Joan Sutherland

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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Luca » lun 11 ott 2010, 21:24

Da notare - e grazie a Tucidide per la proposta - il calore (oltre alla consistenza) della voce a tutte le altezze. La stessa cosa si ripete anche in "Let the Bright Seraphim".
Immensa artista davvero!

Saluti, Luca.

PS.: Ho riletto i nostri post su questa cantante. Facciamoci una volta una lode: scriviamo ed esaminiamo le cose proprio bene!
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Aristecmo » lun 11 ott 2010, 22:10

La scomparsa di Dame Joan mi addolora. Altro non saprei dire al momento.
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda elvino » mar 12 ott 2010, 1:38

Addio per sempre cara immensa incomparabile Joan !!!
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Riccardo » mar 12 ott 2010, 11:01

Luca ha scritto:Da notare [...] il calore (oltre alla consistenza) della voce a tutte le altezze.


Sai Luca, se c'è una cosa che nella Sutherland non riesco proprio a sentire è il "calore" della voce...
La consistenza, la limpidezza e l'emissione strumentale del suono sono forse le più stellari di tutto il vocalismo novecentesco.

Ma il calore...beh questo mi sembra invece lontano anni luce dal suo canto. Questa obiezione ovviamente non per andare a parare dove vorrebbe il nostro amico Vittorio Gobbi, ma per cercare attraverso le nostre diverse percezioni di mettere a fuoco la straordinarietà di questa artista. Secondo me terribilmente umana proprio in virtù di una vocalità ed una personalità "disumane".

Salutoni,
Ric
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Joan Sutherland e la melodia

Messaggioda melomane » mar 12 ott 2010, 16:31

Apprendo con due giorni di ritardo la scomparsa di Joan Sutherland.
Il senso di vuoto è un poco compensato dal suo vivere ritirato e schivo, ma è pur sempre una persona di casa (al pari di Renata Tebaldi e Maria Callas), che i miei hanno dovuto conoscere e apprezzare nella sfavillante vocalità.
La vetta raggiunta da Dame Joan è l'aver definito una linea melodica universalmente godibile scomponendola - sulle orme di Maria Callas - e ricomponendola nel virtuosismo e nel ritmo: concezione opposta a quella elegiaca di Renata Tebaldi.
Motivo per cui le tre grandi troneggiano - ritengo - a pari merito nella memoria.
Se (e quanto) a scapito della drammaturgia si può valutare, ma sempre in un'ottica spirituale difficilmente rapportabile a un'analisi costi-benefici.
Vi sono vicino nel ricordo, la mia vita sarà sempre testimonianza del contributo degli artisti d'opera "eco del dramma umano".
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A bocce ferme

Messaggioda pbagnoli » mar 12 ott 2010, 22:42

Premetto che adoro Dame Joan, pur adorandola come un nipote scapestrato potrebbe amare la vecchia nonna.
E' uno di quei personaggi di cui nessun appassionato d'opera può fare veramente a meno, anche solo banalmente per confrontarvisi, magari per detestarla (cordialmente) come fa uno dei nostri amici, oppure per amarla visceralmente come fanno tanti, tantissimi altri.
Ma, cellettiani o universalisti che si sia, nessuno può farne consapevolmente a meno; analogamente all'ateo che è tale perché - pur rifiutandolo - si è posto comunque la questione del Divino, qualunque appassionato d'opera deve confrontarsi con Dame Joan.
E' la cantante della Controriforma, quella che ci ha ribaltato le prospettive da cui Maria ci aveva obbligato a vedere alcuni personaggi (soprattutto Lucia, Elvira e Norma, giacché Violetta non le è mai appartenuto veramente); quella che ha introdotto la Rossini Rénaissance; quella che ha dato un senso ad alcune opere francesi che, prima di lei, se andava bene venivano cinguettate da ameni sopranini in grado tutt'al più di snocciolare gallicurcianamente le ombre leggere di Dinorah. E' anche per questo che, nella scelta dei brani da mettere sul sito per commemorarla, Matteo e io abbiamo deciso di proporre fra i brani che, con tutta probabilità, non vi avrebbero offerto su altri siti, proprio tre morceaux di questo repertorio: e lei è, in modo diverso, Esclarmonde, Isabelle di Robert le Diable e Zerline di Fra Diavolo (anche se in traduzione italiana).
Grande cantante, davvero.
E grande donna: intelligente, simpatica, spiritosa, ricca di un humour molto british.

