Glenn Gould

sinfonia, cameristica e altri generi di musica non teatrale.

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Glenn Gould

Messaggioda pbagnoli » dom 09 set 2007, 14:30

Va bene, inauguro io il nuovo forum.
Voi cosa ne pensate di Gould?
Io mi sono avvicinato a lui grazie alle sue interpretazioni di Bach, autore cui io ritorno di tanto in tanto come a Canossa.
Recentemente ho ascoltato un documentario radiofonico molto interessante che ripercorreva le tappe della sua vita.
Ora, io non ho la competenza necessaria per valutare le sue performances, ma mi sembra che esse si distacchino da quelle degli altri pianisti, soprattutto nel repertorio bachiano.
Il suono è sempre "staccato" - non saprei in che altro modo definirlo - in un modo che ricorda l'approccio clavicembalistico.
Potete aiutarmi?...
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Gould

Messaggioda hoffmann » lun 10 set 2007, 0:04

Sulla tecnica vera e propria non sono in grado di giudicare. Però è vero, c'è questo effetto di staccato. Anche guardando il suo modo di suonare si nota una tecnica ferrea, per quanto poco ortodossa. Tenga conto che anche lo stare seduto molto in basso rispetto alla media modifica il tipo di suono, e oltretutto amava suonare su strumenti 'rivisitati'. Era un tipo eccentrico anche nella vita privata. Le sue esecuzioni sono in generale molto poco ortodosse, segnano quasi un modo alternativo di suonare e di interpretare rispetto ad altri modi altrettanto preziosi ma molto più accettabili su un piano filologico (o comunque rispetto a dei modi 'storicamente' attendibili).
Ciò che colpisce maggiormente sono le scelte imprevedibili nell'agogica e nella differenziazione dei piani sonori. Molto interessanti (anche se un po' troppo 'intellettualistiche') le sonate per pianoforte di Mozart ed emozionanti alcuni concerti per 'tastiera' di Bach. Lascia stupiti la sua Fantasia in re minore di Mozart, eseguita ad una lentezza aberrante....eppure...quanta emozione. Le note si disperdono e si dilatano quasi in un "acquario sonoro". Straordinario il suo quinto concerto di Beethoven, con un attacco del pianoforte nel movimento centrale da annoverare secondo me fra i tre o quattro migliori della storia del disco. Ottime le variazioni sull'Eroica...che ci fanno proprio intendere che fosse uno di quei pochi interpreti sommi che sanno rendere ancora più bella e musicale la musica che eseguono. Poi le sonate di Beethoven (mi sembra non le abbia incise tutte, ma una buona parte). Sonate in cui il pathos e i colori e la sensibilità e l'espressività cambiano molto rispetto alle sonate di Mozart, per quanto il suo sia un Mozart ultra moderno (e non solo pre-romantico). Ottimo il concerto per pianoforte di Brahms (la direzione è di Bernstein), con un attacco del pianoforte dopo la lunga introduzione strumentale personalissimo e molto toccante.
Ma certamente il suo Ben temperato è una delle realizzazioni interpretative più geniali della storia del disco, dove le linee del contrappunto, nitidissime, purissime, ci fanno veramente capire di che parlavano i romantici (dagli anni '50 dell''800 in poi) quando parlavano di "musica assoluta". E' un'emozione che nasce dalla purezza e dalla coerenza architettonica. Una geometria che si fa sentimento, che si fa colore, che si fa sfumatura. Pochi come Gould hanno saputo plasmare in modo così capace la materia sonora. Certo, con scelte di agogica molto poco ortodosse, che non a tutti possono piacere.
Molto interessante è il suo libro "L'ala del turbine intelligente".
Un saluto
...le nostr'anime considerate
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Messaggioda teo.emme » lun 10 set 2007, 17:12

Questo è il mio primo intervento: ne approfitto quindi per salutare tutti i partecipanti e gli amministratori del sito...

