Eppure oggi ce ne sono diversi, molti dei quali sono italiani
Prendiamo ad esempio "Sorge infausta una procella" dell'Orlando, parte scritta da Haendel per Montagnana.
Vi propongo per primo D'Arcangelo, che in quest'aria è davvero brillante. Le agilità sono (quasi sempre) sgranate e pulite.
Ma soprattutto le variazioni, specie nella seconda parte, sono spettacolari.
Peccato che nemmeno a lui (come a nessuno) riescano i micro trilli previsti.
Se proprio dovessi trovare un limite in D'Arcangelo è la monocromaticità di colori. E' tutto concentrato sul suono tondo, bello, netto, screziato di "sensualità" mediterranea, tanto da non concentrarsi abbastanza sui concetti e sulle atmosfere.
Quando canta queste arie, è sempre piuttosto uguale a se stesso.
Che ne dite?
Non male anche l'esecuzione di Lorenzo Regazzo.
Peccato che il video sia interrotto da commenti (peraltro banalissimi e evitabilissimi) del cantante.
Da un punto di vista vocale gli preferisco D'Arcangelo.
Le agilità mi sembrano meno a fuoco e qualche nota non è bellissima.
Però Regazzo mi sembra più animato, più espressivo, più colorato e anche consapevole della natura delirante-luciferina del brano.
Nel complesso comunque bravissimo anche lui.
Dai quarantenni ai trentenni.
Vi propongo buon terzo il giovane Kontantin Wolff, una delle maggiori novità dei palcoscenici internazionali.
Jacobs l'ha scelto per il suo Orlando a Bruxelles ed è da quella recita che è tratto il prossimo estratto.
il direttore è un ciclone! La sua direzione è stratosferica... e straccia le due precedenti.
Per quanto riguarda il basso, purtroppo, il suono è impreciso e non permette un giudizio sereno.
Quello che si coglie, oltre a una voce di timbro sontuoso e a un bell'accento (più deciso e aggressivo degli altri due), è una reale fatica a star dietro al ritmo forsennato di Jacob!
Inoltre, dati gli acuti un po' legnosi, certe variazioni acute sarebbero state (per me) da evitare.
Comunque niente male nemmeno lui.
Preparatevi perché c'è un finale a sorpresa!
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Concludo con due registrazioni... diciamo ...storiche.
La prima esecuzione è di Samuel Ramey.
Con grande rammarico, devo dire che mi sembra molto superata.
E dire che ai suoi anni Ramey pareva una manno per questo repertorio... e lo era.
Oggi però un simile tempo da marcia funebre è poco tollerabile: a quella velocità le agilità non hanno più nemmeno ragione d'essere.
Anche dal punto di vista tecnico ed espressivo Ramey rischia di sembrare piuttosto generico. La sua osannata agilità non appare poi così ...osannabile.
Ingiustizia del tempo...
Il fatto è che in questo repertorio il passo compiuto negli ultimi vent'anni è enorme.
A Ramey va comunque il merito di essere stato il modello e ispiratore per le successive generazioni di bassi barocchi e virtuosi.
La seconda è un gioco...
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Hvorostovski...
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Salutoni,
Mat