Ma qui finiscono i miei personalissimi lai, perché vorrei evitare le solite litanie sulla salma di una cantante importante, che è stata nostra amica, che ci ha guidato nella riscoperta di alcuni che sembravano essere stati scritti per lei (uno su tutti, Esclarmonde: non per nulla ne abbiamo messo nella sezione audio l'invocazione agli spiriti, e se c'è un ruolo in cui pensiamo che difficilmente un cantante possa essere superato, è proprio questo.
Ma personalmente non lo escludo.
Difficile, ma non impossibile: è questo il mio motto. Vale per tutti, figuriamoci se non può valere anche per una cantante come la Stupenda che, con il suo immascheramento, con i suoi suoni astratti e lunari, con la macerazione delle consonanti a vantaggio della liquidità del suono, con il languore che ha sempre dato una cifra ben distinguibile alla maggior parte dei suoi personaggi affettuosi (quelli cattivi come Turandot sono stati paradossalmente più interessanti), Dame Joan ha segnato un'epoca che non tornerà più.
Ci ragionavo proprio oggi iniziando ad ascoltare quello che, sin dalle prime note, mi sembra un capolavoro discografico, e che m'è arrivato proprio oggi, e cioè lo Zauberfloete diretto da Jacobs. Non è tanto l'utilizzo degli strumenti originali, né la ricerca testuale che ci porta un'opera sensibilmente diversa da quella che siamo abituati a conoscere; no, quello che ci dà il segno del tempo che passa è la scansione bruciante, rabbiosa, il mordere la frase musicale.
Sento - per dire - uno come Spinosi e ascolto nel suo Vivaldi e nel suo Haendel quelle contaminazioni che mi rimandano ai riff esasperati dei complessi rock, dai Rolling Stones agli Iron Maiden; e mi rendo conto di come si sentirebbe fuori posto Dame Joan in un contesto del genere.
Penso a quanto ci partecipa la Dessay con la scansione di una sola frase della sua Lucia, e mi rendo conto di quanto sia cambiata da quella musicalissima e diversamente smarrita della Sutherland. Attenzione: il termine cambiata vuol dire non "meglio", solo diversa.
Giusto? Sbagliato?
Non so e, in fondo, poco conta: se c'è una cosa che questo sito non fa né predica è il culto del giusto, con un'eccezione, quella del riferimento all'epoca in cui un'interpretazione nasce, cresce e matura. E' quello che ci contraddistingue. Ed è quello che ha segnato anche Dame Joan.
Personaggi come Jacobs e Spinosi sono figli dei nostri tempi. I risultati cui stanno pervenendo sono, ognun per diversa via, variamente entusiasmanti perché ci stanno aprendo la strada a nuove esperienze di ascolto. Avremo agio di parlare nei prossimi giorni dello Zauberfloete di Jacobs ma io, già adesso, non potrei rinunciare al Vivaldi di Spinosi. E' una via interpretativa che mette in campo altri valori: il recupero testuale, la sperimentazione di nuovi suoni attraverso l'utilizzo di un modo antiquo rivisitato coi mezzi del presente, il gioco di squadra invece dell'one man (o woman) show. In un contesto del genere, Dame Joan c'entrerebbe come il proverbiale cavolo a merenda; forse non ci si accosterebbe nemmeno.
Oppure scuoterebbe divertita la lunga basletta ricordando come, in altri tempi, criticarono lei perché violentava con i suoi whowhowhowhowho (come dice uno degli esegeti più raffinati ed equilibrati del CdG, quello che afferma che prima degli Anni Cinquanta la Sutherland sarebbe stata una delle tante) quella Norma che doveva essere solo della Maria. Oppure perché aveva osato fare Violetta, e come si permetteva Lei, senza un briciolo di passionalità, Lei così britannica?... E oggi invece la piangono tutti, anche quelli che la criticavano, poveri sicofanti, e arriveranno anche a proporre di ritirare certi ruoli per essere sicuri che nessuno li imbastardisca, magari anche Isolda perché aveva inciso in un brutto disco il Liebestod "come nessun'altra al mondo", magari persino Violetta, perché piuttosto che la Netrebko che fa vedere le cosce meglio anche un'inglese.
Ma no, forse Violetta la lasciamo in repertorio, se no cosa canterà la Devia a 85 anni, poveretta?...
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Luca » mar 12 ott 2010, 22:46

W Pietro! Ottimo scritto!