Bene, da qualcosa si deve cominciare: comincio dalla musica non operistica, e da questa discussione su Gould. Ed in particolare su un binomio divenuto ormai classico: Gould e Bach.

Inizio col dire che, secondo me, Gould non è il miglior modo di accostarsi a Bach: le sue interpretazioni (ancorchè considerate con una certa ragione, geniali) non si limitano ad essere personali, ma addirittura "arbitrarie".

Mi spiego, ascoltando le Variazioni Goldberg o il Clavicembalo Ben Temperato o L'Arte della Fuga, non si ascolta Bach interpretato da Gould, bensì Gould che rifà Bach..

Gould, infatti, non solo interviene sulla dinamica e sui tempi in modo radicale (tanto da stravolgere completamente le prescrizioni dell'autore e da rendere irriconoscibile il pezzo), ma omette costantemente ritornelli e ripetizioni, modifica la linea musicale, ignora gli abbellimenti. Insomma riscrive il testo ad uso delle sue personali convinzioni estetico/musicali.

Operazione legittima (fino ad un certo punto), ma che falsa irrimediabilmente la musica dell'autore.

Con questo non voglio negare l'assoluta importanza di Gould nell'opera di diffusione de Bach (anche presso un pubblico estraneo alla musica classica), non nego l'enorme bravura e genialità del pianista con le sue manie e fissazioni (che hanno contribuito considerevolmente ad accrescerne leggenda e fama presso i media, tanto da paragonarlo ad una sorta di rockstar, che ne hanno frainteso, secondo me la, la complessità e profondità artistica, trasformandolo in uno stravagante prodotto commerciale), non nego che sia entrato nella storia interpretativa. Ma il suo Bach non è un esempio o un modello da ripetere (secondo me).

Meglio, se mi si permette un consiglio, rivolgersi ad altri: sia nelle esecuzioni su pianoforte (le splendide interpretazioni "romantiche" di Schiff, Richter, Goulda, Perahia, ma anche Barenboim, sino alla più recente e complessa visione di Ashkenazy o al nuovo astro di casa DECCA Baharami), sia in quelle su clavicembalo (forse eviterei le prime esecuzioni - tipo Leonhardt - un pò troppo secche e meccaniche o gli osceni esperimenti della Landowska, e mi rivolgerei all'ottima versione suonata da Dantone, che dimostra come anche il cembalo - se ben suonato - è strumento versatile e permette di dare colore e calore alle esecuzioni).
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Messaggioda pbagnoli » lun 10 set 2007, 21:31

teo.emme ha scritto: Questo è il mio primo intervento: ne approfitto quindi per salutare tutti i partecipanti e gli amministratori del sito...

Ti saluto anch'io. Ti conosco bene e ti leggo sempre con piacere

teo.emme ha scritto: Gould, infatti, non solo interviene sulla dinamica e sui tempi in modo radicale (tanto da stravolgere completamente le prescrizioni dell'autore e da rendere irriconoscibile il pezzo), ma omette costantemente ritornelli e ripetizioni, modifica la linea musicale, ignora gli abbellimenti. Insomma riscrive il testo ad uso delle sue personali convinzioni estetico/musicali.

Dici?
Confesso di non intendermene, ma la struttura musicale dei suoi preludi e delle sue fughe mi sembra la stessa di altre interpretazioni che ho ascoltato, anche su clavicembalo. Se puoi aiutarci a capire meglio...
Operazione legittima (fino ad un certo punto), ma che falsa irrimediabilmente la musica dell'autore.
Tra l'altro, se non sbaglio c'è un'impostazione completamente differente fra le due versioni delle Variazioni, quella del 1955 e la successiva; sono entrambe a tuo giudizio poco affidabili per capire lo spirito dell'autore?

