Wotan alternativi

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Wotan alternativi

Messaggioda pbagnoli » ven 22 mar 2013, 19:02

Conosciamo tutti i grandi interpreti del meraviglioso ruolo di Wotan, in cima Hans Hotter, ma senza dimenticare Thomas Stewart, Theo Adam, Friderich Schorr, Albert Dohmen, George London e tanti altri, citati un po' alla rinfusa.
Ma adesso volevo proporvi altri interpreti alternativi, alcuni dei quali - a mio gusto - di particolare interesse. Volevo proporveli come curiosità e, almeno in un caso, come occasione di rimpianto per non aver approfondito questo ruolo.
Mi mancano purtroppo i Wotan di Van Dam (che ha cantato Amfortas, Sachs e l'Olandese, ma non amava il personaggio del Signore dei Corvi); e di Sam Ramey, che mi avrebbe intrigato non poco...
Buon ascolto!

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dirige (meravigliosamente, a mio parere) il grandissimo Tullio Serafin. Pronuncia tedesca di Rossi-Lemeni fantasiosissima, ma carattere da vero Wotan!

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Nazzareno De Angelis è diretto probabilmente da Molajoli. Per me è un po' troppo lagnoso, e il testo italiano è veramente disastroso. In compenso, la voce ha una grana di notevole bellezza

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Cesare Siepi dimostra che grandissimo interprete wagneriano sarebbe potuto essere con una lettura appassionata, veemente e ricca di una bellezza serena e pensosa

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il grande Marcel Journet trascende la pagina finale della Walkiria trasformandola in una riflessione che sa più di Gounod. Gli preferisco gli italiani

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altro grandissimo, Kipnis, di quelli che piacciono incondizionatamente ai passatisti

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di Schoeffler conosciamo soprattutto il meraviglioso e sfaccettatissimo Hans Sachs, di cui è stato interprete supremo. Come Wotan lo trovo poco coinvolto e di scarso peso specifico, oltre che piuttosto frettoloso

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Ludwig Weber è pieno e pastoso come una bella fumata di Balkan Sobranie (gli appassionati di pipa capiranno). Io lo trovo un po' troppo bonario per essere un Signore dei Corvi veramente credibile

:
George Hann era più propriamente un baritono: e si sente. Tuttavia la sua autorità stemperata nell'angoscia fa di lui un Wotan credibilissimo
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Re: Wotan alternativi

Messaggioda VGobbi » ven 22 mar 2013, 23:50

Piatto ricco, mi ci ficco ...

Per ora mi limito, a segnalare il Wotan di Robert Hale, che reputo uno dei wagneriani validi che mi sia capitato di sentire :



L'addio di Wotan inizia dal 2:02.

Poi con calma, commentero' i video postati da Bagnoli ... e chissa' che mi vengano in mente altri Wotan che meritano di essere menzionati (ad esempio Josef Hermann, di cui purtroppo nulla ho trovato sul "tubo").
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Re: Wotan alternativi

Messaggioda pbagnoli » sab 23 mar 2013, 0:15

VGobbi ha scritto:Piatto ricco, mi ci ficco ...

Per ora mi limito, a segnalare il Wotan di Robert Hale, che reputo uno dei wagneriani validi che mi sia capitato di sentire :

Giusto.
Ottimo.
Però Hale è un interprete abbastanza classico di Wotan: compare anche in almeno un paio di registrazioni.
A me interessano gli interpreti alternativi, come recita il titolo del thread: quelli cioè che vi si sono cimentati in modo non elettivo, oppure in zone geografiche non "classiche".
Troviamone qualcun altro!
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Re: Wotan alternativi

Messaggioda Alberich » sab 23 mar 2013, 15:59

Uh che bel thread!
Ho cominciato ad ascoltarli pian pianino. Siepi l'ho solo abbozzato ma...ecco, si potrebbe partire da lui.
Secondo me è la prova provata che per Wagner (per certe parti di Wagner in particolare) valgono le categorie "marrazziane". Siepi trasforma Wotan, e Gurnemanz se vi è capitato di ascoltarlo, in una melassa informa nella quale si fatica a identificare la parte scritta dal compositore. Manca tutto: il senso della parola, la scansione ritmica, i colori. Personalmente no, non mi manca il suo Wagner.
Ai fanatici della monotecnica in genere sottopongo proprio Siepi (e Hotter) nel monologo di Gurnemanz. Due mondi diversi, per quanto siano entrambi cantanti sommi.
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Re: Wotan alternativi

Messaggioda Enrico » sab 23 mar 2013, 17:24

Alberich ha scritto: Siepi trasforma Wotan, e Gurnemanz se vi è capitato di ascoltarlo, in una melassa informa nella quale si fatica a identificare la parte scritta dal compositore. Manca tutto: il senso della parola, la scansione ritmica, i colori. Personalmente no, non mi manca il suo Wagner.

pbagnoli ha scritto:Cesare Siepi dimostra che grandissimo interprete wagneriano sarebbe potuto essere con una lettura appassionata, veemente e ricca di una bellezza serena e pensosa