Saluti, Luca (che sta ascoltando per l'ennesima volta In questa reggia di Dame Joan)!
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda VGobbi » mar 12 ott 2010, 23:54

Povera Devia, che vi ha fatto tanto di male? :mrgreen:

Comunque, davvero un bel post quello di Pietro che ci dice chiaro e tondo che l'opera lirica e' tutt'altro che morta ... e che al giorno d'oggi ha cambiato prospettiva, utilizzato nuovi suoni, indicato diverse vie interpretative grazie ai fuoriclasse del nuovo millennio (i nomi li conosciamo già ...va da una Dessay fino alla Westbroek o Stemme, per arrivare ad un Terfel o Kaufmann, senza dimenticare uno Skhovus od una Garranca ... e la lista potrebbe continuare all'infinito, perché ogni cantante e figlio della sua epoca e massima espressione del belcanto, inteso non come stile canoro, quanto alla mai tacita capacita' di regalarci emozioni).

Colgo l'occasione di ringraziare pubblicamente questo sito per avermi posto continuamente domande, dubbi sulle mie posizioni che sembravano oramai consolidate (tranne su Gobbi e guai chi me lo tocca : Andry : :mrgreen: ).

Tornando alla Joan, nel repertorio straniero ho sempre avuto un occhio di riguardo e l' Esclarmonde e' tra le sue massime interpretazioni e decisamente la mia preferita.
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Enrico » mer 13 ott 2010, 1:23

Io tra le preferite metto anche la Traviata: forse un giorno vi spiegherò perché.
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda mattioli » mer 13 ott 2010, 2:12

Scritto interessante, quello di Bagnoli, fin dal titolo. E in effetti “a bocce ferme” dovrebbe essere il modo di (ri)pensare a Dame Joan Sutherland, dopo lo choc iniziale. E choc per me è stato. Anzi, mi scuso per il testo ingenuo ma, spero, sincero che trovate in home page, che mi è stato carpito da Matteo Marazzi. Gli avevo mandato un messaggino per comunicargli la triste notizia e lui, dando prova di una rapidità di reazioni da vero Direttore, se ne è uscito con un: “allora, mi scriveresti dieci righe?”. Adesso, scritte quelle, scritto il pezzo per il mio giornale, smaltito il dispiacere (vero, non retorico) per qualcuno che si è molto amato pur non avendolo mai conosciuto, è forse il momento di fare qualche valutazione a freddo. A bocce ferme, appunto.

Intanto è inutile stare a ripetere virtù (molti) e vizi (qualcuno) della Sutherland. Credo che, come vocalista “pura” (sì, Mat, stai buono, lo so che non sei d’accordo, passami l’espressione che così andiamo avanti), la Stupenda abbia pochi termini di paragone in tutto il Novecento. Credo anche che tutti conosciamo i suoi limiti, la dizione confusa, una certa inerzia interpretativa, la goffaggine della presenza scenica. Credo infine che, nella valutazione del meglio e del peggio si sia, anche qui, più o meno tutti concordi. Che Esclarmonde fosse il suo personaggio più riuscito me lo disse lei; sul fatto che le sue Violette e Leonore mancassero di rilievo teatrale credo siamo tutti d’accordo; che i personaggi belliniani e donizettiani fossero risolti nel segno di una lunare astrazione metateatrale assolutamente opposta all’interpretazione callasiana, anche (e tuttavia anche quella era interpretazione, dunque teatro: non mi sognerei di dire che la Lucia della Stupenda non fosse un personaggio); che il suo barocco non avesse dentro il teatro, ma la "maraviglia", idem; che in certe figure, specie francesi, tirasse fuori un senso dello humour stralunato molto inglese, che consisteva soprattutto nel “giocare” con la musica, idem idem.

