Piazza di Novgorod. Entrano tre mercanti. Ognuno canta una canzone.
IL MERCANTE VICHINGO
Contro la roccia aspra s’infrange con fragore il
flutto
E in un vortice di bianca schiuma ricorre indietro;
Ma vigorosamente le cineree rupi
Resistono all’impeto dell’onda,
Alte sul mare.
Da quelle pietrose rocce provengono le nostre
ossa di vichinghi,
In noi il purpureo sangue è venuto da quell’onda
marina,
E i nostri pensieri segreti provengono dalle
brume.
Nei mari siamo nati,
Nel mare moriremo.
Spade e frecce taglienti hanno i vichinghi,
Che portano morte sicura al nemico.
Audaci sono gli uomini dei paesi boreali,
Grande è il loro dio Odino,
E cupo è il mare.
Orchestrazione possente e canto dolomitico.
Amo Chaliapin anche se praticamente fa quello che vuole con la durata delle note e il solfeggio. Ma trasmette quell'aria runica, da Conan il Barbaro che lo rende unico. E tiene a dismisura il fa finale.
Reizen mi piace di meno. Senza dubbio è un cannone, ma molto stile basso profondo d'Armata Rossa.
Gmyria ha un affascinante tono dolente che evoca lontananze ancestrali, brume, licheni abbarbicati a fredde rocce...
Indiano.
Aria perfida, tutta sul passaggio, richiede mille colori e purtroppo da molti viene buttata sul sanremese spinto.
IL MERCANTE INDIANO
Nelle grotte profonde non si contano i diamanti,
Non si contano nel mare del meriggio le perle,
Meraviglie della lontana India.
Nel caldo mare
C’è uno zaffiro meraviglioso,
Sulla zaffiro una Fenice,
L’uccello dal volto di fanciulla,
Canta con voce dolce
Canzoni celestiali,
Apre le sue ali
E così ricopre il mare.
Chi sente quell’uccello,
Dimentica ogni cosa.
Nelle grotte non si contano i diamanti
Non si contano nel mare del meriggio le perle,
Meraviglie della lontana India.
Gedda per me è strardinario. Nessuna sbrodolatura melodica, perfetta tenuta ritmica, attacchi scoperti da manuale e finale all'insù (non scritto) sul sol.
Kozlovsky è appena sotto. Magnifico comunque per le perfette smorzature e la pulizia della linea.
E infine la "cenerentola" delle tre. Quella meno conosciuta ma, a mio avviso la più diffice. Scritta per un baritono acutissimo e sfavillante (arriva fino al sol acuto) ed è tremenda per l'intonazione e i fiati.
IL MERCANTE VENEZIANO
Città di pietra, madre di tutte le città,
La gloriosa Venezia si leva in mezzo al mare.
Una volta all’anno dal mare azzurro
Sorge una chiesa meravigliosa.
Ad ammirarla allora vengono
Cavalieri valorosi d’oltremare.
Nella sua reggia d’oro il principe potente
Da sponsali è legato all’azzurro mare.
Città magnifica, città felice,
Regina del mare, Venezia gloriosa!
Alita leggero un fresco vento,
Il mare è azzurro, azzurro è il cielo
Sul mare azzurro regni tranquilla
Città magnifica, Venezia gloriosa!
La luna splende nel cielo notturno,
Il mare azzurro sciaborda dolcemente.
Di fanciulle brune risuonano i canti,
S’odono le corde sonore del liuto.
Città magnifica, città felice,
Regina del mare, Venezia gloriosa!
Alita leggero un fresco vento,
Il mare è azzurro, azzurro è il cielo
Sul mare azzurro regni tranquilla
Città magnifica, Venezia gloriosa!
Lisitian è magnifico. Evocativo, squillante, sicuro in tutta la linea.
Penso che questo ascolti possano mitigare il grande caldo. Sadko è un'opera refrigerante....
WSM