teo.emme ha scritto: Meglio, se mi si permette un consiglio, rivolgersi ad altri: sia nelle esecuzioni su pianoforte (le splendide interpretazioni "romantiche" di Schiff, Richter, Goulda, Perahia, ma anche Barenboim, sino alla più recente e complessa visione di Ashkenazy o al nuovo astro di casa DECCA Baharami), sia in quelle su clavicembalo (forse eviterei le prime esecuzioni - tipo Leonhardt - un pò troppo secche e meccaniche o gli osceni esperimenti della Landowska, e mi rivolgerei all'ottima versione suonata da Dantone, che dimostra come anche il cembalo - se ben suonato - è strumento versatile e permette di dare colore e calore alle esecuzioni).

Schiff mi annoia da morire, le altre non ce le ho. Ho (o meglio: avevo, l'ho prestata e non mi è più tornata indietro) quella su clavicembalo suonata da Kenneth Gilbert e non mi soddisfaceva nemmeno un po'; dovrei risentirla, ma come si fa...
Mi hanno parlato molto bene di Blandine Verlet.
Rousset è un altro di quelli che mi entusiasma per il suo sound, ma del suo Bach ho ascoltato solo le Variazioni
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Messaggioda teo.emme » mar 11 set 2007, 0:29

pbagnoli ha scritto: Ti saluto anch'io. Ti conosco bene e ti leggo sempre con piacere


Per prima cosa ti ringrazio, e poi provo a rispondere meglio alle tue domande.

1) E' vero, c'è molta differenza tra le due versioni di Gould delle Goldberg, ma la differenza non sta nella maggiore o minore fedeltà alla scrittura bachiana, ma sta nella evoluzione dell'estetica di Gould, verso un approccio sempre più introverso e "incomunicabile" alla partitura. Gould suona Bach per sè stesso, alla fine.

2) Parlavo di riscrittura del testo bachiano. Prendiamo ad esempio ancora le Goldberg: Gould elimina sistematicamente tutti i da capo (tanto che la durata media della sua esecuzione è di circa 50 minuti, mentre le esecuzioni complete - sia cembalo che pianoforte - durano in media 80 minuti, che scendono a 65/70 minuti nelle incisioni coi tempi acceleratissimi di taluni "baroccari" - tieni conto che i tempi di Gould sono, invece, mediamente più lenti. Questo per darti un'idea delle omissioni). Ora il problema non è l'omissione di un da capo in quanto tale, ma l'alterazione di una proporzione ben precisa e ben studiata dall'autore: in Bach è fondamentale mantenere anche gli equilibri "geometrici" della partitura, alterarli (alterandone le ripetizioni) significa compromettere l'intera struttura, o meglio l'intero significato della struttura. La musica di Bach resta tutta, ovvio, in realtà non ci sono brani o frasi "tagliate", ma se ne perde il contesto, la dimensione, l'ordine dei rapporti, l'equilibrio interno (cosa gravissima in Bach).
Con questo non voglio dire che il risultato sia "brutto", tutt'altro (è una lettura da conoscere assolutamente), ma resta "sbagliato". E non è, a mio avviso, il modo migliore per accostarsi a Bach (non è insomma la prima scelta che suggerirei).

3) Per quanto riguarda le (tante) edizioni: beh, c'è l'imbarazzo della scelta. Schiff a me piace molto (ha un suono molto rotondo, pulito, olimpico direi, un ampio respiro ed un approccio "romantico" molto equilibrato), sia le Goldberg che Il Clavicembalo Ben Temperato. Rousset non piace neppure a me (ha un suono troppo metallico e "staccato", privo di colori è molto meccanico) così pure Leonhardt e Gilbert. Molto meglio Pinnock. Io però preferisco Dantone (per le esecuzioni al cembalo) sia nelle variazioni che nel temperato... Poi assolutamente da conoscere l'esecuzione di Barenboim (che si riallaccia alla tradizione romantica ottocentesca) e quella di Ashkenazy (personalissima, ma assolutamente convincente). Poi c'è anche Kempff. E Richter.