E allora resta il problema di collocare storicamente quella grande artista che fu Joan Sutherland. E io credo che questa valutazione sia inscindibile dal fatto che essa operò (scusate il bisticcio) in un momento storico in cui si credeva che l’opera fosse vitale soltanto come rievocazione (attenzione: rievocazione, non ricostruzione) del passato. Un periodo, insomma, in cui, esauritasi la creatività contemporanea, diventato tutto il repertorio repertorio del passato, si affermò l’idea dell’opera come reperto storico da rileggere con il distacco di chi ha vissuto e conosce anche tutta la Storia venuta dopo. Per intenderci, l’epoca di Visconti che mette in scena non la Svizzera grulla della Sonnambula, ma l’idea che ne avevano i romantici, non la “vera” Inghilterra dei Tudor, ma il Cinquecento filtrato attraverso la sensibilità di Hayez o di Mazzini. Questo era il mondo della Sutherland: l’idea che Lucia o Norma non fossero personaggi teatrali, ma l’immagine storica di quei personaggi, che i loro deliri e follie e tragedie andassero raccontate non come deliri e follie e tragedie contemporanei, ma attraverso la lente distanziante (e straniante: di qui il fascino di certe sue incarnazioni, Norma o Semiramide, per esempio) del tempo. La Sutherland non faceva Lucia: faceva la primadonna ottocentesca che fa Lucia, e non come ricostruzione storica, ma come reinvenzione fantastica di un mondo sentito come ormai irrimediabilmente sepolto.

Da qui la Stupenda che, pionieristicamente, riesuma certi Haendel, o licenzia un recital intitolato “Command performance” che ricostruisce i programmi richiesti (comandati, appunto) dalla Regina Vittoria alle stelle del belcanto coeve. La Sutherland che incide Les Huguenots cercando anche (o meglio: con Bonynge che cerca anche) di risolvere il rebus di Raoul, senza riuscirci, ovvio, ma dimostrando, una volta di più, di non credere alle potenzialità contemporanee di questa e di altre opere, ma di poterle o doverle leggere attraverso il filtro del tempo. Consapevolmente o (credo) inconsapevolmente, nessuna cantante del Novecento è stata altrettanto attenta alla Storia come la Sutherland. In questo, venendo alla fine dalla Storia smentita, almeno se è vero, com’è vero, che invece oggi l’opera del passato è tornata a interessarci per quanto di presente si porta dentro.
Scusate il discorso, lungo e – temo – confuso. Ma si sa che scrivere serve soprattutto a mettere ordine nelle proprie idee.
AM

PS per Bagnoli: noi non ci conosciamo, non ci siamo nemmeno mai parlati, ma il bello del web è appunto quello di colloquiare con dei perfetti sconosciuti, quindi mi permetto di fare qualcosa che mai farei se ci conoscessimo: darti un consiglio. Perché polemizzare sempre con altri fora, anzi con un altro forum? Io, confesso, non lo leggo e quindi non so se faccia lo stesso nei tuoi confronti: ma questo dà un tono polemico a riflessioni che hanno ben altro respiro. Poi chiunque può leggere, fare confronti, farsi magari una bella risata e trarre le sue conclusioni… E se adesso mi dici di farmi i fatti miei e/o di andare al diavolo eseguo immediatamente : Nar : ...
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda pbagnoli » mer 13 ott 2010, 6:44

Perché polemizzo? Perché è un gioco che gli altri fanno con noi, no? Perché so che ci leggono. Perché in uno degli articoli che gli altri hanno dedicato a questo evento, chi scriveva ha detto: "Adesso ci restano l'e Anje", chiaro riferimento all'ossessione privata del Grasso Messere. "Anja" è diventata, per gli "altri", il simbolo di tutto ciò che essi detestano e che noi amiamo, anche se nessuno pensa razionalmente di sostituire la Stupenda con una berlinese espressionista settantenne.
È il gioco delle parti. Loro lo sanno: sono anni che si divertono a provocarci e a stuzzicasti. La loro personalissima nemesi è, come puoi immaginare, proprio il Grasso Messere: è lui che ci ha "rovinato" con tutte quelle idee bislacche che si porta dietro, per cui ecco il riferimento alle Anje...
Che vuoi che ti dica? Ci sono tante occasioni di essere tristi nella vita, ogni tanto bisogna anche un po' scherzare e cercare di non prendersi troppo sul serio, come invece fanno gli "altri"....
Ci conosceremo, prima o poi!
Pietro
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Tucidide » mer 13 ott 2010, 12:16

