... queste eterne polemiche sulle malefatte dei registi, un piccolo pastiche mozartiano che ho trovato in un librino francese di quiz sull'opera. La traduzione è mia, dunque cattiva:
Un'oscura stradina di Siviglia. Leporello, un valletto brontolone, aspetta il suo padrone, Don Alfonso, alla porta di un'aristocratica... Il libertino senza fede né legge, approfittando del carnevale, si è mascherato da Gran Prete di Iside e Osiride per meglio... e perfino... la Regina della Notte! In un terrificante acutissimo guaito, il soprano abusato insegue il vile seduttore sulle scale, seguito da Susanna, la sua cameriera (che nasconde Cherubino, il suo giovane amante, sotto le sue gonne). Don Alfonso è fermato nella sua corsa dal grasso ventre di Osmin, il guardiano del palazzo. Osmino e Don Ottavio arrestano il furfante e lo sottopongono alla giustizia del Commendatore.
L'infame è condannato al fuoco dell'Inferno quando - colpo di scena! - l'Imperatore Tito appare e canta un'interminabile aria col da capo. Di buon umore dopo il suo matrimonio con la principessa cretese Ilia (ma l'autore scrive Idamante, quindi o non conosce bene la trama di Idomeneo o ha fatto un po' di confusione con il travesti, ndr), Tito grazia il colpevole e lo invia a combattere i Turchi con i suoi amici Ferrando e Guglielmo. Tutti sono contenti e cantano in coro, tranne Leporello che reclama il suo stipendio - sipario.
Che dite? Lo mandiamo a Cerniakov?
Ciao ciao
AM