Riccardo ha scritto:Wow mi accorgo solo ora di questo thread!
Eh già... proprio un bel thread.
Mi chiedo anzi che diavolo di fine abbia fatto Triboulet, che per alcune settimane ha lanciato questi thread bellissimi, ha scritto post esaltanti e poi, da un giorno all'altro, si è volatilizzato.
Non so se qualcuno di voi lo ha più sentito, ma per quanto mi riguarda il forum sente la sua mancanza!
Ma torniamo a noi.
Dici proprio bene, perché Bolena è una di quelle parti che ogni cantante ha tirato per giacca ma senza riuscire totalmente nella resa. La Callas l'ha bellinizzato, la Gencer - e la Sills ancor di più - l'ha ronzato, la Sutherland vi è approdata troppo tardi.
La Callas resta comunque la più vicina al modello ideale. Il problema è che l'ha cantata una volta sola (due, se si considera la ripresa dell'anno dopo) e con un regista che, in questo caso, non l'ha aiutata.
Ovviamente non conosciamo lo spettacolo di Visconti, ma già le fotografie numerosissimi ci attestano il tipo di personaggio e di contesto che Visconti aveva in mente: un grande, gigantesco piedistallo, su cui ergere la regina, la divina e pure la Pasta.
Non sono d'accordo che la Callas abbia "bellinizzato" il personaggio, o per lo meno non in questi termini.
E' pur vero che ha interpretato il ruolo con lo stesso stile drammaturgico-tecnico-musicale già adottato per Norma e Sonnambula; ma questo non perchè "bellinizzasse" Anna, quanto perché affrontava tutti questi ruoli inseguendo lo stesso "quid", il famoso modulo sublimante.
Sono certo che questa fosse (e sia) la strada giusta per Anna Bolena, ma a patto (sempre a patto) che il risultato espressivo fosse convincente, come era stato per Sonnambula e Norma.
Invece in Anna abbiamo tante splendide soluzioni, tanta appropriatezza, ma una visione complessiva più manierata, che approfondita.
Lo debutterà a breve la Netrebko, che potrebbe risultare interessante.
E la debutterà completamente al di fuori del modello "Pasta". Se funzionerà (e funzionerà ne sono certo: avevo persino predetto tale debutto diversi anni fa proprio su questo furum, destando sconcerti isterici nei soliti cellettiani) sarà solo per la particolare suggestione che otterrà dal personaggio.
Questo lo voglio specificare perché molti mi accusano di fare dell'indagine dei "primi interpreti" una sorta di prigione che imbriglia la libertà dell'artista (e del pubblico) di osare alte soluzioni.
E' un'accusa ingiusta.
Io dico solo (questo sì) che il rispetto del dato "oggettivo" di un ruolo "aiuta" a scendere nella verità di quel ruolo. E tra i dati oggettivi non ci sono solo quelli scritti sullo spartito, ma anche quelli impliciti, derivati dal fatto che il compositore conosceva l'artista per cui scriveva e dava per scontate cose che a noi oggi non appaiono più con altrettanta chiarezza.
Conosci e valorizza il dato scritto e ti avvicinerai di più allo "spessore", alla "verità" di un ruolo.
Poi è chiaro che si possano costruire grandi personaggi anche fregandosene di quella verità: come ci si può persino infischiare delle note (cosa che è stata fatta ripetutamente e si continua a fare).
La Netrebko non ci rivelerà nulla sui veri segreti di Anna Bolena (come la Dessay non ci rivela nulla su Amina), ma ci regalerà sicuramente un personaggio efficacissimo e appassionante (come la Dessay in Amina).
Ma questa parte è secondo me davvero un "ipprogrifo"... Le due scene solistiche evidenziano chiaramente uno stile pastiano, ma i duetti e gli interventi in mezzo all'opera sono molto donizettianamente estremi
Ma ne sei davvero sicuro?
Più estremi i duetti di Anna Bolena di "in mia man alfin tu sei?"
Più estremo "ah segnata è la mia sorte" di "né fra voi, fra voi si trova" di Beatrice di Tenda?
