BOLOGNA - 2011
Uscire da teatro dopo il primo atto non è mia consuetudine, ma questa volta mi sono proprio chiesto perché, in una bella serata, me ne sarei dovuto stare chiuso al Comunale a trovare terribile e noioso persino il concertato primo.
Quel che ho visto è qualcosa di semplicemente incredibile... e sentire il pubblico che si scalmanava di applausi per Aronica e la Teodossiou aumentava la mia sorpresa.
L'allestimento, che credo risalga ai primi anni '80, era assolutamente da vedere.
La disposizione dei coristi, le zingarelle che ballano in mezzo ai masnadieri, in quali sono tutti disposti in cerchio mentre Ernani (fisso al centro della scena con la mano sul cuore) canta la sua aria.
Le luci fisse, i fondali dipinti, i tendaggi che si aprono e chiudono per far entrare la gente...
E i movimenti, le posizioni... roba da vecchietti da blog allo stato puro!
Questo è il solo e unico modo per massacrare Verdi.
Non parliamo dell'esecuzione musicale. Oddio, ammetto che Bartoletti dirige benissimo, con sfumature ed evidenze timbriche meritorie (peccato i soliti tagli, le solito formulette da anni '60). Ma i cantanti sono impresentabili. La Teodossiou non sa recitare, non sa muoversi, semplicemente articola una serie di luoghi comuni caricaturali.
Per il resto la voce ha ancora un po' di presenza al centro ma gli acuti sono scappatoie dilettantesche: non parliamo delle agilità spaventose della cabaletta... Una delle più imbarazzanti prestazioni della mia vita.
Su de Felice un velo pietoso; quanto ad Aronica, che pare non stesse bene, oltre a spingere come un ossesso sul metallo del suo medium (e arrochirsi ai primissimi acuti) non fa assolutamente altro.
In un contesto simile (ha perfettamente ragione wverdi1980) l'ingresso di Furlanetto, unico artista di prestigio internazionale, fa l'effetto di una bomba.
E tuttavia, almeno per me, resta il fatto che il suo canto (già ieri, oggi di più) è inadeguato al linguaggio verdiano. Almeno però era l'unico (oltre a Bartoletti) a tenere il livello al pelo della decenza.
Sul resto dell'opera non vi so dire, perché amo troppo Ernani per pensare di sbadigliare due ore ascoltandolo e così me ne sono andato.
Ora, io non oso nemmeno immaginare cosa possa aver trovato Francesco Ernani a Bologna, dopo il trattamento Tutino.
Questo spettacolo era già in programma e non è certo a lui che si possa ascrivere la responsabilità di una simile oscenità.
E tuttavia non è con proposte di questo tipo che il Comunale può sognare di rinasce dalle proprie ceneri e aspirare a prestigio internazionale.
Salutoni,
Mat