Caro Alberto,
grazie per averci invitato a considerare la questione da un'altra prospettiva.
Come amo ripetere, un solo punto di vista è la vista di un solo punto.
Mentre tu te ne stai sul divano a guardare Masterchef

io provo a dirti come la penso (e spero di riuscirci).
Come spiegare che Handel o Monteverdi sono più rappresentati di Cav&Pav? Forse perché la gente nel 2013 fa la coda per un Giulio Cesare e diserta Cav&Pav? Perché il pubblico di oggi preferisce e si rispecchia in opere scritte secoli e secoli fa, anzichè preferire e rispecchiarsi in opere scritte "appena"cento anni fa?
E ancora: è la domanda che crea l'offerta o l'offerta che crea la domanda?
Mi spiego meglio: Alberto scrive che l'Adriana all-stars della ROH è stato qualcosa di isolato, cui non è seguita una ripresa di quest'opera nei cartelloni di tutto il mondo. Verissimo. Però, metti caso che, magari per pura coincidenza, in un altro dei teatri più importanti del mondo anche un altro dei registi più affermati (e capaci di far dialogare un'opera concepita un secolo fa con il mondo di oggi) metta in scena l'Adriana... Che succederebbe? Probabilmente i giornali specializzati e i fora sul web comincerebbero a parlare sempre più di quest'opera di Cilea, aumenterebbe la curiosità da parte del pubblico e della critica, e magari a qualche altro teatro più o meno importante verrebbe l'idea di mettere in scena l'Adriana, e così via in un crescendo di rinata popolarità per questo titolo dalla drammaturgia -ammettiamolo- piuttosto demodé

.
E in questo caso sarebbe l'offerta che crea la domanda.
Prendete l'esempio della "Handel renaissance". Si comincia a rappresentare Handel con frequenza sempre maggiore a partire dalla seconda metà degli anni '80. Bene, proprio in quel periodo, l'enfant terrible della regia operistica di allora, Peter Sellars, mette in scena dapprima il Giulio Cesare e poi Theodora (un oratorio, nientemeno!

). Successo clamoroso, cui seguono video, discussioni, dibattiti, e riprese di questi e altri titoli handeliani da parte di registi importanti: Alden, Dew, Carsen... Handel viene riproposto nei teatri di tutto il mondo, e ad ogni rappresentazione seguono dibattiti, confronti, discussioni, ulteriori riprese e ulteriori nuove rappresentazion. Si riscoprono le sue opere, si incidono dischi, si fanno video... Fino ad arrivare a scoprire che Handel ha soppiantato Cav&Pav. Bene, in questo revival di Handel mi sembra abbia avuto un ruolo centrale proprio la regia d'opera, che ha saputo riproporre Handel (e la sua drammaturgia vecchia di secoli!) immergendola nelle inquietudini e nelle contraddizioni della vita contemporanea. Paradossalmente, il pubblico si è visto rispecchiato in queste opere vecchie di secoli e che trattano di divinità e di personaggi mitologici, perché queste opere vecchie di secoli venivano presentate con un linguaggio comprensibile al pubblico di oggi. E il pubblico ha capito che l'opera non è un polveroso manufatto, non è "roba per matusa", ma è specchio della contemporaneità. Questo è quanto è successo per le opere di Handel negli ultimi tre decenni. Per Wagner invece è stato così almeno a partire dal Ring di Chereau nel 1976, se non addirittura dalla fondazione delle "neue Bayreuth" nel 1951, se non addirittura dall'Olandese alla Kroll Oper nel 1929

. Oggi sembra incredibile, ma prima del 1951 per il festival di Bayreuth non era un problema trovare biglietti.

Mentre sicuramente a partire dal 1976 ottenere un biglietto per il festival di Bayreuth è diventato impossibile

. Dubito fortemente che la situazione sarebbe questa se, ancora oggi, a Bayreuth continuassero a rapprsentare il Parsifal "su cui il Maestro avevav posato i venerati occhi" come voleva la buon'anima di Cosima

. La regia d'opera ha mantenuto in vita Wagner. E Wagner è tuttora vivo e vitale. E il paradosso è che sono più vivi e vitali Monteverdi e Handel di Leoncavallo e Mascagni

!
Quello che si è verificato per Wagner, Handel, Janacek, Monteverdi (forse) potrebbe accadere anche per Cilea o per Puccini o per chi volete voi. Ma, a mio modo di vedere, la riscoperta o il successo di alcuni determinati autori d'opera deriva essenzialmente da come le loro opere vengono trasportate in scena. In questo riveste un ruolo fondamentale la regia d'opera (forse ancor più che le "star", i grandi cantanti, e ancor più che i grandi direttori, incluso il geniale Sinopoli). E' l'offerta (registica) a creare la domanda. E non viceversa.
Chissà... forse è così. O forse no.
Ciao!
DM