Ma davvero pensi che sia più estremo "sul guancial del regio letto..." rispetto a "solo? tutti... i Romani a cento a cento fian mietuti, fian distrutti" con quei trilli ascendenti dal registro di petto che sembrano rantoli di morte?
Anna Bolena ha qualche momento estremo (ma non certo estremo come altri ruoli belliniani) perché era la Pasta ad essere era un mostro di "estremità". I suoi scatti di furore in scena dovevano essere eruzioni vulcaniche.
Non è che perchè una incarna la sublimità aulica non debbe anche essere capace di furori grandiosi: la Pasta lo era, e lo sapeva bene Bellini (che infatti scrisse per lei pagine assurde di violenza vocale) come lo sapeva Donizetti (non tanto in Anna Bolena, assai meno "estremo" di Norma e Beatrice, quanto nell'Ugo conte di Parigi).
Quindi io non ci vedo affatto l'Ippogrifo che ci vedete voi... sarà per questo che la Sills (grandi ronziana) mi persuade così poco nella Bolena (come in Norma)?
Il fatto è che con i ruoli Pasta occorrerebbe trovare una sintesi fra grandiosità di effetti e trascendenza misticheggiante.
E la Sutherland, tu dirai? Dove era la grandiosità di effetti?
Be'... tu pensala come vuoi, ma per me quando la placidissima si scuoteva dal suo aplomb, e cominciava a scaravantare note come una mitragliatrice sui ritmi minacciosi e inesorabili di Bonynge in "trema per te" faceva paura. Sembrava una macchina da guerra impazzita, proprio come nella Regina della Notte.
La Silss per fare paura doveva usare altri mezzi, non proprio ...pastiani: doveva pestare nei chiaroscuri, contorcere la voce, ringhiare di petto... insomma mettere in atto tutta una serie di strumenti che alla Ronzi potevano convenire ma che nei ruoli Pasta a me fanno un poco ...sorridere.
Idem per la Gencer! Il suo "solo? tutti!" faceva paura, ma non in virtù di una sensibilità "pastiana".
Semmai per la violenza dell'accento e l'uso spettacolare dell'anacrusi. Tutta roba da Maria Stuarda o da Devereux, non da Norma o Bolena.
idem per il suo "violare osasti i miei segreti"; idem per il suo "sul guancial del regio letto"... violenza di colori, esasperazioni di accenti, contorsioni di chiaroscuri...
Brava... bravissima... ma finta, almeno per me.
La Callas invece, che in questi ruoli usava solo "mezzi pasta", fa veramente paura, più di tutte.
Il suo "giudici ad Anna" polverizza - in questo senso - ogni paragone.
Il suo "in mia man" è il più pastiano e contemporaneamente il più terrorizzante che si possa sentire.
Tutte le sono inferiori, anche di molto, come la grande Sills: sentire a paragone le due pagine fatte da Silss e da Callas è desolante!
Mi fermo qui, per ora, ma l'argomento mi affascina... e so che tu avrai molto da ridire!
Salutoni,
Mat
PS: secondo me ci sarebbe una vera "pastiana" oggi, una a cui si potrebbero affidare diversi ruoli Pasta, certi che ne caverebbe qualcosa di buono... (in particolare Ugo conte di Parigi, Beatrice di Tenda, ecc...)
Inoltre ha fama e carisma da vendere: l'ascendente sul pubblico è un elemente indispensabile al "quid".
Eppure non ho il coraggio di confessarvi il suo nome, e non perché mi prendereste per matto (sarei in grado difendere la tesi) ma perchè è una cantante che odio...
La considero una ...da non considerare nemmeno.
Mi irrita la sua dabbenaggine, la sua superficialità, la sua volgarità. E quindi l'idea di proporla in questi personaggi che adoro mi ripugna... eppure potenzialmente da lei potremmo ricavare una risposta attuale, persuasiva di diverse creature "pastiane".
A parte lei (che nominar non oso) ce ne sarebbe un'altra: la Pendachanska, che mi piacerebbe sentire in queste parti, ma che pare più interessata a personaggi neri e malati, più scomposti e meno aulicizzanti.