pbagnoli ha scritto:Perché in uno degli articoli che gli altri hanno dedicato a questo evento, chi scriveva ha detto: "Adesso ci restano l'e Anje", chiaro riferimento all'ossessione privata del Grasso Messere. "Anja" è diventata, per gli "altri", il simbolo di tutto ciò che essi detestano e che noi amiamo, anche se nessuno pensa razionalmente di sostituire la Stupenda con una berlinese espressionista settantenne.

Zar Piotr, se non capisco male, credo che l'Anja di turno non sia l'espressionista settantenne, ma la vamp russa di Krasnodar, che ha "europeizzato" in "Anna" il proprio nome ma che sempre "Anja" si chiama. :wink: Sono andato a rileggere il punto che tu contesti, e mi pare che ciò sia inequivocabile: si parla di attuale situazione discografica, e ciò fa propendere per questa idea. :)

Molto belle le considerazioni tue e di Mattioli, sono senz'altro con voi nell'idea di contestualizzare e storicizzare la Sutherland ché, fino a prova contraria, si sta parlando di un'arte in movimento, non già di una situazione statica come alcuni amerebbero che fosse.
E' giusto notare il distacco fortissimo, la cesura, l'iato (tengo a precisare, trisillabo) fra lei e la rivoluzione callasiana, e giusto è anche non assolutizzare quella stupenda (è proprio il caso di dirlo) lezione. Il paragone con la Controriforma tridentina è molto calzante, e non deve suonare come una buia censura nei suoi confronti. La Controriforma ebbe meriti straordinari, non ultimi quelli sull'evoluzione della nostra lingua, e per certi versi funse da argine alla Riforma che, fra i tanti lati positivi, certo ne possedeva anche di negativi.
La rivoluzione callasiana non fu solo oro zecchino, e la controrivoluzione sutherlandiana gettò le basi per una proficua dialettica artistica.
Per questo, definirla insieme alla Callas una delle cantanti più importanti del XX secolo non è certo esagerato.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Maugham » mer 13 ott 2010, 17:10

Tucidide ha scritto:
pbagnoli ha scritto:Perché in uno degli articoli che gli altri hanno dedicato a questo evento, chi scriveva ha detto: "Adesso ci restano l'e Anje", chiaro riferimento all'ossessione privata del Grasso Messere. "Anja" è diventata, per gli "altri", il simbolo di tutto ciò che essi detestano e che noi amiamo, anche se nessuno pensa razionalmente di sostituire la Stupenda con una berlinese espressionista settantenne.

Zar Piotr, se non capisco male, credo che l'Anja di turno non sia l'espressionista settantenne, ma la vamp russa di Krasnodar, che ha "europeizzato" in "Anna" il proprio nome ma che sempre "Anja" si chiama. :wink: Sono andato a rileggere il punto che tu contesti, e mi pare che ciò sia inequivocabile: si parla di attuale situazione discografica, e ciò fa propendere per questa idea. :)


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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Alberich » mer 13 ott 2010, 18:33

Non so di cosa parliate, ma di Anja oggi gira la Harteros.

Mi accodo al cordoglio per Dame Joan Sutherland.
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Il barocco operistico e l'abbandono elegiaco

Messaggioda melomane » dom 28 nov 2010, 0:03

Ciao,

avete menzionato a ragione (e con mia gioia) il barocco operistico e i languori del canto della Stupenda.
Gradirei allegare un esempio della vocalità così definita in un ascolto che ritengo eccelso, l'aria finale con il coro di Acis e Galatea di Händel.



Per fortuna su YouTube è presente l'intera edizione, che è in pagine scelte.

Un caro saluto e un ricordo sempiterno
Francesco
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