Dunque, tempo di scrivere qualcosina sul Siegfried ascoltato domenica a Milano…
Ho vissuto lo spettacolo con un po’ di emozione, anche legata al fatto che ho conosciuto di persona il grande MatMarazzi
e Beckmesser
. E bisogna davvero dire che l’opera ascoltata, vista, commentata in compagnia è tutta un’altra cosa!!!
Dal punto di vista visivo e della realizzazione lo spettacolo è quanto di più anonimo e di insulso abbia mai visto fare in Wagner. Scherzando con Mat, si diceva che siamo ai livelli di filodrammatica parrocchiale
(altro che Scala!!!). Quello che trovo più seccante sono però le svariate pagine in cui, nel libretto di sala (ricco peraltro di commenti interessanti), viene illustrata la concezione registica… Leggendo mi è venuta in mente Mina: parole parole parole… Davvero nulla di quanto letto l’ho potuto vedere realizzato in scena. Banale, desolante, triste, inguardabile!!!
Musicalmente è stato un buon/ottimo Siegfried.
Baremboim ha diretto Wagner a modo suo: cavata ampia, suoni inchiostrati, scurissimi (l’inizio del I e II atto!!!)… L’ho trovato un po’ cincischiante al I atto (la scena della forgiatura, ad onta dei decibel, piuttosto fiacca, priva di vera tensione interna), pur con uno splendido accompagnamento della scena degli indovinelli (con un tono misterioso, sommesso, splendido!), poi via via in crescendo, apice un II e soprattutto III atto (complice la Stemme) da ricordare. Un Wagner d’antan, d’accordo, pure un signor Wagner! (OK, Rattle ma anche Pappano parlano un’altra lingua. By the way, sapete se Harding ha mai diretto un’opera intera di Wagner? Lo sentii qualche anno fa a Ferrara con la Meier nel II atto del Tristan…)
Nel complesso molto bravi, vocalmente e scenicamente, i tre cattivoni (Wotan, Mime, Alberich; Wotan cattivone? Boh…), di cui non tento neppure di trascrivere i nomi…
Lance Ryan (ora ricordo: era il Siegfried del DVD della Fura des Baus!!): tenore dalla voce squillante, con un timbro “giovanile” adattissimo alla parte, molto in difficoltà. Falsettini smunti, intonazione parecchio ondivaga (soprattutto secondo e terzzo atto), peraltro in una parte massacrante come poche altre. Poi la pronuncia, ora sarà che di fatto sono bilingue, ma davvero la sua pronucia (e articolazione) del tedesco è pessima (e questo secondo me influisce negativamente anche sul fraseggio)!
Infine, la Stemme. Grandissima, emozionantissima. La voce è sicuramente più affaticata, più “opaca”, più “ossidata” rispetto a quando la ascoltai ad uno splendido concerto diretto da Abbado a Ferrara qualche anno fa. Si avverte un po’ di prudenza e cautela. Pure è una cantante di un magnetismo vocale e fisico davvero unico (quegli occhi!!!!). Dà di Brunhilde un’interpretazione ampia, maestosa, di creatura che scende davvero dal Walhall per diventare donna. Ascoltandola pensavo ad una divinità scolpita nel più puro marmo che improvvisamente prenda vita con una dolcezza, e al contempo una fermezza, uniche. Grandissima Brunhilde.
Queste le mie impressioni…
P.S.: piccolo appunto sulla traduzione italiana adottata, di Franco Serpa (che avevo peraltro molto apprezzato nelle prime tre opere). Non mi sembra del tutto convincente, e non solo nel fare il verso ad una versione ritmica (alla Zanardini, si parva licet
!!!), risultando così davvero di difficile comprensione. Siamo davvero sicuri che neidlisches Schwert vada tradotta “spada spietata”? E Neidhohle “Grotta dell’odio”? Neid, anche in tedesco contemporaneo, è essenzialmente l’invidia, sentimento che nasce dal desiderio di possedere ciò che non si ha… Concetto fondamentale questo nel Ring! Il Neid è il peccato originale (lo diceva Mat qualche decina di post sopra) e sono perfettamente d’accordo! Secondo me tradurre Neid con il concetto di odio è riduttivo… Insomma, mi continuo a preferire la versione di Olimpio Cescatti (UTET)...
P.P.S.: prima di entrare in teatro ho fatto un salto da Ricordi dove 1. Ho speso la bellezza di 150 euro in dischi (segnalo che è in offerta tutta la serie di opere liriche della Sony; ho fatto una bella scorta, solo mi sono rifiutato di comprare la Traviata di Muti con la Fabbricini: a tutto c’è un limite
!!!); 2. Al momento di pagare alla cassa avevo dietro di me… Daniel Harding
!!!