pbagnoli ha scritto: Ti saluto anch'io. Ti conosco bene e ti leggo sempre con piacere
Per prima cosa ti ringrazio, e poi provo a rispondere meglio alle tue domande.
1) E' vero, c'è molta differenza tra le due versioni di Gould delle
Goldberg, ma la differenza non sta nella maggiore o minore fedeltà alla scrittura bachiana, ma sta nella evoluzione dell'estetica di Gould, verso un approccio sempre più introverso e "incomunicabile" alla partitura. Gould suona Bach per sè stesso, alla fine.
2) Parlavo di riscrittura del testo bachiano. Prendiamo ad esempio ancora le
Goldberg: Gould elimina sistematicamente tutti i da capo (
tanto che la durata media della sua esecuzione è di circa 50 minuti, mentre le esecuzioni complete - sia cembalo che pianoforte - durano in media 80 minuti, che scendono a 65/70 minuti nelle incisioni coi tempi acceleratissimi di taluni "baroccari" - tieni conto che i tempi di Gould sono, invece, mediamente più lenti. Questo per darti un'idea delle omissioni). Ora il problema non è l'omissione di un
da capo in quanto tale, ma l'alterazione di una proporzione ben precisa e ben studiata dall'autore: in Bach è fondamentale mantenere anche gli equilibri "geometrici" della partitura, alterarli (
alterandone le ripetizioni) significa compromettere l'intera struttura, o meglio l'intero significato della struttura. La musica di Bach resta tutta, ovvio, in realtà non ci sono brani o frasi "tagliate", ma se ne perde il contesto, la dimensione, l'ordine dei rapporti, l'equilibrio interno (
cosa gravissima in Bach).
Con questo non voglio dire che il risultato sia "brutto", tutt'altro (
è una lettura da conoscere assolutamente), ma resta "sbagliato". E non è, a mio avviso, il modo migliore per accostarsi a Bach (
non è insomma la prima scelta che suggerirei).
3) Per quanto riguarda le (
tante) edizioni: beh, c'è l'imbarazzo della scelta. Schiff a me piace molto (
ha un suono molto rotondo, pulito, olimpico direi, un ampio respiro ed un approccio "romantico" molto equilibrato), sia le
Goldberg che
Il Clavicembalo Ben Temperato. Rousset non piace neppure a me (
ha un suono troppo metallico e "staccato", privo di colori è molto meccanico) così pure Leonhardt e Gilbert. Molto meglio Pinnock. Io però preferisco Dantone (
per le esecuzioni al cembalo) sia nelle variazioni che nel temperato... Poi assolutamente da conoscere l'esecuzione di Barenboim (che si riallaccia alla tradizione romantica ottocentesca) e quella di Ashkenazy (personalissima, ma assolutamente convincente). Poi c'è anche Kempff. E Richter.
Insomma, poi è questione di gusti...