MatMarazzi ha scritto:L'unica cosa che aggiungerei, in linea generale, è che forse non è ancora il momento confrontare la carriera di Gatti (e l'incidenza esercitata sulla storia della musica) con quella settantennale di Tullio Serafin...
Anche perché se è vero che Gatti è invitato a dirigere Strauss a Salibsurgo, è anche vero che Serafin discuteva tagli ed effetti espressivi del Cavaliere della Rosa - di cui fu primo interprete in Italia - direttamente con Richard Strauss, a casa sua.
Mat
Preseguo sulla rotta che hai aperto.
Sei anni prima Serafin si trovò con Ricordi e Puccini per decidere i tagli e i trasporti su Madama Butterfly curandone l'edizione definitiva che tutti conosciamo. Per questo ne diresse la prima (aveva 27 anni
) al Del Verme.
Lo stesso anno della prima del Rosenkavalier scaligero che tu ricordavi diresse anche la prima di Arianna e Barbablù di Dukas.
L'anno dopo battezzò la prima di Isabeau e quella di Ivan il terribile di Rimsky.
E aveva 34 anni.
Nel maggio di quell'anno venne chiamato a Parigi a dirigere le prime cittadine di Mefistofele e -su richiesta dello stesso Puccini- di Fanciulla del West. Il cast di quest'ultima era il seguente: Caruso, Titta Ruffo e la Melis.
Fu chiamato per il centenario verdiano a dirigere alla Scala "Don Carlo" e, già che c'era, tenne a battesimo "L'amore dei tre re" di Montemezzi con Galeffi. Nello stesso periodo ritornò a Garmisch dove, con Strauss, preparò la prima italiana alla Scala di Feuersnot (in italiano i Fuochi di San Giovanni), "Le donne curiose" di Wolf-Ferrari e la prima di "Oberon".
Nel 1912 Puccini gli affidò la prima scaligera della Fanciulla con Poli-Randaccio, Martinelli e Galeffi.
Nella stessa stagione diresse 24 (24!!!) repliche di Lohengrin.
Nel 1913 (aveva 36 anni) inaugurò e fondò (assieme a Zenatello) il festival dell'Arena di Verona.
Nei cinque anni successivi la sua instancabile ricerca di novità lo portò a tenere a battesimo, tra i tanti, il Sakuntala di Alfano e La nave di Montemezzi.
Dal 1924 si traferì al Met per un decennio come direttore stabile.
Qui si aprì un sodalizio con la Ponselle con cui preparò e studiò (oltre a Norma su cui -dice la Ponselle- lavorarono due anni) la prima moderna della Vestale, la prima americana de "La cena delle beffe" (Gigli e Titta Ruffo) e della "Vida breve" di De Falla con Lucrezia Bori, "Le Rossignol" di Stravinsky e la prima americana di.... Turandot! Con la Jeritza e Lauri Volpi. Ovvero con il cast immaginato da Puccini.
A questo aggiungiamo la prima assoluta in america de "La Campana sommersa" di Respighi per cui ottenne un mese di prove e tenne fermo con estenuanti prove al pianoforte un cast stellare composto da Rethberg, Martinelli, De Luca e Pinza.
Nel 1929 promosse la prima americana della Luisa Miller (Ponselle, Lauri-Volpi e De Luca) e quella del mio amatissimo Sadko di Rimsky.
Tornato in Italia (a Firenze c'era lui a dirigere gli storici Puritani con Lauri-Volpi, Basiola, Capsir e Kovaceva, regia di Salvini e scene di De Chirico) si mise al timone dell'Opera di Roma dove, tra le numerose novità, diresse la prima del Cyrano di Alfano e quella del "Gallo d'oro" di Rimsky.
Sempre a Roma, nonostante le autorità d'occupazione lo minacciassero in maniera anche pesante, diresse la prima del Wozzeck con Gobbi (3 novembre 1942).
La Scala gli affidò la riapertura nel 1946 e l'anno successivo presentò in prima nazionale il Peter Grimes. Britten ne caldeggiò la scelta.
Dal 50 in poi non è necessario dire niente. Cominciò l'avventura Callas.
Certo, non ha mai diretto Brahms con i Wiener e nemmeno ha mai messo piede a Bayreuth.
Lo ammetto.
Scusa il cronoprogramma tirato giù da una vecchia pubblicazione.
WSM