità” del suono “mentale” oltreché fisico di Salonen (quel suono che viene dalla sua terra, dalle immensità) dà vita ad una quasi insostenibile dilatazione verso i “climax” che apre a statura cosmica il suo “Titano” (ben degno del nome). I movimenti interni testimoniano, invece, nella mobilità dei tempi, nei colori, nel fraseggio e nell’inflessione, l’adesione di Salonen all’espressione boema della sinfonia, un aspetto che raramente si è colto quanto in questa memorabile esecuzione.
Se consideriamo che i paragoni recenti possibili vanno fatti con la Sesta di Abbado, è appropriato e attendibile affermare che questo Titano è la massima prova fornita – fin dalla sua fondazione da parte dello stesso Abbado – dalla Filarmonica della Scala, che mai avevamo sentito esprimersi a tale livello.
Esa Pekka Salonen è fin d’ora, a 55 anni, nella leggenda massima della direzione d’orchestra di sempre. Un musicista trascendentale.

marco vizzardelli
vivelaboheme1
 

Re: Salonen, eccolo! Sublimi Beethoven-Mahler

Messaggioda vivelaboheme1 » sab 24 mag 2014, 2:20

Terzo turno e ultima replica del concerto Beethoven-Mahler terminata con un esito - e conseguente trionfo - tale da ricordare le migliori, ma proprio le massime, serate scaligere dell'epoca-Abbado.
Perfetta e ancor più rifinita la Seconda, ma realmente trascendentale il Titano, portato a livelli di tensione ai limiti dell'umano sostenibile, dilatazione di fraseggi e incredibile rapporto fra direttore e orchestra, qui francamente meravigliosa! Non saprei dire chi - alla fine - fra Salonen e pubblico era più "scosso" ed emozionato dalla grandezza dell'esito. Qualcuno mi ha detto: sembrava di essere al Musikverein quando Abbado vi diresse la Nona di Beethoven conclusiva del famoso ciclo Roma-Vienna. Sì, io c'ero al Musikverein e ci sono stato qui alla Scala, l'esito musicale e la reazione di pubblico sono state simili. Serate che ti fanno ringraziare la vita.

marco vizzardelli
vivelaboheme1
 


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