E ora, da bravo non-wagneriano-ignorante ma interessato, mi aspetto una bella discussione che sviluppi le opposte opinioni.
La mia impressione è che Siepi, anche nelle opere italiane, un vero "senso della parola" non l'abbia avuto mai, nonostante la bellezza della voce e la bella dizione.
Enrico B.
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Re: Wotan alternativi

Messaggioda pbagnoli » sab 23 mar 2013, 18:58

Enrico ha scritto:
Alberich ha scritto: Siepi trasforma Wotan, e Gurnemanz se vi è capitato di ascoltarlo, in una melassa informa nella quale si fatica a identificare la parte scritta dal compositore. Manca tutto: il senso della parola, la scansione ritmica, i colori. Personalmente no, non mi manca il suo Wagner.

pbagnoli ha scritto:Cesare Siepi dimostra che grandissimo interprete wagneriano sarebbe potuto essere con una lettura appassionata, veemente e ricca di una bellezza serena e pensosa


E ora, da bravo non-wagneriano-ignorante ma interessato, mi aspetto una bella discussione che sviluppi le opposte opinioni.
La mia impressione è che Siepi, anche nelle opere italiane, un vero "senso della parola" non l'abbia avuto mai, nonostante la bellezza della voce e la bella dizione.

Potrei rispondere molto banalmente che... Wotan non è Gurnemanz! E soprattutto: il Wotan dell'Addio del Terzo Atto NON è il Wotan del grande monologo del Secondo.
Proprio in questi giorni mi sto risentendo uno dei tanti Parsifal di Knappertsbusch, e precisamente quello rimasterizzato da Decca (ma pubblicato anche da altre etichette, fra cui Myto) con Jess Thomas e Irene Dalis. Gurnemanz è Hotter: l'ebbrezza dialettica e declamatoria riescono a imporsi nonostante il 1962 non sia più l'anno migliore. In Wotan, e nel Wotan del Terzo Atto in particolare, in cui la voce deve spiegarsi in modo molto più "cantabile", fa decisamente più fatica; in Gurnemanz è un altro paio di maniche. E, in effetti, è probabilmente il Gurnemanz più sfaccettato e dialettico di tutta la discografia.
Qui Wotan esprime tutta una gamma di sentimenti e di emozioni che con la dialettica sottile di Gurnemanz c'entrano assai poco.
E' ovvio che - per formazione stilistica e culturale - l'impostazione declamatoria gli sia piuttosto estranea; ma la mia sensazione è che sia molto bravo a organizzare la sua voce in modo tale da ricavarne i colori che altrimenti gli sarebbero preclusi.
Credo che - in questa strada "declamatoria" - Rossi Lemeni sia più attrezzato; ma, per una volta, mi lascio guidare dal fascino timbrico di una grande voce alle prese con un repertorio affrontato solo di margine.
By the way, trovo che sia molto bravo in tutto il dipanarsi di una delle pagine più eccezionalmente complesse di tutto il teatro d'opera, ma con una punta di particolare eccellenza nell'incantesimo del fuoco in cui riesce a far sentire il brivido dell'autorità, e questo nonostante un'orchestra che non può certo essere paragonabile a quella di Bayreuth.

Per comodità metto qui anche i frammenti di Gurnemanz, in modo che ognuno possa rendersene conto:


Va detto che, in questi casi, la ripresa audio è particolarmente scadente con una netta prevalenza orchestrale che ci impedisce di apprezzare in pieno le qualità del basso italiano.
E adesso lascio la risposta a Alberich!
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Re: Wotan alternativi

Messaggioda VGobbi » sab 23 mar 2013, 23:06

pbagnoli ha scritto:Però Hale è un interprete abbastanza classico di Wotan: compare anche in almeno un paio di registrazioni.
A me interessano gli interpreti alternativi, come recita il titolo del thread: quelli cioè che vi si sono cimentati in modo non elettivo, oppure in zone geografiche non "classiche".
Troviamone qualcun altro!

Ma davvero Hale e' un classico come Wotan? Eppure, se ne parla assai pochissimo di questo artista ... per questo, piu' che proporre come Wotan alternativo, piu' che altro volevo riportare in auge, un Wotan ingiustamente sottovalutato, imho.

Enrico ha scritto:La mia impressione è che Siepi, anche nelle opere italiane, un vero "senso della parola" non l'abbia avuto mai, nonostante la bellezza della voce e la bella dizione.

Verissimo! Ne parlavo, poco fa, proprio in un altro forum ... in cui si parlava di Don Carlo. Ecco, Siepi come Filippo II e' sinceramente modesto, pur nella sua eccellenza e bravura vocale, ma il personaggio manca totalmente. Sentire cosa fa, ad un esempio un Rossi-Lemeni (di cui, confesso, ho un debole), sinceramente il paragone sembra assai impietoso.

Ora mi accingo ad ascoltare i brani proposti ... e poi diro' la mia.
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