Insomma, poi è questione di gusti...
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Re: Glenn Gould

Messaggioda Triboulet » lun 07 dic 2009, 0:01

Mi dispiace che questa sezione sia poco frequentata (lo so, è pur sempre un forum sulla lirica :D)...
Vorrei riesumare questo thread visto che si parlava di Gould e di Bach. Gould non nasce dal nulla, specie in Bach il suo riferimento era Rosaline Tureck, che introdusse prima di lui il tipico suono staccato simil-cembalistico che Gould userà così tanto. La sua edizione del Clavicembalo ben temperato è da possedere in virtù di un uso sapientissimo delle dinamiche che non ha rivali. Certo è meno travolgente e virtuosistica della versione gouldiana, ma un gran bel sentire.

Quanto alla libertà interpretativa del pianista canadese, bisogna ricordare che proprio l'interpretazione di Bach è storicamente stata molto aperta e variegata, specie quella su pianoforte. Questo è dovuto non solo all'enorme differenza tecnologica tra lo strumento moderno e quello originale (cembalo o clavicordo che fosse) quanto anche agli spartiti originali poverissimi di indicazioni esecutive. A quell'epoca infatti spesso non venivano indicati nè gli andamenti nè i legati e talvolta neanche le dinamiche, ergo l'esecutore aveva un'enorme libertà. Nel tempo si sono andate affermando tradizioni non meno fuorvianti delle esecuzioni di Gould. Basta prendere le due principali edizioni critiche di fine ottocento, ovvero quella di Czerny e quella di Busoni per verificare quanto esse siano distanti.

Parlare quindi di Gould come di un artista arbitrario è fuorviante secondo me, giacchè si distacca semplicemente da una tradizione anch'essa tutt'altro che filologica. Per quel che riguarda la lettura "romantica" del Clavicembalo ben temperato suggerirei su tutti l'edizione di Feinberg, assolutamente arbitraria forse ancor di più di quella di Gould, ma assolutamente toccante emotivamente. Buoni compromessi (questi più recenti e quindi in ottima qualità audio) possono essere l'edizione di Gulda (pianista classico-jazz eclettico e geniale) a tratti sgradevole nel suono ma sicuramente emblematica e curatissima nei dettagli o, per i tradizionalisti, il già citato Baremboim, con una interpretazione filo-romantica ma molto molto misurata.
Ashkenazy l'ho sentito solo un po' su youtube e non ho capito se mi piace e dove vuole andare. Schiff è un grande pianista, ma quando fà Bach, concordo con Bagnoli, è alquanto noioso (nonostante per molti sia un riferimento).
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Re: Glenn Gould

Messaggioda Milady » mar 08 dic 2009, 0:40

Carissimi amici,
ho letto l'anno scorso un interessantisimo libro sulla vita di Gould e sul suo amatissimo pianoforte- uno Stenway particolare- che poi fu rovinato completamente in una sciagurata spedizione, con sommo dispiacere di questo geniale pianista.
Al momento non ricordo autore e titolo del libro.Debbo fare una piccola ricerca , ma forse voi conoscete questo testo meglio di me.
Le variazioni Goldberg, in tutte e due le edizioni, siano o meno filologicamente corrette, hanno un suono del tutto affascinante, tipo clavicembalo, e si sente che al piano c'è un artista geniale e innovatore, dalle infinite sofferenze e fragilità psicologiche.
Da anni ed anni le ascolto , ed ogni volta con grandissima gioia , riscoprendo sempre qualche piccola gemma sonora.
Questa è la mia opinione.
Buona notte
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Re: Glenn Gould

Messaggioda Triboulet » mar 08 dic 2009, 11:25

"GG alla ricerca del pianoforte perfetto", credo si chiamasse così il libro (ora non ce l'ho sotto mano).
Un libro molto bello, che narra attraverso i retroscena di un Gould alla ricerca del suo strumento ideale anche un po' le manie del pianista tratteggiandone il carattere e ripercorrendo alcuni passaggi della sua vita artistica e personale.
Consigliato

PS: di Gould suggerisco l'ascolto del suo Beethoven (particolarissimo manco a dirlo) e delle poche cose del repertorio romantico che ha inciso (Brahms, Scriabin, Grieg e poco altro) sulle quali getta una luce nuova lontana da facili sentimentalismi. C'è anche un cd con sue personali trascrizioni da Wagner (Maestri Cantori, Sigfrido).
Se poi vi piace la dodecafonia..... :?
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Re: Glenn Gould

Messaggioda Maugham » mar 08 dic 2009, 20:06

Triboulet ha scritto:PS: di Gould suggerisco l'ascolto del suo Beethoven (particolarissimo manco a dirlo)


E le Invenzioni a due voci dove le mettiamo?
WSM
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Ivan: What do you mean?
Mae West: I'm intellectual and you are the opposite.
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Re: Glenn Gould

Messaggioda Triboulet » mer 09 dic 2009, 1:27

Maugham ha scritto:
Triboulet ha scritto:PS: di Gould suggerisco l'ascolto del suo Beethoven (particolarissimo manco a dirlo)


E le Invenzioni a due voci dove le mettiamo?
WSM


E le sinfonie a 3 voci? :D diciamo che tutto il suo Bach è di estremo interesse, anche molto "thrilling" se vogliamo, quindi facilmente fruibile anche da parte di chi ritiene questo compositore indigesto.
Personalmente trovo abbastanza debole il suo Mozart. In qualche modo non rientrava nell'asse Bach-Beethoven-Wagner-Schönberg che idealmente aveva tracciato, penso non sapesse come collocarlo. Così come (tolto in parte Brahms, che pure era visto come un'appendice beethoveniana) non trovava alcun motivo di interesse nel manierismo esteriore dolciastro e retorico, per suo conto almeno, di Chopin, Schumann e Liszt, mentre sentiva vicina l'essenzialità dell'espressione sobria ma profonda del romanticismo russo-scandinavo di Grieg, Sibelius, Prokoviev e soprattutto Skrjabin. Qualcuno ha giudicato questo atteggiamento come eclettismo fine a sè stesso, e probabilmente il personaggio che egli stesso si costruì contribuì ad alimentare questa convinzione. Io continuo a leggere nelle sue registrazioni una prospettiva della storia della musica per tastiera che, per quanto discutibile possa apparire, è sicuramente inedita, inesplorata e mai più ripercorsa, ma soprattutto assolutamente coerente nella sua visione globale.

Curiosità: Gould aveva le sue piccole ossessioni, ovvero la fuga e la forma della variazione. In particolare, oltre alle Goldberg bachiane e ai cicli di variazioni di Beethoven, credo fu uno dei pochissimi ad incidere le "Variazioni cromatiche" di Bizet (giusto per rimanere in tema di attualità), piccolo divertimento da concerto che tuttavia dimostra all'ascolto una padronanza e una fantasia nel trattamento del materiale armonico che rivela (o dovrei dire conferma) la grande modernità di scrittura del compositore francese.
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Re: Glenn Gould

Messaggioda MatMarazzi » gio 10 dic 2009, 14:08

A proposito di Gould e di "zie Principesse" come le vorrei io...
Che ne dite di questo?

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Re: Glenn Gould

Messaggioda Triboulet » gio 14 gen 2010, 10:27

E siccome mi hanno tolto questo video, immagino giustamente per ragioni di OT, allora lo posto quì : Chessygrin :
Eclettico? Estremo? io dico semplicemente coraggioso... poi si può essere o non essere daccordo:

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Re: Glenn Gould

Messaggioda Triboulet » dom 23 dic 2012, 2:12

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